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Al femminile

Ancora sull’Australian Open: Collins, Keys e Swiatek

Secondo articolo di analisi dell’Australian Open femminile 2022, con una breve coda dedicata ad Anisimova e Osaka

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Danielle Collins - Australian Open 2022 (foto Twitter @AustralianOpen)
 

Madison Keys
All’Australian Open 2022 tre delle quattro semifinaliste erano teste di serie (la numero 1 Barty, la 7 Swiatek, la 27 Collins); a completare il quartetto c’era una giocatrice di classifica molto meno nobile: Madison Keys, ranking numero 51.

Questo per quanto riguarda la fredda statistica. In realtà Madison Keys non è affatto una giocatrice “qualunque”, visto che in carriera vanta un best ranking da numero 7 del mondo (con partecipazione al Masters) una finale Slam (US Open 2017) un quarto di finale a Wimbledon e una semifinale al Roland Garros. Mentre all’Australian Open era già stata capace di arrivare in semifinale da teenager, nel 2015, dopo avere sconfitto lungo il cammino Petra Kvitova e Venus Williams, fermata soltanto dalla futura campionessa Serena Williams.

Insomma, per come la vedo io, l’anomalia non è Keys in una semifinale Slam, ma Keys appena numero 51 della classifica WTA alla vigilia dell’ultimo Slam. Già la vittoria nel torneo di preparazione di Adelaide 2 (in finale su Riske) era stata un segnale che le cose si stavano raddrizzando. Nel primo articolo del 2022, dedicato alle “previsioni” per questa stagione, avevo indicato Madison come una delle tenniste che avrebbe potuto risalire nel rendimento.

Ecco cosa avevo scritto in proposito: “La sua carriera corre il rischio di diventare simbolo di un enorme talento mai del tutto espresso. Una giocatrice dalle superiori possibilità fisico-tecniche, troppo limitata dalla fragilità agonistica. Il timore che ho su di lei è che abbia cominciato a rassegnarsi a una posizione di secondo piano, e sia venuta meno la scintilla che spinge a cercare di esprimere il massimo delle proprie possibilità. Madison non è certo anziana, dato che è nata nel febbraio 1995. Anche per questo continuo a sperare che possa tornare fra le grandi protagoniste del tennis femminile”.

A Melbourne Keys ha raggiunto la semifinale contro Barty sconfiggendo nell’ordine: Kenin, Cristian, Wang Qiang, Badosa e Krejcikova. Significa che ha eliminato all’esordio la testa di serie 11 e poi, agli ottavi e quarti, le teste di serie numero 8 e numero 4. Insomma, semifinalista malgrado un sorteggio tutt’altro che agevole.

Nelle interviste tenute durante il torneo, Keys ha spiegato di avere lavorato molto con tutto il suo team sull’aspetto mentale, con lo scopo di affrontare le partite con più tranquillità e leggerezza: Ecco cosa ha detto dopo la vittoria contro Paula Badosa: “Quest’anno (…) sto cercando di godermi il tennis, alleggerendo po’ di quella pressione interna che mettevo su me stessa, e che mi stava bloccando. A un certo punto sono arrivata a sentirmi come se non potessi assolutamente giocare. Avevo lasciato che su di me scendesse una nuvola oscura. Ora invece cerco di mettere in prospettiva il tennis: è uno sport, è qualcosa che da piccola mi divertiva, e che amavo praticare. Quest’anno provo a lasciarmi tutto alle spalle e ricominciare in modo fresco”.

Il talento offensivo di Keys è sicuramente uno dei più grandi degli ultimi anni del tennis femminile, tanto che quando riesce a giocare tranquilla è davvero in grado di “mettere sotto” quasi tutte. Non per nulla a Melbourne ha sconfitto per distacco due Top 10 considerate in forma come Badosa (6-3, 6-1) e Krejcikova (6-3, 6-2). Superate a partire dalla maggiore incisività al servizio, sino alla riconosciuta forza del dritto, che in certi frangenti è semplicemente incontenibile per gran parte delle avversarie. E quando anche il rovescio si rivela un colpo stabile, ecco che diventano pochissime le giocatrici in grado di arginare il suo tennis di attacco.

Per farlo c’è voluta, in semifinale, probabilmente la miglior Barty del torneo (6-1, 6-3): ormai in piena fiducia, sulla scia dei successi dei turni precedenti, ma non ancora alle prese con la tensione inevitabile della finale. Va anche detto che il match-up fra le due giocatrici è particolarmente favorevole a Barty: lo slice di Ashleigh è in grado di dare molto fastidio a una avversaria che ha nel rovescio il colpo meno affidabile, e che ama condurre il gioco evitando i rallentamenti dello scambio. In ogni caso, dopo la seconda semifinale Slam a Melbourne, la speranza è che Madison torni dalla trasferta australiana definitivamente recuperata per il tennis ad alti livelli.

Amanda Anisimova e Naomi Osaka
Per chiudere il commento sullo Slam, una breve nota dedicata alle protagoniste del match migliore fra quelli che sono riuscito a seguire (parere personale, naturalmente). Mi riferisco alla vittoria di Amanda Anisimova su Naomi Osaka per 4-6, 6-3, 7-6(5).

Facciamo un passo indietro, e torniamo alla vigilia dello Slam. Una volta rivelato il sorteggio, prima ancora che cominciassero le partite, tutti gli appassionati si erano segnati il probabile incrocio di quarto turno fra la testa di serie numero 1 Barty e la numero 13 Osaka (campionessa in carica a Melbourne). Ci sarebbe stato il passaggio di consegne? O la due volte vincitrice in Australia avrebbe sovvertito il ranking confermando il proprio titolo? Nella realtà quella partita tanto attesa non si è mai disputata. A impedirlo è stata la ritrovata efficacia di Amanda Anisimova, capace di sconfiggere Naomi al terzo turno, al termine di un confronto equilibratissimo, nel quale ha anche salvato un match point.

Sopra parlavo del ritorno ad alti livelli di Madison Keys. La risalita di Anisimova rappresenta un’altra ottima notizia per il tennis femminile. Dopo due stagioni molto complicate, iniziate con la morte improvvisa del padre, che era anche il suo allenatore, sembra che Amanda sia riuscita a ritrovare la rotta nel complicato mare del tennis professionistico. Non è stato facile, per una teenager come lei, superare una perdita tanto grave; ma l’inizio della collaborazione con Darren Cahill si è rivelato fruttuoso, e si è concretizzato con il successo nel torneo di preparazione allo Slam di Melbourne 2, e il quarto turno raggiunto nello Slam, fermata dalla futura campionessa Barty (6-4, 6-3).

Arriviamo alla partita fra Anisimova e Osaka. La qualità e l’intensità di alcuni scambi del loro match sono state davvero eccezionali, di un livello così alto da farmi considerare come abbastanza positiva anche la sconfitta di Naomi, capace comunque di una prestazione incoraggiante. Anche per lei sembra che la tormentatissima stagione scorsa, caratterizzata dai forfait del Roland Garros e di Wimbledon, sia ormai alle spalle.

Certo, non abbiamo ancora rivisto la tenuta mentale della Osaka vincitrice a Melbourne nel 2021, capace di salvare match point contro Muguruza e poi gestire con autorità il vantaggio contro Serena Williams e Jennifer Brady, ma direi che, se continuerà a giocare così, Naomi è sulla buona strada per tornare protagonista. Attenzione però che dopo l’uscita dei duemila punti della vittoria Slam dello scorso anno, Osaka è scesa oltre l’80mo posto nel ranking e questo significa sorteggi potenzialmente di grande difficoltà sin dal primo turno di qualsiasi torneo. Con questa classifica prepariamoci nei prossimi mesi a tabelloni nei quali Naomi potrebbe diventare la classica mina vagante che tutte si augurano di evitare.

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