Numeri: Auger-Aliassime spezza il tabù finali. Ruud, il dio "minore" della terra rossa

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Numeri: Auger-Aliassime spezza il tabù finali. Ruud, il dio “minore” della terra rossa

Erano 54 i giochi conquistati da Felix nelle finali giocate, senza vincere nemmeno un set, prima di Rotterdam. Casper sul mattone tritato è un top player

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Felix Auger Aliassime - Rotterdam 2022 (foto Twitter @abnamrowtt)
 

Torna l’appuntamento con “Numeri”, la rubrica di Ferruccio Roberti: ecco alcuni spunti tratti dall’ultima settimana di tennis del circuito ATP, quella che ha visto i trionfi di Auger-Aliassime a Rotterdam, Ruud a Buenos Aires e Opelka a Dallas.

54 – I giochi conquistati da Felix Auger-Aliassime nelle prime otto finali giocate nel circuito maggiore, tutte perse senza vincere nemmeno un set. Prima che il tennista canadese rompesse la scorsa settimana a Rotterdam tale filotto negativo vincendo il primo titolo della sua promettente carriera, approfondendo la statistica relativa al suo bilancio negativo con le finali, si capiva maggiormente quanto fosse negativa: ben la metà erano state perse giocando con una classifica migliore dell’avversario affrontato. Il 21enne canadese qualche giorno fa ha però interrotto una serie negativa iniziata nel febbraio 2019, quando a Rio de Janeiro da 103 ATP, ammesso nel main draw con una wild card, si arrese solo in finale a Laslo Djere. Esattamente tre anni fa, non ancora diciannovenne, da quel torneo Felix ha intrapreso una marcia che lo ha fatto diventare il più giovane tennista ad entrare tra i primi 25 al mondo dal 1999, quando in quella fascia di classifica vi arrivò un futuro numero 1 come Lleyton Hewitt. Auger-Aliassime ci riesce grazie alle finali raggiunte sulla terra rossa all’ATP 500 di Rio de Janeiro e all’ATP 250 di Lione un paio di mesi dopo, nonchè con i punti delle semifinali conquistate al Masters 1000 di Miami (nessuno era mai arrivato in così giovane età tanto avanti nell’importante torneo che si gioca in Florida, la cui prima edizione si è disputata nel 1985). Ma il tennista nato a Montreal l’8 agosto 2000 (esattamente diciannove anni dopo un certo Roger Federer) da papà Sam Aliassime, maestro di tennis originario del Togo (Africa Occidentale) e mamma Marie Auger non era nuovo nel bruciare vari record di precocità.

Fa il suo esordio nel professionismo nel luglio 2015 al Challenger di Granby (nel Quebec), dove arriva ai quarti, diventando – a soli 14 anni – il primo giocatore nato nel nuovo millennio a entrare nella classifica Atp e nell’ottobre di quello stesso anno vince assieme a Shapovalov (nato 16 mesi prima di Felix) la prima Junior Davis Cup del Canada. La sua crescita continua costantemente anno dopo anno: nel 2016 vince il primo torneo a livello Challenger e poco dopo diventa il secondo più giovane di sempre a conquistarne quattro (solo Richard Gasquet ha fatto meglio di lui in tal senso) e al contempo tra gli juniores vince gli US Open e arriva in finale al Roland Garros, categoria dove sale sino al secondo posto della classifica. Tornando alla sua evoluzione nel circuito maggiore, dopo le prime due finali raggiunte sulla terra battuta arrivano quelle sulle altre superfici: due sull’erba (sempre a Stoccarda, prima nel giugno 2019 contro Berrettini e poi l’anno scorso contro Cilic), una sul cemento all’aperto, un anno fa nell’ATP 250 di Melbourne (dove viene sconfitto da Evans), e tre sui tappeti veloci di Rotterdam, Marsiglia e Colonia, queste ultime tutte nel 2020. Insomma Felix, dopo essersi fatto conoscere al grande pubblico nel 2019, stagione chiusa a nemmeno 19 anni e mezzo al 21° posto ATP, due anni fa riesce nella prova del nove e si conferma sull’altissimo livello dei top 20, chiudendo ancora al 21° posto l’anno tennistico. Per vedere una sua ulteriore crescita bisogna attendere la scorsa primavera, quando il livello del suo tennis aumenta, come testimoniato anche dal netto mutamento del suo bilancio negli scontri diretti contro i top 10. Sino allo scorso maggio aveva superato uno di loro solo in due delle quindici circostanze in cui li aveva affrontati: dagli ultimi Internazionali d’Italia alla scorsa settimana ha invece sconfitto Federer sull’erba di Halle, Zverev (a Wimbledon e alla ATP Cup), Berrettini e Tsitsipas, perdendo tra l’altro uno splendido quarto di finale agli ultimi Australian Open, dopo aver avuto a proprio favore un match point, contro Medvedev. Non a caso dopo essere entrato per la prima volta in top ten per una settimana nello scorso novembre, da inizio di quest’anno con i punti della ATP Cup vinta per il Canada assieme a Shapovalov e con quelli dei quarti raggiunti a Melbourne è salito sino al nono posto del ranking ATP.

A Rotterdam Aliassime la settimana scorsa ha dimostrato tutto l’elevato valore del suo tennis attuale venendo a capo di un tabellone tutt’altro che facile: dopo essersi tolto di dosso la ruggine agonistica con una partenza lenta contro Gerasimov (a cui ha recuperato un set), ha liquidato in due parziali clienti molto difficili come Murray e Norrie e vinto in rimonta al terzo contro Rublev (contro cui aveva perso i due precedenti). La finale, sia tecnicamente che psicologicamente, era per lui lo scoglio più difficile: eppure Felix si è imposto facilmente, a riprova dei suoi miglioramenti, su Tsitsipas che pure lo aveva sconfitto negli cinque confronti diretti. A ventun anni e mezzo, con la sua classifica da nove del mondo, i nove match già vinti contro top ten, una semifinale negli Slam già alle spalle e “appena” novecento punti da difendere da qui sino a metà giugno, le cose per lui non possono che migliorare, soprattutto se anche sulla terra rossa compirà un balzo in avanti nel rendimento: l’anno scorso, nonostante la collaborazione tecnica di Toni Nadal, sul rosso Felix ha vinto appena quattro partite nei sei tornei da lui disputati.

DI SEGUITO LA SECONDA PAGINA DI “NUMERI” SU CASPER RUUD

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