Thiem e Wawrinka sconfitti nel ritorno alle competizioni

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Thiem e Wawrinka sconfitti nel ritorno alle competizioni

Al Challenger di Marbella rientrano dopo lungo tempo Dominic Thiem e Stan Wawrinka, quattro Slam in due. A Lugano ci riprova anche Janowicz

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Dominic Thiem - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

La settimana Challenger finisce sotto i riflettori per i grandi ritorni che la caratterizzano e, una volta tanto, non sarà così importante sapere chi alla fine solleverà il trofeo ma vedere con i propri occhi come stanno le due superstar che tornano alle gare dopo lunghe assenze per infortunio. Parliamo ovviamente di Dominic Thiem e Stan Wawrinka (quattro Slam in due) che hanno scelto la terra battuta di Marbella (Challenger 125) per un rientro soft alle competizioni. Soft per modo di dire, visto che l’attenzione mediatica è salita immediatamente e il numeroso pubblico assiepato sugli spalti, nonostante il tempo incerto, ne dà plastica testimonianza. Il primo a scendere in campo è stato Stan Wawrinka che non giocava una partita dallo scorso mese di marzo quando fu sconfitto dal sudafricano Lloyd Harris al primo turno dell’ATP 250 di Doha. Da lì in poi un problema al piede ha cominciato a tormentarlo, costringendolo a ben due operazioni (marzo e giugno) e una deviazione nel mondo del cinema, mentre precipitava in classifica dove ora occupa la posizione n.232.

Il sorteggio ha opposto il tre volte campione Slam allo svedese di origini etiopi Elias Ymer (n.131 ATP). Lo svizzero appare in buona forma fisica (compatibilmente coi ben noti limiti di una corporatura come la sua) ma per lui l’inizio è abbastanza traumatico. Stan accusa una chiara desuetudine agonistica e perde immediatamente il servizio, mentre il suo famoso rovescio fatica a trovare il campo. Così il quasi 26enne svedese porta a casa velocemente il primo set, tanto facilmente che forse s’illude che la partita sia già decisa. Così Wawrinka lo brekka in apertura di secondo set e tenta una fuga che lo porta sul 4-1 con doppio break. Ma qui finisce la partita di ‘Stan the man’ che cede di schianto e praticamente non vede più palla (6-2 6-4). Le nostre impressioni? Per Stan la strada è ancora lunga, ammesso che abbia voglia di percorrerla tutta come ha fatto capire chiaramente in questa intervista, e la netta sconfitta contro un avversario di medio/basso livello non è particolarmente incoraggiante. Del resto a 37 anni nessuno può chiedergli miracoli e non bisogna dimenticare come il suo declino fosse iniziato ben prima del sopraggiungere dei problemi fisici.

Subito dopo è stata la volta di Dominic Thiem che aveva giocato il suo ultimo match ufficiale nello scorso giugno sull’erba di Maiorca quando fu costretto al ritiro nel primo turno contro il francese Mannarino per un infortunio al polso destro. Da lì per il 28enne di Wiener Neustadt iniziò una lunghissima riabilitazione ottimamente raccontanta in questo breve documentario, costellata di infinite ricadute, da cui sembrava non dovesse più riemergere. Aveva già annunciato il rientro agli ultimi US Open (torneo che ha vinto nel 2020) e poi all’esibizione di Abu Dhabi in dicembre, salvo poi rinunciare all’ultimo momento.

A battezzare il suo ritorno in campo il quasi 27enne argentino Pedro Cachin (n.228 ATP) che parte in quarta senza timori reverenziali, mentre Thiem appare un po’ impacciato e il suo fantastico rovescio va a corrente alternata: uno dentro e due fuori. Così è un attimo ritrovarsi sotto 0-5 e lasciare il set, nonostante una reazione d’orgoglio che l’ha portato 3-5 e palla break. Thiem parte male anche nel secondo parziale perdendo subito il servizio e condannandosi ad una gara di rincorsa che non darà l’esito sperato. Il punteggio finale (6-3 6-4 per Cachin) ci consegna un Thiem che dovrà lavorare ancora molto per tornare ai livelli che gli competono. Rispetto a Wawrinka ha il vantaggio di essere di nove anni più giovane, e non è un vantaggio da poco. Ora il suo primo obiettivo sarà di mettere nel motore molte partite e ovviamente di cancellare quel n.50 in classifica che sta di fianco al suo nome, nota piuttosto stonata per uno che studiava da fenomeno e che è stato n.3 solo un paio d’anni fa.

A proposito di ritorni, ricordate Jerzy Janowicz? Il polacco che nel 2013 raggiunse il n.14 ATP dopo la finale del Master 1000 di Bercy e soprattutto la semifinale di Wimbledon. Poi scomparve per ben quattro anni (prima un’operazione al ginocchio, poi la pandemia), con l’interludio del Challenger di Pau nel 2020 e di soli 11 match giocati nel quadriennio. Bene, dopo due anni di completa inattività, anche lui ha scelto un Challenger (per la precisione quello di Lugano) per rientrare nel circuito. A 31 anni e ormai senza classifica ha affrontato le qualificazioni dove è stato subito eliminato dal kazako Denis Yevseyev (n.338 ATP) col punteggio di 4-6 6-3 7-6(4). Non sappiamo dirvi se questo tentativo avrà un seguito, quel che è certo è che a noi personalmente farebbe davvero piacere dare il bentornato a Jerzy Janowicz.

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