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WTA Roma: Raducanu fa crac, Andreescu vince il big-match di primo turno
Emma Raducanu non conlcude il match a causa di un infortunio. Bianca Andreescu in grande spolvero avanza al secondo turno

[SR] B. Andreescu b. [10] E. Raducanu 6-2 2-1 rit. (con la collaborazione di Giovanni Pelazzo)
Bianca Andreescu è tornata. La canadese, ex n. 4 del mondo, è rientrata in Tour poco meno di un mese fa nel torneo WTA 500 di Stoccarda dopo un periodo di assenza di sei mesi dal circuito. Infatti prima dell’evento sulla terra rossa indoor tedesca, la campionessa dello Us Open 2019 aveva disputato il suo ultimo match nell’edizione ottombrina dello scorso anno d’Indian Wells, perdendo al terzo turno con Anett Kontaveit per 7-6 6-3. In terra teutonica la tennista di origini rumene ha trionfato con Julie Niemeier. Successivamente a Madrid si è migliorata, battendo Alison Riske e Danielle Collins. Oggi però è andata oltre e sbarazzandosi con lo score di 6-2 2-1 prima del ritiro dell’avversaria, non si è solo mostrata in ripresa su ottimi livelli e in uno stato di forma psicofisico ideale; ma per lunghi tratti della sfida, se non per l’intero incontro, si è riproposta esprimendo quel gioco che aveva incantato tutto il mondo e che si era potuto ammirare solamente a Flushing Meadows tre anni orsono. La nordamericana ha letteralmente spazzato via dal campo, demolendo e annichilendo un’altra campionessa del Major newyorkese, nonché detentrice dell’ultimo Slam dell’anno: la tds n. 10 Emma Raducanu. La quale ha poi anche sofferto un problema fisico nel secondo parziale, costringendola ad una resa anticipata. Questa partita inoltre presentava uno scontro tra due giocatrici poco avvezze a tale superfice, con Andreescu che poteva vantare solo 6 match vinti nei main-draw WTA, di cui tre arrivati in questa stagione. Non certo messa meglio la britannica, che fino al mese scorso non si era mai neanche sporcata i calzini di rosso nella sua giovane carriera da professionista. Dunque entrambe al loro esordio in quel di Roma; ma il grande spettacolo che si prevedeva alla vigilia, nel derby delle vincitrici Slam in terra statunitense non è stato rispettato. Anzi si è rivelato un assolo della n. 90 WTA – entrata in tabellone grazie allo Special Ranking – e un incubo per la nuova protetta di…Riccardo Piatti?, che non ottiene tre vittorie consecutive nello stesso torneo proprio dalla storica cavalcata, partita dalle qualificazioni, dello scorso settembre.

IL MATCH – L’avvio della sfida vede entrambe le protagoniste portare un pressing asfissiante da fondocampo. Andreescu però è in grado di costruire i punti con più calma, affidandosi alla sua capacità di ricercare non solo la potenza ma anche gli angoli. Inoltre la canadese incide di più in risposta. Il copione tattico presentato provoca il primo strappo della partita, che sarebbe potuto arrivare anche prima visto che Emma ha frantumato tre break point in apertura (in un gioco infinito da 14 punti). Bianca infatti breakka nel terzo game e poi conferma senza faticare, issandosi sul 3-1. La differenza al servizio è imbarazzante, con Raducanu che approccia all’incontro con percentuali non all’altezza, raccogliendo solo il 50% con la prima e addirittura il 36% con la seconda. Ma il vero problema per la britannica rimane la prima palla di servizio, che lei avrebbe bisogno fosse più presente per far partita pari; poiché mancando questo fondamentale la n. 90 WTA può entrare a piacimento in ribattuta. E se il match viene messo sul piano della potenza, come se fosse un incontro pugilistico, beh i chili in più si farebbero sentire e non ci sarebbe partita. La testa di serie numero 10 dovrebbe cercare di muovere maggiormente la sua avversaria, evitando di rimanere sulla stessa diagonale per più di tre colpi, perché altrimenti da ferma la campionessa dello Us Open 2019 fa i buchi nel campo.
Poi un’altra chiave di lettura per spiegare il rendimento abissale tra le due giocatrici in questa prima frazione, è il ventaglio di possibilità a disposizione. Emma ha un solo schema da poter applicare, mentre l’ex n. 4 può scegliere e attingere, come meglio desidera, dal suo arsenale pieno zeppo di soluzioni. La 19enne di origini cinesi in verità ci prova, rischia maggiormente e cerca anche di cambiare qualcosa nel suo gioco. Ma semplicemente la nordamericana è in stato di grazia e sono più i suoi meriti che i demeriti dell’avversaria. Il doppio break nel quinto game è dunque una normale conseguenza di quello che il campo ha mostrato finora. Sul 5-2 arriva anche un’interruzione per medical time-out a causa di un problema non definito di Raducanu, con il trattamento svolto negli spogliatoi. Neanche la pausa però distoglie la 21enne di Mississauga, che continua ad accaparrarsi applausi giocando totalmente sciolta nel game in cui serve per chiudere il set. La detentrice del titolo di Flushing Meadows oramai è in piena balia di Andreescu e addirittura prova a disimpegnarsi in alcuni candelotti da terraiolo spagnolo che però hanno come effetto solamente quello di mandarla ancora più in confusione. 6-2 in 44 minuti senza storia e senza appello.
Anche il secondo set comincia sulla falsariga del primo, con Raducanu in difficoltà nel suo primo turno di servizio mentre Andreescu tiene il suo agilmente a zero. Sull’1-1, la britannica va in apnea ed è nuovamente costretta ai vantaggi, dove in un primo momento viene graziata da un gratuito di dritto della canadese sulla prima palla break in suo favore. L’ex numero quattro del mondo, però, spinge tanto e bene fin dalla risposta, colpo con cui ottiene diversi punti nel game e con cui si procura una seconda opportunità per salire 2-1, che questa volta sfrutta. Durante il cambio campo, tuttavia, la campionessa dell’ultimo US Open non riesce più a stare in campo, impossibilitata a continuare il match. Finisce dunque 6-2 2-1 ritiro in favore della 21enne di Mississauga, autrice comunque di una splendida partita, coronata da 25 vincenti e solo 5 errori non forzati, oltre all’84% dei punti vinti al servizio. Al prossimo turno Andreescu incontrerà Parrizas-Diaz, che ha sfruttato il ritiro di Sorribes Tormo con la spagnola avanti 6-1 4-3.
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Intervento chirurgico per Rafa Nadal
Venerdì pomeriggio, il 22 volte campione Slam è stato operato in artroscopia al muscolo ileopsoas dal dottor Cotorro. Sabato mattina i dettagli

Tramite il suo team, Rafa Nadal ha comunicato che nel pomeriggio di venerdì si è sottoposto a un intervento in artroscopia. Lo scopo era quello di riesaminare la lesione al muscolo ileopsoas sinistro. L’operazione è stata eseguita dal medico di fiducia di Rafa, il dottor Ángel Cotorro.
Il campione maiorchino non gioca da quando si era infortunato all’Australian Open e, dopo aver ripetutamente rinviato il rientro, il 18 maggio scorso aveva annunciato la rinuncia al Roland Garros e una pausa di diversi mesi prima della sua ultima stagione. Sabato mattina sarà ancora lui stesso a spiegare nei dettagli l’esito dell’operazione.
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Roland Garros, Musetti: “Un periodo no può capitare, l’importante è uscirne. Ora voglio cavalcare l’onda”
Lorenzo Musetti soddisfatto dopo la vittoria contro Norrie, analizza il suo momento, la sua crescita e la probabile sfida con Alcaraz

D. E stata la miglior partita della tua stagione?
“Probabilmente si, ho espresso il miglior tennis anche tenendo conto del valore del mio avversario. Io credo che sia una conferma del buon periodo che sto vivendo, delle sensazioni che sto avendo in campo, sto trovando grande continuità. Partire subito bene mi mette tranquillità e la toglie al mio avversario. Credo che Cameron si sia trovato in una situazione molto scomoda, è stato bravo a reagire nel terzo, ma in ogni caso queste due mie ultime partite sono quelle più iconiche sinora della mia stagione sulla terra”.
D. Antonio Garofalo ( Ubitennis): Ho visto che ad un certo punto della partita hai variato ritmo, hai alzato molto le traiettorie. Era una cosa dovuta alle palline e alla lentezza del campo o una scelta per mettere in difficoltà il tuo avversario che avevi preparato?
“Penso che Norrie sia un giocatore molto bravo quando colpisce all’altezza delle spalle, se trova una palla più carica e con molto spin va in difficoltà. Credo sia stata la chiave del match aver adottato questa strategia”
D. Hai detto che devi concentrarti su te stesso, ma hai dimostrato di saper adattare la strategia al tuo avversario?
“ Una cosa non esclude l’altra, ogni partita devi concentrarti preparando la partita pensando all’avversario ma cercando di imporre le mie caratteristiche e far giocare l’avversario come voglio io”
D. Vanni Gibertini ( Ubitennis): Sei arrivato a giocare le due migliori partite della stagione in un momento importante come il Roland Garros. E’ successo qualcosa che ha fatto scattare un clic o il percorso che ti ha portato qui era il percorso giusto per arrivare esattamente dove volevi?
“Non lo so, forse non lo sa nemmeno Dio ( ride). Credo che un periodo buio lo abbiamo trascorso tutti, l’importante è uscirne, con la volontà e la forza di mettersi in gioco. Ad un ragazzo giovane come me che ha ancora tante cosa da imparare può fare anche bene avere un paio di mesi in cui le cose vanno male, poi sono stato bravo a lavorare e ad allenarmi e a venirne fuori. Speriamo di cavalcare l’onda”.
D. Sei molto giovane ma hai già una buona esperienza. In questo torneo del Grande Slam ti senti come mai in passato?
” Sì, probabilmente sì, perché io sento che tutto l’equilibrio di cui ho bisogno per essere ben preparato
ad affrontare questo tipo di giocatori in questo tipo di atmosfera è completamente diverso dai normali tornei.
D. Potresti giocare contro Alcaraz al prossimo turno, lo hai già battuto. Se non fosse cresciuto così velocemente magari si parlerebbe più di te, come vedi questa partita? "E' il primo ada ver aperto una strada. ha vinto un torneo del Grande Slam dopo i tre grandi, quindi penso che sia una specie di ispirazione per noi, per me, Holger, Jannik e chiunque altro è dietro di lui, e cerca di spingerlo via e ci prova avvicinarsi. Quindi penso che la partita di Amburgo mi abbia dato molto fiducia. Quindi penso che ci divertiremo e godremo la nostra partita" D. Due anni fa hai affrontato Novak, ora probabilmente Alcaraz. Come sei cambiato in due anni? "Due anni fa è stata la mia prima apparizione nel Grande Slam, era tutto nuovo. Se mi chiedi se mi sento diverso rispetto a due anni fa, io dico si. Mi vedo più maturo, con più esperienza, con molte, molte più partite, vittorie, sconfitte che mi hanno aiutato ad affrontare la vita e come giocatore in un certo modo e in un modo migliore. Quindi direi sicuramente che sono sicuramente più preparato di quanto ero con Nole, ma questo non significa che andrò in campo e vincerò facile. Ma sento di poter gestire meglio tutte le cose intorno a me la prossima partita"
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Roland Garros, Fognini: “Pettorale stirato, ho giocato perché un’occasione così non capiterà più”
“Sono stufo di farmi male, a 36 anni è dura accettare certe cose”. Sconfitto solo al quinto da Ofner, Fabio Fognini non nasconde l’amarezza

Fabio Fognini ha perso al quinto set contro contro Sebastian Ofner, apparentemente limitato da un problema fisico. Così è, infatti, come conferma l’azzurro al termine del match. “Dopo la partita con Kubler mi sono stirato il pettorale. Ho deciso di giocare perché un’occasione così non mi capiterà più. Ultimo o penultimo Roland Garros, senza ombra di dubbio”.
D. Al di là di questo aspetto sfortunato, hai dimostrato in queste ultime settimane che il tennis c’è.
“Sì, peccato perché i treni passano e non tornano più indietro. Ho perso un’altra grande occasione, senza nulla togliere al mio avversario – chi vince merita sempre. Nelle condizioni in cui ero, in cui stavo giocando, sarò sbruffone, non mi interessa, ma difficilmente avrei perso questa partita.”
D. Ora naturalmente recupero, poi la stagione su erba che, avevi detto, non giocherai…
“Mi ero iscritto ai Challenger di Perugia e Parma. In questo momento, non voglio dire cose che non vorrei dire, ma avrei voglia di cancellarmi sia da Perugia sia da Parma e andare da qualche parte a rilassarmi, ho bisogno di quetso. Arrivato a 36 anni, non ho più voglia, forse non lo accetto più, ecco. Non ho più voglia suona male, anche perché mi sono rimesso in sesto nelle ultime due settimane e ho fatto vedere cosa posso fare. Però sono parecchio stufo di farmi male, non lo accetto più. Di sei mesi, ne ho giocati tre. Una volta ho perso con Alcaraz, un’altra con Djere, c’è stata discontinuità.”
D.La scintilla che ti ha fatto ritrovare Corrado [Barazzutti] e anche il tifo del pubblico in questi giorni non sono uno stimolo a provarci malgrado…
“Sì, sì. È il bello e quello che mi mancherà di questo sport una volta che mi ritirerò. Io sono senza dubbio un emotivo che gioca e vive anche per queste partite qua. Oggi il pubblico era dalla mia parte, mi conoscono, mi rende orgoglioso riuscire ancora a riempire un campo come questo, a creare un bell’ambiente. Ma sono stufo, non accetto più determinate cose e, come ho già detto, la decisione finale verrò presa davanti a una birra o a un bel bicchiere di vino in totale tranquillità, guardandomi allo specchio e decidendo il da fare.”