Ha vinto una gran partita Jannik Sinner. Oggi, leggendo solo il risultato, magari qualcuno si soffermerà sulla notizia di una sua vittoria in 3 set su un avversario, Mackenzie McDonald già battuto (a Washington), molto più indietro in classifica (58) e su un punteggio (6-3,7-6,6-3) che non lascia trasparire alcuna epica particolare. E allora si immaginerà un match qualunque, vinto senza infamia e senza lode, senza quell’epos che caratterizzò – è solo un esempio fra mille – la vittoria di Fognini negli ottavi del Roland Garros 2011 sullo spagnolo Montanes cui annullò 5 match point da zoppo pur essendosi fatto chiamare il fallo di piede sulla prima palla di 4 di quei matchpoints! Fabio tirava solo fucilate da fermo perché, incrampato, non era più in grado di correre. Continuando stoicamente a lottare in quelle condizioni finì per stirarsi e, due giorni dopo, non potè difendere le sue chances contro Djokovic nei quarti. I soli quarti di finale raggiunti dal tennista ligure in 55 tornei dello Slam. Che jella non poterlo giocare (anche se con Djokovic che arrivò in semifinale e che Fabio non ha mai battuto, si sarebbe probabilmente trattato soprattutto di una soddisfazione).
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Magari mi sbaglio, ma secondo me quegli undici setpoint che McDonald ha avuto nel secondo set, dal 5-2,0-40 in poi, 6 sul servizio di Jannik e 5 sul proprio, erano quasi dei matchpoint. Sinner li ha annullati con grandissimo coraggio, dimostrando una solidità nervosa a prova di bomba. Chapeau davvero, perché pochi altri giocatori, del presente e del passato sarebbero stati capaci di tanto. Mi viene in mente…Djokovic! Ma anche Nadal.
Esagero? Beh, vedendo zoppicare Jannik a quel modo, dopo aver notato quella fascetta ben stretta applicata sotto al ginocchio come si fa quando si ha un’infiammazione al tendine rotuleo, confesso che ero proprio pessimista sull’esito di quel match. E sì che non avevo la minima idea di quel che Janick avrebbe rivelato dopo il match: “Oggi mi sono svegliato con questo male, senza che io avessi mai prima sentito niente. Menomale che abbiamo anche trovato un modo per giocare la partita, perché era stata messa in dubbio anche quella parte lì”.
Ma l’atteggiamento di Jannik era poco incoraggiante. Se la palla era lontana, soprattutto sulla destra, ci arrivava male, se faceva un punto non si caricava, sembrava quasi demoralizzato, e McDonald che lo aveva visto alle prese con il fisio, aveva cominciato a giocargli una palla corta dopo l’altra. Quasi tutte vincenti. Poi, e questo era l’aspetto più sorprendente per me, se c’era uno scambio lunghissimo lo vinceva quasi sempre l’americano che sul tennis di ritmo sembrava andare a nozze.
C’era stato quell’interminabile game di 28 punti con 3 pallebreak mancate da Jannik per salire sul 3-2 che era stato il presupposto dell’immediato break successivo patito dal nostro. E quando ho visto Jannik cominciare malissimo sul 2-5 e andare sotto 0-40 dopo un’ora e 23 minuti di partita – ho sempre l’abitudine di segnarmi il minuto di setpoint e matchpoint – ho pensato che Jannik potesse avere l’intenzione di mollare quel set per riservarsi energie per i successivi. Anche se con quella zoppia, pensare di poter vincere due set di fila mi sembrava una pia illusione.
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Mi sbagliavo. Jannik non aveva nessuna intenzione di mollare. Ha tirato a tutta randa come se piovesse, ha annullato con grande coraggio quei tre setpoint, uno con un gran schiaffo al volo per nulla banale e, annullati altri due setpoint, è salito 3-5. E lì ecco un altro game come il quinto, durato quanto può durare un set. Eh sì perché un set in teoria può durare anche soli 24 punti, ma se li vince tutti lo stesso giocatore dura meno, è la conseguenza di un grandissimo divario. Qui invece ogni punto era una lotta infinita. La cronaca di setpoint e breakpoint l’avete letta qui. A ogni modo dopo i 5 sul servizio di Jannik e altri 5 su quello di McDonald, c’è stato l’undicesimo setpoint sul 5-6 e servizio Jannik. Al tiebreak siamo quindi arrivati dopo 1 h e 58 m, 35 minuti dopo il primo setpoint. E il tiebreak è durato altri dieci minuti: 45 minuti dopo il primo setpoint annullato Jannik ha vinto quel secondo set, con McDonald – furioso con se stesso e in buna parte a ragione perché almeno 3 setpoint se li è giocati male. Ma ci sta. Bravo Sinner a giocarsi alla grande gli altri 8. Lì mi è venuto subito a mente, e l’ho detto in tribuna stampa, quei famosi 11 matchpoint salvati da Panatta contro Warwick al Foro Italico nel ’76, quando poi vinse il torneo. Ok, erano matchpoint, ma io ribadisco che secondo me sono stati quasi dei matchpoint quelli annullati da Jannik, anche perché nel terzo set McDonald non è stato più quello dei primi due.
Non doveva fare arrivare McDonald sul 5-2? Lo si potrebbe certo pensare e magari dire, ma ripeto, secondo me il problema fisico mi era apparso serio. Il posto da dove lo guardavo era quattro file sopra il campo, lo vedevo da vicino, e appena finiva un punto perfino per girarsi per raccogliere la palla lanciata dal raccattapalle lo vedevo muoversi male, impacciato. E quando annullava i primi setpoint non riusciva nemmeno a esultare. Ha cominciato a farlo solo dopo un po’, soprattutto dopo un lob straordinario giocato in condizioni difficili. Stasera sono rimasto piacevolmente sorpreso nell’apprendere che l’ecografia avrebbe dato risultati confortanti e che fra due giorni per il match con Rublev Jannik dovrebbe essere ok. Spero che sia davvero così e non sia pretattica per non dar vantaggi a Rublev.
Certo è che dopo aver visto la Sabalenka qualche minuto dopo contro Camila Giorgi sempre dallo steso posto, a pochi metri di distanza, a confronto con la tennista bielorussa sia le braccia sia le gambe di Jannik sono davvero così esili che non si capisce come faccia a tirare così forte, con tanta potenza e peso di palla. Questione di timing, di trasferimento del peso del corpo sulla palla. Anche questo, tengo a sottolineare dopo le polemiche dei giorni scorsi, è talento.
Definire cosa sia talento non è mai facile. Ricordo che Rino Tommasi, ad esempio, sosteneva che talento era saper sfruttare al meglio le proprie armi (quali che fossero) nelle partite e nei momenti più importanti. Contro McDonald Jannik è andato a rete meno del solito (per solito intendo …gli ultimi tempi), ha fatto meno smorzate, si è spesso ingaggiato in interminabili palleggi che non lo hanno visto quasi mai vittorioso. Ma si vede che la inaspettata condizione del ginocchio (scoperta al risveglio) non lo lasciava tranquillo. Non era sereno.
Poi è stata la volta di Camila Giorgi. Bando alle ciance: non l’ho mai vista giocare così. Eppure credo di aver visto tutte o quasi tutte quelle partite, 14 mica una, in cui ha battuto una top-ten. Dopo che nel primo set aveva perso 15 punti su 16 quando Aryna aveva messo dentro la “prima”, Camila, senza arretrare di mezzo metro, le ha preso le misure e ha cominciato ad aggredire le risposte, tutte le risposte. Fortissimo e lunghissimo. La Sabalenka, incredula, è rimasta travolta…lei che è abituata a travolgere. Le sue grida si sono fatte via via più strozzate. Camila – ci avrebbe detto papà Sergio – “Dopo aver recuperato quasi miracolosamente in tre giorni …con impacchi di carbone…uno stiramento di 3 cm ma senza ricorrere alla medicina tradizionale nella quale non credo… ha imparato a giocare un po’ meno piatto, a sbagliare di meno, a giocare con qualche piccola rotazione in più su tutti i colpi per scavalcare la rete. Servizio compreso…servi tutte terze palle le ho detto negli ultimi game!”.
Ha giocato in modo onestamente impressionante anche se la Sabalenka a un certo punto non ha più capito nulla. Intanto Camila dovrebbe aver raggiunto il suo best ranking, dovrebbe essere quantomeno n.24 anche se dovesse perdere malauguratamente con la Kasatkina (n.20 WTA ma ex n.10) che fin qui è la tennista che ha perso meno game di tutte, perfino dela Swiatek. Papà Giorgi fa capire che la Swiatek è forte ma non è imbattibile…”Quando Camila ci ha giocato finchè è stata bene è stata in partita…Ma con la Kasatkina sarà dura, molto dura, perché la russa è una ragazza molto intelligente, varia molto, smorzate, lob, non gioca mai una palla uguale all’altra, è più forte della Sabalenka” dice convinto. Ma certo dopo che Camila ha vinto 12 degli ultimi 13 game è più facile dirlo.
Avevo detto in mattinata che avrei sottoscritto due vittorie su tre negli incontri degli azzurri, ma quando ho visto giocare Sonego nel secondo e nel terzo set, ho sperato nel tris. Non è arrivato anche se Lorenzo ha giocato una delle migliori partite della carriera contro il norvegese Ruud, il primo norvegese a raggiungere gli ottavi nella storia del Roland Garros e nello stesso giorno in cui c’è riuscito anche un danese, Rune. Due leggende del tennis danese, Kurt Nielsen e Torben Ulrich, centrarono questo stesso traguardo nel ’59. Kenneth Carlsen era stato l’ultimo danese, in ottavi a uno Slam: in Australia 1993. Mentre invece non ce l’ha prevedibilmente fatta con Tsitsipas lo svedese Ymer nel giorno della gran festa scandinava.
Il papà di Casper, Cristian si era fermato al terzo turno nel 1995 e nel 1996, come Casper nel 2019 e nel 2021. Ruud è il giocatore che ha vinto più match sulla terra rossa nel triennio 2020-2022: 63. Seguono Tsitsipas 51, Schwartzman 47, Djokovic 42, Ramos Vinolas 40.
Sia Ruud sia Rune erano stati n.1 del mondo junior.
Sonego, che ha attaccato palla dopo palla, e non solo di dritto ma anche di rovescio apparendo miglioratissimo -alcuni dritti da fondo con variazioni continue negli angoli li ha giocati quasi di controbalzo, come fosse demivolee, ma con una velocità di braccio impressionanti – ha detto di aver giocato forse il miglior match della sua carriera e io fra tutti quello che ho visto lo metto alla pari con quelli da lui giocati a Roma quando battè Thiem e Rublev e perse lottando con Djokovic. Se giocasse sempre così, varrebbe certamente più della sua classifica. Un Lorenzo così mi ha fatto sperare di poter raccontare la prima volta di due uomini e due donne italiane insieme nella seconda settimana di una Slam, in ottavi…anche se in realtà Martina stamani alle 11 gioca di domenica con un’altra bielorussa. Se dopo la Sabalenka venisse battuta anche la Sasnovich l’Italia starebbe 2-0 con la Bielorussia…
Il tabellone maschile del Roland Garros 2022
MASCHILE
TDS battute da non TDS – 12
13 Fritz (2T Zapata Miralles)
14 Shapovalov (1T Rune)
16 Carreno Busta (1T Simon)
17 Opelka (1T Krajinovic)
19 De Minaur (1T Gaston)
22 Basilashvili (2T McDonald)
23 Isner (3T Zapata Miralles)
24 Tiafoe (2T Goffin)
25 Davidovich Fokina (1T Grieekspoor)
29 Evans (2T Imer)
30 Paul (1T Garin)
31 Brooskby (1T Cuevas)
TDS battute da TDS – 5 (2 oggi)
2 Medvedev b. 28 Kecmanovic (3T)*
5 Nadal b. 26 Van De Zandschulp (3T)
15 Schwartzman b. 18 Dimitrov (3T)
21 Khachanov b. Norrie 10 (3T)
8 Ruud b. 32 Sonego (3T)*
FEMMINILE – fuori 9 delle prime 10 tds
TDS battute da non TDS – 15
2 Krejcikova (1T Parry)
4 Sakkari (2T Muchova)
5 Kontaveit (1T Tomljanovic)
6 Jabeur (1T Linette)
8 Pliskova (2T Jeanjean)
9 Collins (2T Rogers)
10 Muguruza (1T Kanepi)
12 Raducanu (2T Sasnovich)
13 Ostapenko (2T Cornet)
19 Halep (2T Zheng)
21 Kerber (3T Sasnovich)
25 Samsonova (1T Kovinic)
26 Cirstea (2T Stephens)
30 Alexandrova (2T Begu)
32 Kvitova (2T Saville)
TDS battute da TDS (3T) – 6 (4 oggi)
3 Badosa da 29 Kudermetova (3T)*
7 Sabalenka da 28 Giorgi (3T)*
14 Bencic da 17 Fernandez (3T)
15 Azarenka da 23 Teichmann (3T)
16 Rybakina da 22 Keys (3T) *
24 Zidansek da 11 Pegula (3T)*