Next Gen ATP Finals, Musetti: “Stamattina ero indeciso se giocare, l'ho fatto per rispetto del pubblico”

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Next Gen ATP Finals, Musetti: “Stamattina ero indeciso se giocare, l’ho fatto per rispetto del pubblico”

Dopo la sconfitta contro Draper alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, Lorenzo Musetti spiega quanto abbia pesato “la stanchezza di fine stagione, ma ci avrei messo la firma”

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Lorenzo Musetti – ATP Masters 1000 Parigi-Bercy 2022 (foto via Twitter @RolexPMasters)
 

Il pubblico aveva sperato in un gran match, qualcosa come quello di mercoledì contro Stricker ma con esito diverso, invece Jack Draper si è preso quasi tutta la scena di fronte a un Lorenzo Musetti incapace di esprimere il suo tennis migliore.

Si comincia chiedendo se il problema al braccio o alla mano, manifestato dopo la caduta all’inizio del terzo parziale, possa avere ripercussioni per il prossimo impegno in Coppa Davis, ma per Lorenzo la questione è diversa. “Non c’è stato problema alla mano, il problema era un po’ ovunque. La stanchezza di fine stagione si è vista, non sono riuscito a recuperare dalla partita impegnativa di ieri. Già stamattina, da come mi sono svegliato, ero indeciso se giocare o no. Poi per rispetto anche del pubblico che mi supporta, che mi venuto a tifare in questi giorni, ho provato a fare qualcosa anche se era poco. Poi Jack è stato bravo a imporre il suo gioco fin da subito e non mi ha dato nessuna chance, però oggi c’erano pochissime energie. Alla fine un po’ di sovraccarico del braccio, ma non è da considerare infortunio. Ora è finalmente arrivato il momento di un po’ di riposo prima della Davis”.

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Non è andata come ti aspettavi. Ragionando in prospettiva, si riparte da basi molto solide. A gennaio, ti aspettavi di arrivare a questo punto o sei andato oltre?

Ci avrei messo la firma a fare una stagione del genere, soprattutto il finale, molto bello ma molto impegnativo, come si è visto. Questa è la mia quinta settimana di fila, parecchie partite consecutive. L’anno prossimo con questo ranking avrò modo di gestire meglio la mia programmazione e spero costanza durante i tornei e i match. Un anno buonissimo che si chiude con tanta stanchezza. Ora l’ultimo impegno di squadra su cui puntiamo tanto, quindi cerchiamo di recuperare tutte le energie possibili.

Qual è stato il momento più bello, il primo titolo ATP, la vittoria in casa a Napoli, il best ranking… E cosa chiedi a Babbo Natale per l’anno prossimo.

Il ricordo più bello è stato il primo titolo [l’ATP 500 di Amburgo], per adesso il torneo più importante. Anche a Napoli grande soddisfazione, vincere in Italia è ancora più bello. Non credo tanto a Babbo Natale. Credo al lavoro, anche se la pre-season sarà veramente corta con la United Cup che inizia molto presto. Non lo vedo nemmeno il Babbo Natale italiano, vado direttamente in Australia, quindi dovrò chiederlo a Brisbane. Come dicevo, gli obiettivi sono cambiati, in ogni torneo bisogna avere la mentalità per puntare a vincerlo, preparare ogni settimana pensando di fare il maggior numero di partite. Quello è l’obiettivo principale. Poi ci sono tanti aspetti del mio gioco che dovrò continuare a migliorare ma credo di esere sulla strada giusta.

Ubaldo Scanagatta: Alla United Cup ci siete tu, Berrettini, Vavassori… Sinner ha chiesto di non giocare? Come funziona? A te è stato chiesto di giocare e hai detto ‘sono pronto’?

Dovresti chiedere a Jannik perché non gioca, io non lo so, onestamente. Ho solo saputo della sua… non presenza e ho sfruttato la cosa perché mi interessava questa competizione e mi sono iscritto come tutti fanno, una domanda più per Jannik. Da regola, il capitano dovrebbe essere il coach del numero 1, quindi Vincenzo [Santopadre]. Poi nelle prossime settimane ci organizzeremo tutti essendo una competizione a squadre.

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