2022, l'anno dei grandi ritiri. Serena Williams, Ash Barty e non solo: tutti gli addii al tennis femminile - Pagina 2 di 5

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2022, l’anno dei grandi ritiri. Serena Williams, Ash Barty e non solo: tutti gli addii al tennis femminile

Storie, racconti, aneddoti, vittorie, delle donne del tennis – più o meno famose – che hanno salutato nell’anno che si sta per chiudere lasciando un chiaro segno del loro cammino. Stosur, Puig, Flipkens… La lista non è breve

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Serena Williams - US Open 2022 (foto Twitter @wta)
 

Catherine Bellis 20/01/2022 – Grande promessa del tennis a stelle e strisce, purtroppo martoriata fin dalla genesi della sua epopea sportiva da una serie indicibile di guai fisici. Classe 1999, ventidue anni compiuti lo scorso 8 aprile. Vincitrice juniores del Trofeo Bonfiglio e finalista in doppio con Marketa Vondrousova all’Open di Francia junior, sempre nel 2014. Nel dicembre dello stesso anno, conquista la prima posizione mondiale riservata ai teenagers. Da Pro, nel 2016, ad appena 17 anni si spinge sino al 3°T dello US Open. La tempesta di infortuni, però, è dietro l’angolo. Dopo aver raggiunto il n. 35 della classifica, tra il 2018 e il 2019 è costretta ad affrontare ben quattro diverse operazioni chirurgiche riguardanti il polso ed il gomito, che di fatto mandano in frantumi la sua carriera sul campo dando contemporaneamente vita ad un nuovo capitolo. Un percorso di laurea che sta per giungere a compimento e che le aprirà nuovi orizzonti.

Kristie Ahn 04/03/2022 – Ex Top 100 statunitense, che a meno di 30 anni ha scelto un’altra strada: rimanere nel mondo del tennis per curare i social network del torneo di Amburgo. Estremamente curiosa e particolare, la storia della tennista di origini coreane. Svariate le peripezie vissute a contatto con lo sport del diavolo, esordisce a livello Slam qualificandosi per il main draw 2008 della Grande Mela. Un risultato raggiunto da sedicenne, che lasciava presagire un futuro radioso. Al contrario, invece, la precocità di quel primo turno agguantato allo US Open, non fece altro che perseguitarla per il decennio successivo. Un romanzo che infatti trovò pieno compimento solo nel 2019, quando da Carneade assoluta rinverdì il proprio legame con il tennis spingendosi sino al 3°T e facendo fruttare l’invito ricevuto. Due grandi scalpi, due campionesse Major come Kuznetsova e Ostapenko buttate fuori da un’abnegazione difensiva fuori dal comune. D’altra parte, se giochi nel tuo giardino di casa di certo non hai nessuna intenzione di sfigurare. Ebbene sì, la favola di Kristie nata proprio a Flushing – quartiere del Queen’s -, a pochi passi dal torneo, la vide quattordici anni orsono dirigersi verso scuola dopo aver perso all’esordio come se nulla fosse. Prima di riallacciare il filo del destino, in mezzo, il rifugio nelle pieghe dello sport universitario. Quello di altissimo livello a Stanford, con i Cardinal vinse il titolo del 2013 – assoluti dominatori dei campionati a squadre femminili, 20 affermazioni su 38 titoli universitari -. Laureatasi in Scienze, Tecnologia e Società, era pronta a gettarsi nel mondo degli affari in cerca di un’occupazione stabile così come avrebbero desiderato i genitori. Ma alla fine, prevalse il professionismo della racchetta pur lasciando latente la sensazione che la doppia scelta potesse solamente diventare un’arma a doppio taglio. Poiché quando hai a disposizione un’alternativa, essa può essere molto demotivante per la strada primaria incutendo un vuoto interiore che esorta a chiederti se ne valga ancora la pena. Continuava infatti a ricevere costante pressione dalla famiglia, e i risultati faticavano a decollare: così ecco l’ennesimo burn out della sua carriera, aveva deciso che il 2017 sarebbe stato il suo ultimo anno da tennista. Invece, sembra sempre che qualcosa si frapponga tra lei e il ritiro: rinasce, e da essere fuori dalla Top 200 ritorna a ridosso delle prime cento. Poi, il nuovo sprofondo in classifica. Questa volta, è la nomina a membro del consiglio WTA a tenerla in “vita”; un mandato biennale da poter inserire nel curriculum lavorativo per la gioia del padre. Ora, però, è veramente arrivato il momento di girare definitivamente pagina.

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