Superscoop: il (finto) diario di Roger Federer

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Superscoop: il (finto) diario di Roger Federer

Se Roger Federer dopo il ritiro avesse deciso di affidare a un diario le sue più intime riflessioni, cosa scriverebbe? Abbiamo provato a immaginarlo

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Roger Federer presenta i suoi modelli di scarpa per On (Credit: @rogerfederer on Twitter)
 

24 Settembre

Ieri è stato il giorno più bello e più triste della mia vita: com’è noto a tutti ho dato l’addio al tennis, giocando un doppio con il mio amico Rafa. Alla fine del match eravamo tutti in lacrime, persino Nole… però sospetto che nel suo caso fosse per la contentezza. Pazienza se non sono riuscito a vincere la partita, anche se ci tenevo tanto. Ho apprezzato molto lo spirito agonistico con il quale i nostri avversari – due americani di cui non ricordo il nome – hanno interpretato l’incontro annullandomi pure un match point al servizio. Bravi ragazzi, così si fa!

30 Settembre

Ho visto un video in cui Panatta definisce “trogloditi” i due americani che nel corso del doppio d’addio hanno più volte attentato all’incolumità mia e di Rafa prendendoci a pallate a distanza ravvicinata.

Il dizionario definisce così un troglodita: abitatore delle caverne.

Quel Panatta… sempre un po’ sopra le righe… Caro Adriano, devo ricordarmi di mandargli una cassa di champagne a Natale per ringraziarlo.

21 Ottobre

Era quasi verso sera (che Roger si sia ispirato a “l’Armando” di Jannacci? nda), stavo giocando nel giardino di casa contro uno dei gemelli – credo Leo, ma poteva anche essere Lennart – quando il giudice arbitro ha bruscamente messo fine al match ordinando al bambino di prepararsi per la cena e a me di mettermi una tuta, perchè “alle 7 di sera in autunno non è il caso di stare in pantaloncini e maglietta all’aperto”. “ Quindi secondo te – le ho detto – dovrei giocare in tuta sul Centrale di Wimbledon? Mai!” Mi ha fissato a lungo con uno sguardo che mi è parso triste; poi ha scosso la testa, si è girata ed è rientrata in casa senza dire una parola.

PS: telefonato a Roberto Ferri per gli auguri di compleanno.

1 Novembre

Dopo una  settimana passata a letto con febbre e bronchite sono finalmente uscito di casa. Per svagarmi sono andato a Losanna a vedere i lavori della nuova linea metropolitana. Per qualche ora mi sono davvero divertito e sono riuscito a non pensare al tennis; ho anche dato alcuni buoni consigli al capocantiere su come usare la scavatrice; ad un certo punto però mi si è rivoltato contro sbraitandomi in faccia “ ma pensa ai tuoi match point e smettila di scocciarmi”.

Se non lo metteva k.o. Mirka lo facevo io.

20 Novembre

Oggi mentre guardavo Djokovic eguagliare il mio record di vittorie alle Finals battendo in finale il diligente Ruud, mi tornava alla mente il ritornello di una canzone italiana che fa così: “tutto il resto è noia, no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia”.

Sto persino iniziando a considerare la possibilità di darmi al paddle.

30 Novembre

Alla fine è successo: ho ceduto all’insistenza di amici e parenti e per la prima volta in vita mia ho fatto una partita a paddle. È stata anche l’ultima. Un gioco di racchetta e pallina in cui si passa la maggior parte del tempo a fare pallonetti può forse andare bene per Murray, non per me.

12 Dicembre

Mi ha telefonato Djokovic per gli auguri di Natale. Come prima cosa mi ha chiesto se mi fossi goduto la sua vittoria alle Finals. “Molto”, gli ho risposto. Poi gli ho detto: “senti, se non hai di meglio da fare il 24 dicembre verresti a Basilea? Manca il compagno del bue nel presepe vivente della cattedrale”. Mi ha sbattuto il telefono in faccia.

Fortuna che è un tipo spiritoso.

15 Dicembre

Anche Rafa mi ha chiamato per gli auguriAbbiamo parlato del più e del meno e alla fine gli ho chiesto come va il piede. “Alla grande – mi ha risposto –  ho trovato un luminare che è in grado di clonarmi il destro e sostituire il sinistro prima di ogni partita. Certo, c’è il rischio che a furia di tenerlo in freezer alla lunga diventi inutilizzabile e io sia condannato a camminare con due piedi destri per il resto dei miei giorni, ma vuoi mettere la soddisfazione di vincere altri 10 Roland Garros consecutivi?” “ Scelta ineccepibile – gli ho risposto – come quella di chiamare il tuo primogenito Rafael. Peccato non ci abbia pensato io: Roger e Roger… altro che Leo e Lennart”

Mi chiedo se quel luminare sia in grado di fare la stessa cosa con le ginocchia. Approfondirò.

18 Dicembre

Mi sono commosso nel vedere Messi alzare la coppa (del mondo, nda). Un po’ perché mi piacciono le fiabe a lieto fine, e un po’ perché mi sono venute in mente le 103 volte in cui sono stato io ad alzarne una, seppure non ricordi che qualcuno mi abbia mai fatto indossare una vestaglia prima di farlo.

24 Dicembre

Caro diario, ci sono tutti gli ingredienti per passare un felice Natale: la neve; l’albero, decorato metà con le palline di vetro che piacciono a Mirka e ai bambini e metà con quelle da tennis che piacciono a me; la mangiatoia nella grotta in cui come ogni anno passerò questa santa notte; tre giovani promesse del tennis svizzero che domattina mi porteranno i doni; il conto in banca a nove cifre prima della virgola.

Eppure….

31 Dicembre

Caro diario, per fortuna questo 2022 è giunto al termine. Un anno triste, in cui ho dovuto arrendermi alle ragioni dell’età e dare l’addio a due persone a cui volevo bene, Gianni e Nick. Perciò non credo di peccare di egoismo se riservo a me stesso l’augurio per il 2023: “Padre mio che sei nei cieli non indurmi nella tentazione del Grande Ritorno”. Non voglio emulare quei campioni di pugilato che tornano sul ring dopo essersi ritirati e poi tornano a casa mesti e pesti.

Tuttavia sono certo che a me non succederà. Io non sono come loro. Io sono Roger Federer!

Ma ricordo ancora – e ne ho nostalgia – l’odore dell’erba di Wimbledon. 

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