E rimasero in due: Djokovic e Nadal a confronto alla vigilia del primo Slam dell'anno

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E rimasero in due: Djokovic e Nadal a confronto alla vigilia del primo Slam dell’anno

Tutti i numeri della più grande rivalità della storia del tennis tra Novak Djokovic e Rafael Nadal. 60° faccia a faccia in vista a Melbourne?

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Originariamente erano in quattro, i Fantastici Quattro, o per meglio dire, i Fab Four: Novak Djokovic, Roger Federer, Andy Murray, Rafael Nadal, in rigoroso ordine alfabetico. Hanno riscritto la storia del tennis, costruito miti e partite leggendarie che ancora riecheggiano, ma l’età che avanzava e gli acciacchi dello svizzero, insieme a un’anca di ferro per Sir Andy, hanno lasciato solo due di loro ancora in cima. Nole e Rafa, Rafa e Nole, ancora loro quasi 17 anni dopo quel primo incontro, il 7 giugno 2006, quando il serbo dopo due set fu costretto al ritiro, spianando al maiorchino la strada verso il suo secondo Roland Garros. Da allora, di Coppe dei Moschettieri Nadal ne ha vinte altre 12, arrivando a 22 Slam totali (record assoluto che Djokovic è intenzionato a superare come ha ammesso lui stesso in conferenza), con Nole sempre lì, a vincere e dominare, forse in maniera a tratti anche più netta di quanto il mancino di Manacor sia mai riuscito a fare. L’attuale n.5 del mondo è però fermo a quota 21 Major, e sogna proprio nell’imminente Australian Open di poter raggiungere l’eterno rivale in cima, oltre a diventare il secondo giocatore della storia ad avere una doppia cifra in termini di vittorie in un singolo torneo dello Slam (l’altro lo abbiamo già scoperto tra le righe precedenti).

E l’occasione per Nole sarebbe non solo quella di raggiungere Nadal a quota 22, ma di farlo battendolo in finale in quella che sarebbe la loro sessantesima sfida, con il serbo che conduce per 30-29. Già, un tabellone che sembra voler indirizzare tutto ad una “resa dei conti finale” tra i due, che non solo si sono incrociati così tante volte nella loro carriera, ma in tanti numeri, e forse anche aspetti, sono simili. Partiamo dal numero di trofei vinti: entrambi sono a quota 92, con il serbo che ha vinto 38 Masters 1000 contro 36, e 6 ATP Finals in loco dell’unico titolo di rilievo che manca a Rafa. Lo spagnolo, da parte sua, può vantare un oro olimpico e 5 trionfi in Coppa Davis (dove certo anche il livello del resto del team incide), anche se deve scontare un ampio distacco per quanto riguarda le settimane trascorse al primo posto del ranking mondiale, 209 contro 373, che va anche, senza dirlo, a costituire il primato di ogni epoca. Record assoluto, che può vantare Djokovic, anche per quanto riguarda i premi accumulati in carriera (solo dai montepremi nei tornei): 156,136,601 dollari americani contro i 128,081,950 di Rafa.

Dei due il più anziano è lo spagnolo – seppur di poco meno di un anno – che gira nel circuito dal 2001, e ha addirittura affrontato 2 volte (battendolo in entrambi i casi) l’attuale coach di Djokovic, Goran Ivanisevic. Nole sarebbe arrivato nel circuito solo nel 2003, vincendo il primo titolo sulla terra di Amesfoort, in Olanda, il 23 luglio del 2006. Chiaramente anche il primo titolo di Nadal arrivò sulla terra rossa, ma due anni prima, il giorno di ferragosto 2004 all’Orange Prokom Open di Varsavia. Una carriera iniziata quasi in simultanea, e proseguita con continue rincorse e illusioni, tallonamenti e duelli epici, sfidandosi anche per precocità: Nadal arrivò in top 5 per la prima volta a 18 anni e 11 mesi, Novak a 19 e 11 mesi, quasi esattamente due anni dopo l’ingresso del mancino di Manacor, che all’esordio del serbo tra i primi 5 al mondo aveva però già vinto anche due Roland Garros. Andando a misurare un altro dato certamente importante quando si confrontano due grandissimi, vale a dire la percentuale di vittorie, assistiamo a un ennesimo bilancio praticamente uguale: 83,5%, con un record di 1035-204 per Diokovic, e 83,1%, con un 1065-216 per Nadal, dunque ancora una volta un viaggio su binari paralleli, in questo caso lungo tutto una carriera.

 

Un’ultima variabile da esaminare, che alla vigilia del primo Slam della stagione ha un peso ancor maggiore, sono i numeri dei due nei tornei dello Slam (con un occhio di riguardo all’Australian Open, che potrebbe scrivere un’ennesima pagina di storia). Se Nadal è primo per trofei vinti, ad aver disputato più finali è però Djokovic, con 32, la prima delle quali allo US Open 2007, persa in tre set da Federer (che è secondo nella speciale classifica a quota 31); Nadal occupa la terza posizione, con 30 atti decisivi Major alle spalle, con la prima finale che coincise anche con la prima vittoria, al Roland Garros 2005 contro Puerta. Un po’ più ampio (seppur ancora abbastanza esiguo) il margine tra i due per quanto riguarda le semifinali Slam, con Nole che conduce per 43 a 38…ma se ci focalizziamo solo sul Down Under, la rivalità assume nette tinte serbe.

Il cannibale di Belgrado si è affermato ben 9 volte su 9 finali giocate a Melbourne, mentre Rafa può vantare “solo” 2 titoli, a fronte di 6 finali raggiunte, che comunque dimostrano la predisposizione ad arrivare in fondo anche qui del maiorchino. Infine, i numeri delle semifinali raggiunte all’ombra della Rod Laver Arena sono speculari agli atti conclusivi: ancora 9 per il serbo, che quando arriva tra gli ultimi quattro in Australia vince sempre, mentre 7 semifinali per Nadal, con l’unica sconfitta per mano di Jo Tsonga nel 2008. E, ironia della sorte, il francese perse in finale proprio contro Nole, che quel 27 gennaio 2008 conquistò il primo dei suoi 21 titoli Major. Domani inizierà un’altra avventura, forse per uno dei due l’ultima (anche se lui è profondamente in disaccordo), in terra australiana, dove diedero vita, il 29 gennaio 2012, alla finale più lunga della storia degli Slam, 5 ore e 53 minuti di partita, vinta da Djokovic 7-5 al quinto. Curiosamente era il loro trentesimo incontro, e tra due settimane, esattamente 11 anni dopo, il 60° potrebbe ancora valere il titolo dell’Australian Open. Perché gli anni passano, cambiano scenari e avversari, regolamenti, si riducono i Fab, ma due sono ancora lì, rimasti a incantare, e tracciare storia, non cronaca.

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ATP Miami, Fritz: “Ora almeno 10, 15 tennisti possono vincere i grandi tornei, è fantastico”

Il tennista americano Taylor Fritz vuole essere protagonista: “Mi sento di avere le stesse possibilità di chiunque altro”

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Taylor Fritz - Indian Wells 2023 (foto Twitter @bnpparibasopen)

Taylor Fritz vuole essere grande protagonista in questo Masters 1000 di Miami. Si sente abbastanza bene e vuole continuare a dimostrarlo strada facendo. Il suo debutto nel torneo è stato positivo e ha eliminato Nava in due set. Ad eccezione di quel break iniziale subito dopo aver commesso due doppi falli, la sua gara è stata straordinaria. “Sono stato bravo – afferma l’americano – a recuperare prontamente il break di svantaggio nel primo set e ritengo di aver giocato un ottimo tennis. Soprattutto nel secondo parziale, quando ero molto più rilassato, ho giocato una gara solida. Per essere l’inizio va bene”.

Fritz si sente a suo agio sui campi di Miami e ha sentito tanto tifo in occasione del suo esordio ed è felice di essere protagonista in questa fase del tennis in cui c’è un ricambio generazionale doveroso, con Djokovic e Nadal assenti e Federer ritirato: “Sono felice del momento, un’Era nella quale posso ancora crescere tanto per continuare il mio percorso. C’è davvero la sensazione che tutti possano vincere. Io direi almeno 10, 15 tennisti hanno queste chance, si tratta solo di vedere chi gioca meglio quella settimana. È cambiato molto per me nell’ultimo anno e mezzo o giù di lì perché ho sempre voluto vincere tornei, e molte volte mi è sembrato altamente improbabile che ciò sarebbe accaduto con molti di questi ragazzi nei sorteggi visto quanto erano imbattibili. Quindi è fantastico sentire di poter partecipare a questi tornei e rendersi conto di avere le stesse possibilità di chiunque altro di vincere“.

Il derby tutto americano con Nava ha segnato il suo esordio. Si sente, ovviamente veterano, nei confronti del classe 2001 e n. 187 del ranking: “E’ sulla strada giusta e deve solo giocare più gare di questo livello per scalare la classifica. Contro di me ha cercato di vincere ogni punto, ma poi è calato, perché non puoi avere questo ritmo per tutta la gara. Ma il suo livello è molto buono. Sono errori che si fanno quando sei giovane e giochi poco”.

 

Morgan, la ragazza di Taylor Fritz, sta spopolando sui social mostrando contenuti del dietro le quinte dei tornei. Era qualcosa che i tifosi cercavano, visto il gran successo che lei ha riscontrato su TikTok e Youtube: “È sempre stato uno dei suoi obiettivi rendere il tennis più popolare al di fuori del circuito e dei suoi appassionati. Con i social riesci davvero a raggiungere tutti senza limitazioni, è davvero straordinario. Nella nostra generazione di tennisti la comunicazione è molto importante, ti rende ancor più popolare oltre ai risultati che ottieni sul campo. Non c’è niente di sbagliato nel voler solo giocare a tennis e avere la tua vita e far vedere quello che fai. E’ un modo prezioso per far crescere il tennis”.

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ATP Miami, doppio: subito fuori Fognini/Bolelli. Eliminati anche i campioni dell’Australian Open

La coppia italiana cede ai maestri Ram/Salisbury. Avanzano i numero 1 Koolhof/Skupski che eliminano i campioni dell’Australian Open 2023 Hijikata/Kubler

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Fabio Fognini e Simone Bolelli – Davis Cup 2022 by Rakuten Bologna

Non solo singolare. Ha iniziato a muovere i primi passi anche il tabellone di doppio del Miami Open presented by Itaù 2023 e non sono mancate sfide emozionanti e sorprese.

Per i colori italiani vi era un unica coppia al via, ma l’avventura in Florida è finita rapidamente. Ovviamente il team made in Italy presente in tabellone era la coppia composta da Bolelli e Fognini. I “Chicchi”, tuttavia, non erano stati fortunati nel sorteggio trovando subito la coppia numero 2 del seeding composta dai “maestri” Rajeev Ram e Joe Salisbury. 6-4 6-3 il punteggio a favore della coppia anglo-americana a cui è stato sufficiente un break nelle fasi finali di ognuno dei due set per portare a casa la partita. Bolelli e Fognini dal canto loro hanno avuto tre palle break nel corso del match ma gli avversari sono stati bravi ad annullarle tutte.

Dopo i quarti di finale raggiunti ad Indian Wells, arrivano uno stop prematuro per i due italiani che rallentano la loro corsa nella Race verso Torino, che li vede al momento alla posizione numero 22. Il successo nell’ATP 250 di Buenos Aires rimane il miglior risultato in questo inizio di stagione dei “Chicchi

 

Al secondo turno Ram/Salisbury affronteranno una coppia composta da due singolari a stelle e strisce. Due top 40 come Tommy Paul e Ben Shelton che hanno strappato il pass per il secondo turno, aggiudicandosi per 10-8 al match tie-break la sfida con i due teenager Damm/Shang, omaggiati con una wild card.

Se le teste di serie numero 2 non hanno avuto particolari problemi ancora meglio è andata ai numero 1 del seeding Wesley Koolhof/Neal Skupski. La coppia anglo-olandese era stata sorteggiata al primo turno con i vincitori dell’Australian Open 2023 Rinky Hijikata e Jason Kubler. Nonostante le premesse di match combattuto, la sfida è stata a senso unico. 6-1 6-2 il risultato finale per i primi favoriti del tabellone, vendicando la sconfitta patita in Australia.

Koolhof/Skupski hanno convertito sei delle nove palle break con due partenze a razzo che hanno annichilito i rivali, visto che in entrambi i set si sono trovati rapidamente a condurre 4-0.

Molta curiosità per una nuova coppia che si è creata nel circuito, quella composta dallo statunitense Austin Krajicek e il francese Nicolas Mahut. Krajicek si è presentato a Miami orfano del suo abituale compagno Ivan Dodig, out per infortunio.

Nonostante fosse la prima volta insieme il duo franco-americano è riuscito a sorprendere i campioni olimpici e vincitori del Miami Open 2021 Nikola Mektic e Mate Pavic. Krajicek/Mahut si sono aggiudicati il primo set e nel tie-break del secondo set hanno anche avuto un match point. Il set poi ha preso la direzione dei croati che si sono trovati a condurre 6-4 nel match tie-break. Da quel momento Krajicek/Mahut hanno messo il piede sull’acceleratore e con un parziale di sei punti a uno hanno chiuso la pratica 6-3 6-7(6) 10-7. Al secondo turno il duo franco-americano partirà favorito contro la coppia Matos/Vega Hernandez, trionfatori contro gli spagnolo Munar/Zapata Miralles.

Tra coloro che sono approdati al secondo turno vi sono gli olandesi Haase/Middelkoop, vincitori in due set su Baez/Etcheverry, Bublik/Kecmanovic, che regolano con un doppio 6-3 Cachin /F. Cerundolo, e gli statunitensi Lammons/Withrow che si aggiudicano la sfida contro gli alternate Escobar/Reboul con un doppio tie-break.

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ATP Miami, Alcaraz: “Vincerò un altro Slam”

Il tennista spagnolo dopo il successo contro Bagnis parla dell’importanza della vita fuori dal campo: “Devo prendermi cura di me stesso un po’ di più, sinora non l’ho fatto così bene come avrei voluto”

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Carlos Alcaraz - Indian Wells 2023 (foto Ubitennis)

Si rivela poco più che una formalità l’esordio del numero 1 al mondo Carlos Alcaraz al Miami Open presented by Itaù 2023. Il tennista spagnolo ha lasciato solo due game al malcapitato Facundo Bagnis in una sfida durata poco più di un’ora di gioco. Nella conferenza stampa post partita il tennista spagnolo ha ribadito la voglia di conquistare un altro torneo del Grande Slam, focalizzandosi sull’importanza di ciò che accade fuori dal campo.

D. Hai detto che l’anno scorso questo è stato un torneo molto importante per te. Quando hai vinto qui, forse hai pensato di poter vincere un Grande Slam. Ad un anno di distanza, quanto ti senti cambiato rispetto a quella persona che ha giocato il suo match di primo turno qui l’anno scorso?
ALCARAZ: “è diverso tornare qui come campione in carica. Penso che quando ho detto lo scorso anno non è sbagliato, ero pronto a vincere un Grande Slam. Adesso dirò la stessa cosa: vincerò un altro torneo del Grande Slam. Ovviamente è fantastico giocare qui. Giocare un primo turno qui non è diverso rispetto allo scorso anno. L’unica differenza è che quest’anno ho giocato sul Campo Centrale, non è stato così lo scorso anno.”

D. Pensi di essere cambiato come persona?
ALCARAZ: “Sono cresciuto molto dall’anno scorso. È stato un anno fantastico per me come giocatore ma anche come persona. Ho imparato molte cose, non solo in campo ma anche fuori.

 

D. Ti stai approcciando a questo torneo come campione in carica o lo stai affrontando come se fosse un nuovo torneo?
ALCARAZ:Come un nuovo evento. Cerco di non pensare al fatto di essere campione in carica. Sto cercando di non pensare che ho vinto qui nella passata edizione. Dico sempre la stessa cosa quando gioco la prima partita in un torneo: per me è sempre qualcosa di nuovo. Vivo la cosa giorno dopo giorno, turno dopo turno, cerco di giocare al meglio ogni giorno e provo anche a divertirti in ogni partita. Questo è l’unico obiettivo e l’unico pensiero nella mia mente in ogni partita.”

D. Lo US Open, è stato uno sforzo fisico enorme per te. Si è trattato di vincere match al meglio dei cinque. Hai giocato fino a tarda notte. Guardando indietro, pensi che ciò abbia contribuito ai problemi fisici che ti hanno fatto saltare l’Australian Open?
ALCARAZ: “Direi di no. Non ha avuto impatti sul mio problema fisico. Era passato molto tempo dallo US Open e il mio primo infortunio è stato a Parigi. Mi sono ripreso molto velocemente e molto bene. Direi che si tratta solo sfortuna. Probabilmente non mi sono preoccupato abbastanza di tutti gli aspetti fuori dal campo. Ma lo US Open non ha influito su questo.”

D. Questa settimana abbiamo parlato di te con Andy Murray. Ha detto che gli piace il modo in cui giochi senza pensieri. Nella sua carriera, ha detto che poteva giocare così solo quando aveva 18 o 19 anni. Quando è cresciuto, è diventato più difficile perché aveva molti più pensieri nella sua testa. Pensi che questo possa accadere?
ALCARAZ: Probabilmente sì. Devo approfittare di questo momento, visto che sono abbastanza giovane. Sono d’accordo con quello che ha detto. Sono giovane e non mi preoccupo di nient’altro se non di giocare e divertirmi in campo. Questa è l’unica cosa. Probabilmente quando sei più grande, pensi di più.”

D. Ad Eurosport, hai dichiarato che hai dovuto cambiare alcune cose per proteggerti dagli infortuni. Puoi dirci cosa hai dovuto cambiare? Devi essere a letto ogni sera alle 9:00, non puoi bere qualcosa con i tuoi amici o cose del genere?
ALCARAZ: “Ho detto che devo prendermi cura di me stesso un po’ di più fuori dal campo, preoccupandomi di andare a letto presto, riposare meglio, mangiare bene, prendermi cura di me stesso fuori dal campo. Questa è la cosa più importante per me. Direi che sinora non l’ho fatto così bene come avrei voluto. Ma dopo l’infortunio di gennaio ho iniziato a gestire meglio le situazioni fuori dal campo.

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