Australian Open, Rybakina in semifinale con fiducia: "Se ho vinto a Wimbledon posso farlo di nuovo qui"

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Australian Open, Rybakina in semifinale con fiducia: “Se ho vinto a Wimbledon posso farlo di nuovo qui”

“Non mi importa su quale campo mi mettono, io penso solo a giocare”. Con questo spirito la kazaka supera Ostapenko e afferma: “Non credo di aver già toccato l’apice della mia carriera”

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Elena Rybakina - Australian Open 2023 (foto Twitter @wta)
 

Per molti la vittoria di Rybakina a Wimbledon era stata un caso, frutto dell’imprevedibilità del tennis femminile e dello spazio che questo lascia anche alle giocatrici non di primissimo ordine. Il mancato incasso dei 2000 punti che, in condizioni normali, le sarebbero spettati per la vittoria di uno Slam non ha certo aiutato la kazaka di origini russe a far cambiare idea a chi la considerava l’ennesima meteora di questo periodo storico. A causa della classifica rimasta sostanzialmente bloccata, Elena ha avuto qualche difficoltà a confermarsi nell’immediato post-Wimbledon (per intenderci, ha dovuto giocare i ‘mille’ americani e quello di Guadalajara da unseeded, senza testa di serie), ma quello che sta facendo in questi giorni a Melbourne è una prova inconfutabile del suo valore.

La vittoria su Ostapenko 6-2 6-4, seguita a quella su Swiatek, l’ha portata in semifinale e ora Elena vuole sfruttare la sua esperienza di campionessa Slam: “Quello che ho vissuto a Wimbledon mi sta aiutando qui in Australia, ora so cosa aspettarmi e quindi è tutto più facile. Ho già vinto e quindi sono convinta di poterlo fare di nuovo”.

D: Durante la partita c’è stata una sospensione per pioggia ed era un momento importante visto che stavi per giocarti una palla break. Come hai trascorso quel tempo? Come ti sei preparata per essere subito pronta alla ripresa del gioco?

RYBAKINA: Ero avanti 3-1 (nel primo set, ndr), ed era, come hai detto tu, palla break a mio favore, ma credo che sia stato comunque un po’ più facile per me. Sapevo che lei serve molto bene, e quindi quel game non era decisivo per me perché ero già in vantaggio e dopo avrei servito io. La pausa non è stata molto lunga, quindi sono rimasta un po’ in palestra, mi sono riscaldata di nuovo, ho parlato con il mio team e sono tornata in campo.

D: Volevo chiederti del suo servizio. È sempre stato il colpo più importante del tuo gioco? È qualcosa che hai sviluppato molto nel corso degli anni? Se sì, come ha fatto a diventare l’arma che è oggi?

RYBAKINA: Direi che ho sempre servito in maniera incisiva, ma sicuramente quando ho iniziato a lavorare con il mio allenatore, abbiamo apportato molte modifiche alla tecnica. In questo modo, ho acquisito ancora più potenza. Sì, è la mia arma principale in campo, e ovviamente stiamo cercando di lavorarci su: c’è sempre molto da migliorare.

D: Sei la giocatrice con più ace in questo torneo. È successo anche a Wimbledon. Pensi che sia un’arma che non viene utilizzata abbastanza nel gioco femminile?

RYBAKINA: È difficile dirlo per me, perché credo che, rispetto alle altre ragazze, io sia piuttosto alta. Comunque non è solo una questione di altezza. È molto importante avere una buona tecnica biomeccanica e mettendo tutto insieme si può servire meglio. Io sono soddisfatta del mio servizio. Molte altre ragazze sono a posto, magari non a livello di velocità, ma hanno buone angolazioni e riescono ad aprirsi il campo. Credo che ognuno sia diverso e cerchi di fare ciò che è meglio per lui in campo.

D: Di recente un documentario ha parlato con le giocatrici al riguardo delle opportunità di sponsorizzazione e su come questo le abbia aiutate nel corso della loro carriera. Nel corso della tua carriera hai riscontrato un sostegno sufficiente?

RYBAKINA: Penso che ovviamente avrei potuto ottenere più supporto, ma credo di essere in una fase della mia carriera che ovviamente non è l’inizio, ma nemmeno l’apice: penso di avere ancora molti anni davanti. Vedremo cosa mi riserverà il futuro.

D: Hai dovuto giocare la partita di primo turno sul campo 13. Ti ha dato fastidio visto che sei la campionessa in carica di Wimbledon?

RYBAKINA: In realtà no. In questo torneo mi sto concentrando solo sul giocare una partita alla volta e non importa su quale campo. Ero molto focalizzata sul match e ho cercato di fare del mio meglio in campo. Il resto non aveva importanza in quella situazione.

D: La tua avversaria oggi è sembrata piuttosto infastidita per molte chiamate di hawk-eye live. È una cosa che hai notato e che ha rappresentato una distrazione per te?

ELENA RYBAKINA: Sì, certo che l’ho notato. Dopo, sullo schermo, si vedeva che la palla toccava appena la riga, ma penso che sia successo un po’ in entrambi i sensi. Ovviamente ho visto che Jelena non era contenta. Ma credo che entrambe siamo giocatrici molto aggressive e abbiamo cercato di spingerci a vicenda, di metterci sotto pressione fin dalla prima palla. Quindi direi che è stato un po’ in entrambi i sensi.

D: Guardando avanti, affronterai Pegula o Azarenka. Puoi parlarci di queste due giocatrici e se le consideri avversarie difficili?

RYBAKINA: Sì, sicuramente sono avversarie difficili per me. Ci conosciamo bene. Ho giocato un match molto combattuto contro Jessica a Guadalajara (sconfitta in tre set, ndr), ma lì c’erano anche condizioni particolari. E lo stesso contro Vika a Indian Wells (vittoria in due set, ndr). Come sempre cercherò di prepararmi al meglio, cercherò di guardare le partite, di analizzarle, di pensarci su e sicuramente darò il meglio di me in campo.

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