Coppa Davis: l'Austria vince il doppio, ma Coric porta la Croazia alle Finals

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Coppa Davis: l’Austria vince il doppio, ma Coric porta la Croazia alle Finals

Dopo che Erler e Miedler avevano battuto a sorpresa Dodig e Mektic, ci pensa Borna Coric a conquistare il punto decisivo per la Croazia superando in due set Dominic Thiem

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Borna Coric, Coppa Davis 2023 (Foto: Mario Ćužić/HTS)
 

CROAZIA – AUSTRIA 3-1

Dal nostro inviato a Fiume

Ci ha provato l’Austria a mettere il bastone tra le ruote alla Croazia, la nazione in testa al ranking mondiale a squadre. Nel primo match della seconda giornata, infatti, la coppia austriaca formata da Erler e Miedler si è imposta sorprendentemente in due set (il secondo dopo da un tie-break thrilling, vinto 13-11) sulla coppia croata composta da due top player della specialità come Mektic e Dodig, rinviando il discorso qualificazione al match tra i due n.1 Borna Coric e Dominic Thiem. Ma l’ex n. 3 del mondo ha fatto match pari solo nel primo set, perso al tie-break, prima di capitolare nettamente nel secondo di fronte all’asfissiante pressione da fondo del tennista di Zagabria. Croazia qualificata dunque alle fasi finali: e considerando che ai protagonisti di oggi si uniranno anche Marin Cilic e Mate Pavic, assenti a Fiume per infortunio, la nazionale balcanica va inserita di diritto tra le compagini da considerare per la vittoria finale.

Erler/Miedler (AUT) b. Dodig\Mektic (CRO) 6-3 7-6(11)

Al Palasport Zamet di Fiume la seconda e ultima giornata del tie tra Croazia e Austria iniziava con il match di doppio, che avrebbe potuto già risultare decisivo dopo le due vittorie croate in singolare di ieri. Davanti, come ieri, a circa un migliaio di spettatori (la capienza è di 2.300 persone e più o meno la metà dei posti era occupata), la coppia austriaca Erler e Miedler era perciò chiamata ad allungare la sfida. Anche se il pronostico, a guardare il palmares delle due coppie, vedeva favorito il team di casa, dato che i croati potevano schierare due top player del doppio. Nikola Mektic, n. 8 ed ex n. 1 del ranking di specialità, ha vinto 23 titoli –  15 dal 2021 con il suo attuale partner, il connazionale Mate Pavic – tra i quali spiccano Wimbledon e l’oro olimpico nel 2021, ma anche le Finals 2020 con la quale chiuse come meglio non avrebbe potuto la partnership con Koolhof. Insieme a lui, convocato in extremis per il forfait di Pavic, il 38enne Ivan Dodig, attuale n. 11 ATP con un passato da top 5 ma anche da top 30 in singolare (best ranking rispettivamente n. 4 e n. 29), prima di dedicarsi esclusivamente al doppio. Diciannove titoli per lui, tra i quali due Slam: Roland Garros 2015 con Melo e l’Australian Open 2021 con Polasek. Gli austriaci Erler e Miedler, rispettivamente 25 e 26 anni, hanno invece in bacheca solo due trofei ATP, vinti nell’ultimo biennio da quando fanno coppia anche nel circuito. E navigano attorno alla 50esima posizione della classifica mondiale di specialità.

Dodig\Mektic e Miedler\Erler (Foto: Mario ĆUŽIĆ/HTS)

Anche a livello di Davis i numeri, in termini di esperienza e vittorie, erano tutti a favore dei padroni di casa: 9 vittorie su 12 match in doppio per Mektic, 17 vittorie su 30 incontri per Dodig (compresi quelli giocati con la Bosnia-Erzegovina tra il 2002 e il 2006). Gi austriaci invece in Davis hanno esordito lo scorso anno, ed hanno uno score di una vittoria ed una sconfitta. Ecco, questo era l’unico dato in cui facevano match parti con i croati, che insieme hanno giocato solo due volte nella manifestazione e anche loro contano una vittoria e una sconfitta. Quest’ultima è arrivata alle Finals 2019, ultima presenza in Davis di Dodig prima di quella “last minute” di oggi. Per la quale il ct Vedran Martic lo ha ringraziato più volte nelle conferenze stampa di questi giorni (“Anche Dodig si è ritirato all’Australian Open ed ha qualche problemino fisico alla schiena. Ma ha dato la sua disponibilità e lo ringrazio per l’attaccamento alla nazionale”).

L’inizio del match sembrava confermare i pronostici della vigilia, con gli ospiti che dovevano subito annullare una palla break nel primo gioco. Le cose invece cambiavano velocemente dopo pochi minuti. La coppia croata infatti faceva fatica ad ingranare, con Mektic e Dodig che scontavano giocoforza la mancanza di affiatamento rispetto alla coppia avversaria. Il 34enne zagabrese, ad esempio, di solito risponde a sinistra con Pavic, e invece oggi con Dodig è dovuto traslocare a destra: chiaro che gli automatismi alla risposta ne risentissero. Ed anche negli scambi e negli interventi a rete si notava che alcuni schemi non erano oliati. Al contrario degli austriaci, che erano bravi a sfruttare le incertezze degli avversari e ottenevano il break nel quarto gioco. Pur nelle difficoltà, la qualità tecnica dei croati era chiaramente superiore e pertanto ogni game al servizio degli austriaci si trasformava in una battaglia. Ma gli ospiti resistevano, annullavano un’altra palla break nel settimo gioco e nel nono gioco, al quarto set point (due dei quali sprecati con due doppi falli), chiudevano il parziale per 6-3.

Con l’inizio del secondo set gli ottoni ed il tamburi della musicale dei tifosi croati, iniziavano a farsi sentire con maggior insistenza, forse per cercare di infondere ai propri beniamini l’energia necessaria per ribaltare l’inerzia del match.

La banda musicale dei tifosi croati a Fiume (Foto: Mario ĆUŽIĆ/HTS)

Ma gli austriaci non si facevano intimorire, anzi ora tenevano anche loro con sicurezza i propri turni di battuta. Sicuramente i croati erano più belli da vedere, alcuni deliziosi tocchi a rete di Dodig erano la chiara dimostrazione che il 38enne di Medjugorje ha mano e classe superiori, ma la buona solidità alla risposta, l’affiatamento e l’aggressività a rete della coppia austriaca consentiva loro di mantenere il set in equilibrio. Ed anche la claque austriaca sugli spalti iniziava a farsi ben sentire per spingere Erler e Miedeler all’impresa.

Il parziale sembrava destinato a decidersi tranquillamente al ti-break, quando improvvisamente nell’undicesimo gioco, sul 30-0 Austria, i croati piazzavano un paio di risposte vincenti e si procuravano la prima palla break del set, che era anche un set point. Ma Miedler non tremava al servizio e gli ospiti agguantavano il tiebeak. Che era per cuori forti. Si iniziava con una stupenda risposta vincente di Erler, che poi teneva con autorità i suoi due turni di battuta per il 3-0 Austria. I croati ricucivano lo strappo e andavano sul 3 pari dopo un brutto errore a rete di Erler. Che però si faceva perdonare subito dopo con uno smash vincente, prima che fossero i croati a sbagliare a rete e consentire agli austriaci di ottenere un nuovo mini-break. Erler andava a servire e nonostante dei veri e propri miracoli di Mektic sotto rete, arrivava il doppio match point Austria sul 6-4. Qui Miedler non chiudeva una volèe non proprio impossibile da chiudere e Dodig tirava fuori dal cilindro un rovescio incrociato che Erler non riusciva a tenere in gioco. Da lì in poi i servizi avevano il predominio, con entrambe le coppie che costrigevano spesso all’errore in risposta gli avversari. Si proseguiva perciò con una alternanza tra match point austriaci e set point croati, che teneva tutto il pubblico (e gli addetti ai lavori) con il fiato sospeso. Sino al 12-11 Austria, quando sul quinto match point degli ospiti Mektic metteva lunga una volèè di dritto, permettendo così a Erler e Miedler di conquistare (meritatamente) una delle vittorie più prestigiose della loro carriera e all’Austria di sperare ancora nella qualificazione.

B. Coric (CRO) D. Thiem (AUT) 7-6(3)

Dopo l’exploit della coppia austriaca in doppio, ecco diventare decisiva la sfida più interessante del tie, quella tra i due n. 1: Borna Coric e Dominic Thiem. Di fronte due giocatori rientrati da poco meno di un anno nel circuito dopo un lungo stop a causa dei rispettivi infortuni, che hanno costretto entrambi all’operazione chirurgica: Coric alla spalla destra, Thiem al polso destro. Ma mentre il 26enne zagabrese, ex n. 12 ATP, è riuscito a rientrare abbastanza velocemente ad un livello molto vicino a quello ante infortunio, soprattutto alla grandissima iniezione di fiducia e autostima datagli dalla clamorosa vittoria al Masters 1000 di Cincinnati, il vincitore dello US Open 2020 ed ex n. 3 del mondo fa fatica a ritrovarsi. La classifica mondiale rispecchia questo stato delle cose: Coric è n. 23, Thiem n. 99. Tra i due, come abbiamo avuto modo di raccontarvi già ieri, è il croato il giocatore che maggiormente si esalta in Davis: dopo la vittoria di ieri su Novak il suo bilancio in singolare è 15-11, ma con diverse vittorie decisive e soprattutto contro pronostico. Thiem invece, nonostante uno score comunque positivo (9-5), ha talvolta accusato la pressione quando si è trovato a giocare match decisivi in nazionale.

I due giocatori sin dall’inizio hanno cercato di mettere il match sui binari rispettivamente più vantaggiosi. Il croato cercava di allungare lo scambio e spostare il gioco sulla diagonale di rovescio, dove la profondità del suo colpo bimane metteva in difficoltà Thiem. Il 29enne di Wiener Neustadt cercava invece di sfruttare la maggiore spinta sulla diagonale destra. Come dicevamo ieri, non è ai livelli ante infortunio nemmeno da quel lato, ma mentre ieri da quella parte incocciava su quello che – insieme al servizio – è l’arma migliore e più potente di Gojo, oggi poteva contare su qualche km/h in più di velocità rispetto al rispettivo fondamentale dell’altro Borna. Che però da quella parte sa comunque difendersi ed è in grado di ribaltare l’inerzia dello scambio per portarla sulla diagonale a lui più vantaggiosa. Come gli riusciva brillantemente nel settimo gioco, conquistando il break che lo portava sul 4-3. Il set sembrava destinato prendere la strada verso Zagabria (o di rimanere a Fiume, se volete), anche perché fino a quel momento Thiem nei game di risposta aveva raccolto solo le bricole: come ai bei tempi insisteva a rispondere da molto distante dalla linea di fondo, ma senza la potenza che allora gli permetteva di riavvicinarsi con prepotenza al campo si ritrovava costretto a difendersi da lontano, e finiva per soccombere al pressing asfissiante di Coric. Ma l’austriaco aveva uno scatto d’orgoglio e ritrovava d’improvviso sprazzi da top ten: vinceva un paio di scambi prolungati uscendo vittorioso dalla diagonale di rovescio e controbrekkava immediatamente il croato. Che però era bravo a non scomporsi e si rimetteva a tessere pazientemente la sua tela da fondo, noncurante del fatto che Thiem era salito di livello con i fondamentali da fondo, trovando maggiore profondità anche con il rovescio. Sembrava aver ragione lui quando saliva 0-40 e si procurava tre set point nel decimo gioco. Ma Thiem si affidava a servizio e dritto per cancellarli ed annullarne anche un quarto. “Forza Domi” era l’incitamento speranzoso nella lingua degli Asburgo da parte dei giornalisti austriaci alla sinistra di chi scrive (che curiosamente fungeva da elemento separatore, dato che alla destra c’erano invece i croati), dopo il punto del 6-5 Austria. Si arrivava così all’ennesimo tie-break del tie, accompagnati dalle note di “When the Saints Go Marching In” e di “Yellow Submarine”, cavalli di battaglia della band croata quando il gioco si fa duro. Complice il sintetico non velocissimo del Palasport Zamet, gli scambi si erano fatti spesso intensi e prolungati, ed il livello di gioco era indubbiamente salito. Coric era il primo a trovare il mini-break e saliva 3-1, consolidando il vantaggio nei suoi turni di battuta successivi: prima chiamava a rete Thiem e poi lo superava con un pallonetto, schema che già ieri contro Novak aveva funzionato alla perfezione in alcuni momenti importanti del match, e poi chiudeva con una volèe di rovescio per il 5-2. Dopo aver fatto match pari da fondo negli ultimi game, Thiem ora era nuovamente in difficoltà sulla diagonale di di sinistra e di conseguenza era tornato a subire le trame croate da fondocampo. Coric coglieva l’attimo e chiudeva il tie-break sul 7-3. 7-6 Croazia, ad un set dalla qualificazione.

La sensazione a quel punto era che l’inerzia del match fosse a favore della squadra di casa. Sensazione confermata dalle tre palle break consecutive che il tennista zagabrese si procurava nuovamente nel quarto gioco. Stavolta a Thiem il recupero non riusciva, anche perché la prima di servizio era un po’ scesa di efficacia in questo inizio di parziale, e Coric saliva 3-1, per poi allungare sul 4-1 grazie ad un parziale di 12 punti a 3. Con orgoglio il quattro volte finalista Slam cercava di ribellarsi ad un esito che pareva ormai scontato ed i tifosi austriaci sugli spalti intonavano uno speranzoso “Let’s go Domi, let’s go”, quando con uno stupendo rovescio lungolinea il loro connazionale saliva 15-30 sul servizio Coric nel settimo gioco. Ma il croato era imperturbabile e con il servizio rimetteva le cose a posto, per poi –  infilando una striscia di sette punti consecutivi – strappare nuovamente il servizio ad un Thiem ormai rassegnato, chiudendo 6-2 e portando la Croazia alle Finals.

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