ATP Montecarlo, Rune guarda già avanti: "Sono deluso ma il torneo più importante è il Roland Garros"

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ATP Montecarlo, Rune guarda già avanti: “Sono deluso ma il torneo più importante è il Roland Garros”

Sul suo rapporto con il pubblico il giovane danese si è espresso così: “Pretendo rispetto ma è normale ieri tifassero tutti per Sinner”

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Holger Rune - Montecarlo 2023 (foto Twitter @citiopen)
 

La (non) reazione all’ace sul match point di Rublev, la stretta di mano andando incontro all’avversario con annessi complimenti e poi il volto stanco, amareggiato ma non infastidito: Holger Rune ha accettato immediatamente la sconfitta, nonostante il vantaggio sprecato nel terzo set e nonostante non sia certo un tipo a cui piace perdere. Il percorso di crescita di un quasi ventenne, però, passa anche da questi momenti. E poi, sebbene non gli manchi la fame, lui un Masters 1000 lo aveva già vinto. Anche le parole nella conferenza stampa post-partita confermano le prime impressioni: delusione certo, ma anche consapevolezza della propria forza e sguardo già rivolto ai prossimi – giustamente ambiziosi – obiettivi. “Non sono contento, ma fa parte del tennis. Devo solo capire cosa ho sbagliato, cosa posso migliorare e andare avanti, perché il torneo più importante della stagione su terra battuta è il Roland Garros. Devo prepararmi al meglio per quell’appuntamento: questo è ciò che conta”.

Di seguito le altre domande che gli sono state rivolte in sala stampa, tra cui quella del nostro direttore Ubaldo Scanagatta.

D: Come ti senti? Sembravi un po’ stanco alla fine. E sembravi vicino alla vittoria.

RUNE: Sì, ieri è stata una partita lunga. Abbiamo finito tardi. Non ho avuto molto tempo per recuperare. È andata così. Ho dato tutto. Non ne avevo di più. Ho fatto quello che potevo e sono andato molto vicino a portare a casa il match.

D: Mi chiedevo se conosci l’espressione “giocare al gatto con il topo”, perché oggi mi è sembrato che tu fossi il gatto e lui il topo in campo, ma a volte quando si gioca troppo con il topo, si rimane senza cena. Cioè, eri in vantaggio per 3-0 nel terzo, con possibilità di andare 5-1, mi è sembrato che fossi più in controllo di lui.

RUNE: È un modo molto complicato di vedere una partita di tennis ma sì, ero decisamente in controllo nel terzo set e direi anche per gran parte del primo set. Ma ho avuto il demerito di non riuscire a chiuderlo.

D: Hai un modo molto particolare di rapportarti con il pubblico. Non ti importa se è contro di te o schierato dalla tua parte. Proprio come Daniil Medvedev. Come vedi questo rapporto?

RUNE: Non penso di essere uguale a Daniil. Credo solo che quando qualcuno urla mentre stai servendo, non sia normale. Per questo invito l’arbitro a dire qualcosa al pubblico, e se non lo fa lo faccio io. È solo una questione di rispetto. È importante rispettare le persone. Io rispetto le persone, loro devono rispettare me. Tutto qui.

UBALDO SCANAGATTA: Per quanto riguarda il pubblico e il modo in cui lo affronti, non sei preoccupato di quello che potrebbe accadere a Roma se dovessi giocare contro un giocatore italiano e reagissi in modo genuino come fai di solito? Perché è bello vederti come sei, ma a volte il pubblico non capisce.

RUNE: È una buona domanda. Ieri ho battuto Jannik e direi che forse il 90% del pubblico era italiano: hai sentito qual è stata la reazione alla fine della partita, sono impazziti. Ovviamente erano dalla parte di Jannik. È un grande giocatore. È normale, non importa come giochi, il pubblico è sempre a favore del giocatore di casa. Ma in qualche modo sono riuscito a gestire il tifo contrario, quindi spero di riuscire a farlo di nuovo a Roma se giocherò contro di lui (sorride, ndr).

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