Daria Saville: “La WTA dovrebbe copiare alcune scelte dell’ATP, al momento c’è un gap tra i due circuiti”

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Daria Saville: “La WTA dovrebbe copiare alcune scelte dell’ATP, al momento c’è un gap tra i due circuiti”

“Secondo me l’ATP sta facendo un buon lavoro, mentre la WTA è un po’ indietro”, afferma la tennista australiana, per poi soffermarsi sul rapporto tennis – Arabia Saudita: “Non so se il nostro sport avrà grande attrattiva lì”

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Billie Jean King Cup Finals 2023 - Daria Saville(Credit: Getty Images for ITF)
 

È sempre più frequente che giocatori e giocatrici intervengano sullo status del tennis e diano la loro opinione su possibili cambiamenti da apportare per renderlo uno sport migliore. Soprattutto, in un momento in cui non mancano le voci, da parte di chi lo sport lo gestisce in prima persona, di ulteriori papabili stravolgimenti negli anni a venire su formato dei tornei, fusione dei circuiti e sull’allargamento sempre più massiccio verso l’Arabia Saudita, solo per citare alcuni aspetti.

L’ultima in ordine di tempo a esprimere un parere sulle varie questioni aperte è stata Daria Saville, un tempo conosciuta come Daria Gavrilova, prima del matrimonio con il tennista Luke Saville, del quale Daria è stata anche compagna di doppio misto in diverse occasioni.

Oltre che soffermarsi per un attimo proprio sul rapporto tra i due, sostenendo che “sia completamente diverso tra dentro e fuori dal campo”, in un’interessante intervista a Tennis Magazin l’australiana ha analizzato lo stato di salute della WTA, facendo un confronto con il circuito maschile: “l’ATP secondo me sta facendo un buon lavoro, mentre a mio parere la WTA è un po’ indietro. Non so esattamente quale sia il motivo, forse è dovuto al minor interesse sociale verso il tennis femminile. Sarebbe stupendo se un numero più alto di spettatori giovani venisse allo stadio, e per questo sono sempre molto attiva su TikTok, perché è da quel social network che i più piccoli possono iniziare ad apprezzare la magia che si può trovare nella nostra disciplina”.

Proseguendo nel discorso, Saville ha approfondito il tema relativo alle differenze tra i due circuiti: “Credo che alcune volte la WTA dovrebbe fare un ‘copia e incolla’ di quello che fa l’ATP. Molto presto, le giocatrici classificate in top 30 non potranno più partecipare ai tornei minori, evenienza che invece l’ATP non sta, per il momento, prendendo in considerazione. Analizziamo ad esempio l’ATP 250 di Bastad del 2023: lì la finale è stata Casper Ruud contro Andrey Rublev. Una partita di grande livello che non sarà più replicabile per noi ragazze, e non possiamo sapere se questo a lungo andare potrà essere un bene o un male”.

Saville è stata poi imbeccata sulla possibilità di dover disputare un numero sempre maggiore di competizioni in Arabia Saudita: “Non credo ci siano molti spettatori in quelle zone – ha affermato la n° 172 del mondo – ma se i montepremi fossero molto alti, allora andrà bene. Tuttavia, ciò che un professionista desidera prima di tutto è giocare davanti a molta gente, e questa mancanza sarebbe l’aspetto negativo per noi. Una volta, durante il torneo di Amburgo, ricevetti un messaggio di una persona che aveva portato per la prima volta i suoi figli a vedere il tennis, e la prima partita che videro fu proprio la mia. Non so se potremo ispirare allo stesso modo gli spettatori sauditi”.

Nel resto dell’intervista, Saville ha trattato altri due aspetti, di cui uno molto personale legato agli infortuni, che l’hanno martoriata in carriera tra rottura del legamento crociato e problemi ai tendini d’Achille: “Pensavo che la riabilitazione sarebbe stato più facile dopo l’operazione ai tendini d’Achille piuttosto che al legamento crociato. Ma mi ero sbagliata. Tornai in campo e mi feci di nuovo male al ginocchio, ritrovandomi senza alcuna voglia di iniziare un nuovo processo di recupero. Fortunatamente, il mio stato d’animo è uno dei miei punti forti. Non prendo mai le cose troppo sul serio, e ciò mi avvantaggia”.

Infine, l’australiana ha detto la sua sulla possibilità di instaurare dei bei rapporti di amicizia nel circuito: “Il fatto che sia impossibile trovare buone amiche sul campo è una leggenda. Maria Sharapova una volta ammise che non veniva in circuito per farsi delle amicizie, e oggi Iga Swiatek si comporta più o meno allo stesso modo, considerando il tennis come un mero lavoro. La realtà è che invece di amicizie se ne creano parecchie”.

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