Australian Open senza precedenti: le prime sei teste di serie ai quarti di finale. Sinner e Alcaraz hanno speso meno di tutti

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Australian Open senza precedenti: le prime sei teste di serie ai quarti di finale. Sinner e Alcaraz hanno speso meno di tutti

Jannik e Carlitos arrivano al momento clou del torneo con le gambe più fresche degli altri, Zverev highlander con due tie break decisivi, Djokovic ha cambiato marcia dopo i primi due turni. Non era mai accacduto nell’Era Open che i primi 6 del tabellone arrivassero ai quarti di finale di Melbourne

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L’Australian Open è sempre stato considerato lo Slam delle sorprese e dei colpi di scena, caratterizzato da nomi nuovi e da giovani speranze (non necessariamente mantenute) che a Melbourne hanno bussato per la prima volta alla porta del salotto buono del tennis mondiale o che invece hanno semplicemente ballato una sola estate australiana-sorprendendo i big reduci dalla lunga pausa di fine anno- per poi sparire nell’anonimato del circuito ATP. Nel 2023 ad esempio Tommy Paul raggiunse la sua prima (e fino ad ora unica) semifinale slam della carriera, mentre Sebastian Korda, Ben Shelton e Jiri Lehecka si qualificarono per la prima volta ai quarti di finale ma forse il caso recente più impressionante resta quello del 2018, con le contemporanee imprese di Kyle Edmund (classe 1995 e best ranking di numero 14) e Hyeon Chung (classe 1996 e best ranking di numero 19), entrambi giovani semifinalisti nell’ultima edizione vinta da Roger Federer e poi sprofondati a causa di gravi infortuni ai margini del tennis che conta.

Nel corso dell’edizione del 2024 del primo slam stagionale la tendenza si è però invertita: le prime 6 teste di serie hanno tutte raggiunto i quarti di finale per la prima volta nell’era Open. A livello major un evento del genere non si verificava dal Roland Garros del 2012 quando le gerarchie furono rispettate da Novak Djokovic, Rafa Nadal, Roger Federer, Andy Murray, Jo-Wilfried Tsonga e David Ferrer: quel torneo fu poi vinto ovviamente da Nadal in finale su Nole Djokovic.

Carlos Alcaraz e Jannik Sinner- i più giovani dei sei- hanno avuto vita facile, sprecando meno energie degli avversari: lo spagnolo ha perso solamente un set nel suo percorso verso i quarti (con Sonego, al secondo turno) rimanendo in campo solamente 8 ore e 42 minuti mentre Jannik ha però fatto se possibile ancora meglio. Sinner non ha ancora infatti perso un solo set, dominando uno dopo l’altro Van de Zandschulp, De Jong, Baez e Khachanov in sole 8 ore e 43 minuti. I numeri di Alcaraz sono infatti in qualche modo falsati dal ritiro del talentuoso cinese Shang nel match di terzo turno sul punteggio di 6-1 6-1 1-0 in favore del campione in carica di Wimbledon.

Hubert Hurkacz e Taylor Fritz sono invece i due intrusi di lusso alla festa esclusiva dei quarti di finale: le due riserve delle ATP Finals di Torino del 2023, rispettivamente numero 9 e 12 del ranking ATP, sono rimaste in campo circa undici ore (10 ore e 51 il polacco, 10 ore e 55 minuti l’americano). Fritz nello scacchiere ideale del tabellone ha preso il posto di Stefanos Tsitsipas (numero 7), eliminandolo in quattro set negli ottavi di finale, mentre Hubi al quarto turno ha sconfitto la grande sorpresa del torneo, il francese Arthur Cazaux, che nel corso della prima settimana aveva messo la firma sull’impresa della vita battendo in quattro set la testa di serie numero 8 Holger Rune.

Novak Djokovic nel corso dei primi turni ha sofferto molto più del previsto col giovane qualificato Prizmic e col padrone di casa Popyrin mentre nelle ultime due partite ha messo a posto i suoi colpi e di conseguenza i suoi numeri, battendo prima in tre set Tomas Etcheverry e dominando poi Adrian Mannarino (6-0 6-0 6-3 in appena un’ora e 44 minuti): il numero 1 del mondo ha avuto bisogno di 11 ore e 24 minuti per arrivare ai quarti di finale, dieci minuti in meno della testa di serie numero 5 Andrey Rublev, che è sopravvissuto a due maratone, la prima all’esordio con Seyboth Wild (tie break decisivo) e la seconda con Alex de Minaur in ottavi (6-0 al quinto).

Il quadro dei migliori otto del torneo viene completato da Daniil Medvedev con 12 ore e 16 minuti e un grosso spavento al secondo turno con Emil Ruusuvuori (il russo ha rimontato uno svantaggio di due set, chiudendo col punteggio di 6-0 al quinto) e da Alexander Zverev, vero e proprio highlander di questo Australian Open con le sue 13 ore e 47 minuti passate in campo. Sascha ha vinto ben due tie break decisivi, al secondo turno con Klein e in ottavi con Cameron Norrie.

I più giovani, Sinner e Alcaraz, arrivano quindi al momento decisivo del torneo con le gambe più fresche degli avversari: Jannik sfiderà Rublev mentre Alcaraz sfiderà Zverev, gli altri due quarti di finale vedranno invece protagonisti Djokovic e Fritz per quanto riguarda la parte alta del tabellone (incrocio col vincente di Sinner-Rublev) e Medvedev-Hurkacz nella parte bassa (incrocio in semifinale col vincente di Alcaraz-Zverev).

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