Australian Open: Medvedev e Hurkacz sull’orlo del baratro. Superati al quinto set Ruusuvuori e Mensik

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Australian Open: Medvedev e Hurkacz sull’orlo del baratro. Superati al quinto set Ruusuvuori e Mensik

Il tennista russo resuscita da due set a zero sotto e chiude il suo match alle 3:40 di notte dopo quasi quattro ore e mezza di gioco. Hurkacz recupera per due volte un parziale di svantaggio contro il diciottenne ceco

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Daniil Medvedev - Australian Open 2024 (Foto Twitter @atptour)
 

Ore 3:40 a Melbourne. Cala il sipario. È la terza tds Danil Medvedev a mettere la ciliegina sulla torta a questi secondi turni dell’Australian Open, sconfiggendo il finlandese Emil Ruusuvuori in cinque set, dopo essere stato sotto di due. Hubert Hurkacz, invece, può andare a dormire più presto nonostante sia stato impeganto anche lui per cinque frazioni contro la promessa ceca Jakub Mensik. Andiamo a osservare più da vicino questi due incontri.

[3] D. Medvedev b. E. Ruusuvuori 3-6 6-7(1) 6-4 7-6(1) 6-0 (Primi tre set – Jacopo Gadarco)

Non sapeva come andarne fuori Danil Medvedev, ma alla fine ce l’ha fatta. Alle 3:40 di notte ha messo la parola fine al suo incontro di secondo turno, estromettendo un commovente Emil Ruusuvuori – con cui aveva perso solamente undici giochi nei due precedenti – con il punteggio di 3-6 6-7(1) 6-4 7-6(1) 6-0 a seguito di quasi quattro ore e mezza di gioco. Se l’è vista brutta il tennista russo trovandosi sotto di due parziali contro il finlandese. Quest’ultimo ha offerto una prestazione solidissima per due set interi, poi sia nel terzo che nel quarto ha combattuto con un Medvedev già più in palla, ma che alla fine è stato capace di trascinarlo grazie alla sua insidiosa ragnatela al quinto parziale. Qui un assolo del numero 3 ATP ha tolto il fiato a uno stanco e demotivato Ruusuvuori, che però può essere più che soddisfatto del livello mostrato. Ma si sa, se non si mantiene un livello alto per tre set contro i migliori al mondo si rischia di inciampare e questa ne è la prova.

Medvedev non ha chiaramente convinto né al primo turno né in questo secondo, in cui è parso per larghi tratti del match lento negli spostamenti, stranamente falloso e poco incisivo con le sue geometrie. Ma ha vinto lo stesso grazie alla forza del campione, mettendo a segno in totale 23 ace, 51 vincenti accompagnati però da 63 errori (lo scandinavo 50 vincenti e ben 74 gratuiti). Al secondo turno il russo avrà un’altra prova ardua che sta sotto il nome di Felix Auger-Aliassime, ma ci sarà modo di parlarne tra un paio di giorni. Ora Meddy si merita il riposo che gli spetta.

IL MATCH: La splendida maratona vinta da Blinkova su Rybakina costringe Daniil Medvedev e Emil Ruusuvuori a entrare in campo alle ore 23.18 locali in una Rod Laver Arena semivuota. Il russo fin dai primi scambi non appare brillantissimo: le gambe sembrano pesanti, il dritto è fuori controllo e il servizio non funziona. Chiuderà il primo parziale con 16 unforced errors in 9 game, numeri completamente inconsueti per un metronomo come lui. Ruusuvuori dal canto suo semplicemente ne approfitta, giocando un tennis ordinato e solido (5 vincenti e 11 errori gratuiti, niente di speciale), senza mai rischiare di andare fuori giri, vincendo di conseguenza il primo set col punteggio di 6-3 grazie alla difesa di un break conquistato nel secondo game.

All’inizio del secondo set ci si aspetta una reazione da parte del numero tre del mondo che però se possibile sembra invece ancora più in confusione: non riesce nemmeno ad aggrapparsi al servizio e si ritrova in svantaggio dopo pochi minuti per 3 game a 1. Bastano però una manciata di scambi di Medvedev da Medvedev per rientrare subito in partita e il russo con un parziale di quattro giochi consecutivi si porta rapidamente sul 5-3 e servizio: la giornata è però una di quelle sbagliate e Daniil si fa brekkare ai vantaggi per poi sprecare tre set point – di cui due consecutivi – nel game successivo (5 pari). Il tie-break è l’epilogo inevitabile di un set nervoso e una vescica costringe Medvedev ad una lunga pausa prima del tie break: il fisioterapista entra in campo e sistema la fasciatura al piede del russo, che si scusa con l’avversario. La pausa non destabilizza affatto Ruusuvuori che sorprendentemente sfodera il suo miglior tennis per dominare il tie-break con il punteggio di 7 punti a 1: Medvedev è impietrito, la corsa verso il lato destro sembra impacciata, il servizio non gli regala punti gratuiti (solamente due ace e 57% di punti vinti con la prima nel corso di un secondo set durato quasi un’ora e mezza) e come se non bastasse Ruusuvuori nella bagarre finale del secondo parziale ha improvvisamente alzato l’asticella del suo tennis, lasciando di stucco il numero 3 del mondo, che continua a litigare con sé stesso e col suo angolo, dove un Gilles Cervara corrucciato prova a caricarlo in francese.

Il terzo set si apre con una palla break in favore dal finlandese, che nel secondo game spreca probabilmente l’opportunità di chiudere l’incontro con un rovescio che si stampa sul nastro (1-1). Medvedev, finalmente rinfrancato, reagisce e scappa via con un parziale di 4 giochi consecutivi (4-1 e servizio) ma il suo motore resta un motore inceppato e in pochi minuti si ritrova a dovere annullare una palla del 4 pari. Il numero 3 del mondo si salva e poi chiude in qualche modo il set dopo un finale agonico nel quale la mano (non esattamente vellutata) di Ruusuovuori lo grazia con una serie di errori nei pressi della rete: le scelte un po’ casuali (tante smorzate, tante palle sbilenche per attirare il finlandese in avanti) salvano un Medvedev lontano parente della migliore versione di sé stesso, agonisticamente spento e sempre pesante negli spostamenti.

Forte del set appena conquistato, il russo mostra subito la sua voglia di restare in campo. Strappa il servizio a 0 all’avversario in apertura di quarto parziale, annulla tre palle break consecutive nel secondo gioco a suon di battute vincenti o quasi, e vola sul 2-0. Sono le 2:20 di notte ora locale, ma qui sembra che Medvedev non sia per nulla intenzionato a lasciar andar via questo match. E Ruusuvuori combatte con le unghie e con i denti per non lasciarsi trascinare al quinto dal suo avversario, che manda al di là della rete qualsiasi pallina, costringendo così il finlandese a cercare quasi sempre il vincente per guadagnarsi il punto. Ma non ci stupiamo, questo è Medvedev. I game iniziano a farsi tutti combattuti e nel quarto il tennista russo riesce ad annullare due pericolose palle del possibile contro-break avversario grazie a un buon servizio e ai suoi riflessi pronti in prossimità della rete. Poco dopo però, il numero tre al mondo deve fronteggiare nuovamente due chance avversarie per l’aggancio e Ruusuvuori approfitta delle smorzate poco efficaci di Medvedev per completare l’opera. Siamo 4-4 e il russo, appena finito il gioco, incomincia a urlare verso il suo angolo. Non un buon segno. Arriva pure il sorpasso, con un passante splendido lungolinea di dritto da parte del finlandese, che obbliga così Medvedev a dover servire per rimanere nel match appena dopo il cambio di campo. Ah, e in seguito al lancio della racchetta del russo verso la panchina dove è seduto. Ruusuvuori non stacca la presa dal suo sfidante, lo porta ai vantaggi giocando in maniera aggressiva, ma il 27enne di Mosca sopravvive grazie al servizio e lo aggancia a quota 5 nei game. La tensione nell’aria aumenta e Medvedev continua a lamentarsi con il suo angolo mentre il numero 53 ATP si garantisce di cuore il tie-break. Il russo lo raggiunge poco dopo. Non solo nel computo dei giochi, ma qualche attimo a venire anche in quello dei set, poiché gioca un tennis superlativo (tie-break vinto 7 punti a 1 senza patemi) e costringe l’avversario al quinto e decisivo set. Ore 3:09 locali, follia.

Entrambi i tennisti si assentano qualche istante dal campo di gioco e al rientro nel rettangolo blu è Medvedev a partire in testa nello score, seppur con qualche incertezza. Ma il più titubante è Ruusuvuori, che appare scarico e poco motivato, quasi consapevole della fine che solitamente fanno i giocatori che vengono recuperati da due set a zero sopra contro uno dei migliori tennisti nel circuito. E infatti, break per il russo e poco dopo arriva il 3-0. Medvedev è un Medvedev diverso; il finlandese è a pezzi e nel cambio di campo si fa pure trattare la spalla destra dal fisioterapista, probabilmente per ritrovare la giusta concentrazione. Ma non c’è più niente da fare, il numero tre al mondo è diventato uno spara-palle e Ruusuvuori è solo un ricordo di quello che era sceso in campo qualche ora prima. Ore 3:40 finisce l’incontro, l’ultimo secondo turno di questa edizione dell’Australian Open. Con un bagel finale Medvedev chiude la faticosissima pratica Ruusuvuori con lo score di 3-6 6-7(1) 6-4 7-6(1) 6-0 dopo quattro ore e ventitré minuti di tennis e stacca il pass per il turno dei migliori trentadue. L’avversario sarà insidiosissimo: Felix Auger Aliassime. Ma non è il momento di pensarci, è tardi e bisogna solo godersi questo prezioso successo in rimonta nonostante le grandissime lacune che l’hanno accompagnato durante tutto l’arco del match. Ma alla fine ha vinto, quindi chapeau.

[9] H. Hurkacz b. [Q] J. Mensik 6-7(11) 6-1 5-7 6-1 6-3 (Jacopo Gadarco)

Il sogno di Jakub Mensik si spegne dopo tre set, quando le gambe del giovane ceco – in vantaggio per due set a uno – cedono di schianto pagando tutte insieme e all’improvviso le fatiche delle ultime settimane: per il 18enne di Prostejov si trattava infatti del decimo match del 2024, quattro dei quali vinti nel challenger di Canberra (dove si era fermato in finale con Dominik Koepfer) e altrettanti a Melbourne, dove ha superato brillantemente le qualificazioni per poi sconfiggere anche (quel che resta di) Denis Shapovalov nel primo turno del tabellone principale. Hubert Hurkacz si è imposto in cinque set con il punteggio di 6-7(9) 6-1 5-7 6-1 6-3 in tre ore e 27 miinuti qualificandosi per il terzo turno nel quale affronterà la tds numero 21 Ugo Humbert.

IL MATCH: Mensik, numero 142 del ranking ATP, era partito in vantaggio imponendosi 11 punti a 9 nel lungo tie break del primo set, nel quale aveva anche annullato due set point, per poi cedere di schianto nel secondo parziale contro il più esperto polacco (6-1 Hubi). Il terzo set diventava quindi fondamentale per le speranze di vittoria del ceco, che difficilmente avrebbe trovato le forze per rimontare uno svantaggio di due set a uno: Mensik, dopo aver immediatamente recuperato il break subito nel game di apertura, piazzava la zampata decisiva nel dodicesimo gioco, strappando servizio e set alla seconda occasione (7-5). Hurkacz, ad un passo dalla sconfitta, ha però mantenuto la freddezza del campione, strappando il quarto set con un parziale di sei game consecutivi (3 break totali, da 0-1 a 6-1) mentre nel quinto e decisivo set ha piazzato il break decisivo nel sesto gioco (4-2), per poi chiudere con tranquillità col punteggio di 6-3 e con il 19esimo ace della sua partita. Stavolta il set “di pausa” non è stato sufficiente al giovane ceco, che però ha messo in mostra il suo tennis brillante (19 ace e 57 vincenti totali) prenotandosi definitivamente per un posto nel salotto buono del tennis mondiale.

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