Australian Open, Zverev proiettato alla sfida con Alcaraz: “Sarà un match diverso rispetto allo US Open”

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Australian Open, Zverev proiettato alla sfida con Alcaraz: “Sarà un match diverso rispetto allo US Open”

“Sono stanco ma non distrutto come a New York”, dice Alexander Zverev dopo la vittoria su Cameron Norrie. Poi si complimenta con il britannico: “È migliorato molto durante la pausa, ora sbaglia meno ed è aggressivo anche con il dritto”

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Alexander Zverev – Australian Open 2024 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata all’Australian Open 2024 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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La vittoria in cinque lottati set contro Cameron Norrie ha portato Alexander Zverev ai quarti di finale dell’Australian Open per la terza volta in carriera. Un bel risultato per il tedesco, che se la vedrà contro il n° 2 del mondo Carlos Alcaraz mercoledì 24 gennaio, in un remake del quarto di finale dell’ultimo US Open. Dopo aver dato vita a un bel siparietto nell’intervista post partita, nella quale ha anche ammesso di essersi dimenticato del compleanno del padre, la testa di serie n. 6 si è presentata in conferenza stampa e ha parlato di vari temi, dagli aspetti tecnico-tattici del match, alla momentanea sospensione della partita per la protesta civile di alcuni spettatori, fino al suo ingresso nel Player Council dell’ATP. Ecco alcune delle sue dichiarazioni più interessanti.

D. Sasha, congratulazioni. Cosa pensi abbia fatto la differenza nel match con Norrie?

ALEXANDER ZVEREV: “Credo di aver giocato il miglior tennis nel tie-break del quinto set. Quello penso sia stato il momento più importante. Di certo, per gran parte della partita non mi sono sentito alla grande sul campo. Non ho colpito la palla così bene come invece avevo fatto nel turno precedente. Ma alla fine ho vinto e sono ai quarti di finale. È una sensazione fantastica”.

D. Carlos Alcaraz, tuo prossimo avversario, ha dichiarato di partire in vantaggio su di te perché ha giuocato meno set. Cosa ne pensi?

ALEXANDER ZVEREV: “Concordo al 100%. Se giochi meno, sei più fresco, ma anche io mi sento bene. Non sono nella stessa condizione dello US Open 2023, quando mi sentivo fisicamente distrutto. Sono stanco, certamente, perché ho vinto al tie-break decisivo due degli ultimi tre incontri, ma non sono esausto. Mi aspetto una partita differente (rispetto a New York, ndr).

D. Ci puoi parlare degli alti e bassi di questo match e di come la tua mentalità sia cambiata verso la fine dell’incontro?

ALEXANDER ZVEREV: “All’inizio ero in controllo, ovviamente, con un set e un break di vantaggio. Poi la mia attenzione è calata e lui ha iniziato a giocare meglio. […] Credo che il quinto set sia stato il migliore che abbiamo giocato. […] Norrie è stato aggressivo anche con il dritto, e di solito non lo fa, e ha concesso meno del solito, commettendo meno erroti gratuiti. Credo che abbia fatto un ottimo lavoro e sia migliorato molto durante la off-season. Il match poteva finire in un modo o nell’altro, ma sono passato io e sono contento di ciò”.

D. Parlando invece dell’episodio nel terzo set quando qualcuno ha lanciato in campo dei volantini (la partita è stata sospesa per qualche istante, ndr), ti sei accorto tu sul campo o qualcuno ti ha avvisato?

ALEXANDER ZVEREV: “No, ho visto ciò che accadeva. Non sapevo di cosa si trattasse, ma so che è successo su altri campi. Che manifestazione è?”

D. Pro Palestina.

ALEXANDER ZVEREV: “Ovviamente stanno succedendo diverse cose non belle nel mondo. Capisco che alcune persone siano frustrate, ma chiaramente una partita di tennis non ha niente di particolare a che fare con tutto ciò. Capisco però tutte le parti coinvolte”.

D. Credo che i manifestanti siano stati trascinati fuori da due tifosi. La sicurezza non sembrava essere sul posto

ALEXANDER ZVEREV: “Questo è stato piuttosto sorprendente perché di solito la sicurezza nella zona dei giocatori è molto severa. Anche oggi, sono andato in spogliatoio e la palestra è proprio adiacente allo spogliatoio. Non mi hanno fatto entrare in palestra perché avevo dimenticato proprio in spogliatoio la mia tessera d’accesso. In quel caso, stai proteggendo i giocatori dai giocatori stessi e non è quello il punto. […] Se hai visto qualcuno giocare per quattro ore e mezza, sarebbe giusto farlo accedere comunque in palestra anche se ha dimenticato le sue credenziali di accesso. Non voglio sembrare arrogante, capisco che ognuno sta facendo il proprio lavoro. Ma se mentre si sta giocando succede qualcosa, come nel caso della protesta, non dovrebbe essere un altro tifoso a spingere fuori chi sta protestando. Dovrebbe farlo la sicurezza, e anche velocemente. Non ci si dovrebbe impiegare 3 o 4 minuti perché arrivi qualcuno”.

D. Posso chiederti come mai tu abbia voluto entrare nel Player Council? Eri focalizzato su qualche tematica in particolare che ritenevi importante per te?

ALEXANDER ZVEREV: “Mi è stato chiesto di entraci in realtà. Ovviamente non mi sono candidato in autonomia, mi è giunta la richiesta e gli altri giocatori mi hanno votato. Ma ovviamente ci sono delle situazioni che devono essere considerate e delle decisioni che devono essere prese. Credo che il Player Council sia composto da un gran gruppo di ragazzi capaci di discutere di tali questioni. Ci vogliamo focalizzare con l’ATP su una serie di temi. Alcuni sono, per esempio, il format della Coppa Davis, o la programmazione dei tornei, perché credo che giocare 11 mesi o 11 mesi e mezzo all’anno sia troppo. Avere più ATP 500, più Masters 1000 è certamente una grande opportunità per i tennisti, ma penso che la cosa stia sfuggendo un po’ di mano. Sono tutti temi di discussione e i confronti tra di noi sono sempre costruttivi e mai battaglieri. Vogliamo tutti avere un tour migliore e per questo sono contento di far parte del Council”.

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