Roland Garros 1976: Panatta batte Solomon, 6-1 6-4 4-6 7-6
Finita l’era Pietrangeli, che continuò a giocare in doppio proprio con il suo erede Panatta fino al 1977, l’Italia dovette aspettare il 1976 per vedere nuovamente un suo rappresentante in una finale Slam. In continuità con la tradizione, anche Adriano Panatta trovò nella terra rossa e quindi nel Roland Garros il contesto più adatto. Dopo le semifinali del 1973 (sconfitto da Pilic) e del ’75 (contro Borg), il romano cavalcò l’onda del successo a Roma e riuscì a raggiungere l’ultimo atto anche a Parigi. Quelle tre settimane magiche erano iniziate con una vittoria a dir poco rocambolesca e sofferta contro Kim Warwick all’esordio nella Capitale. Adriano era sotto 5-1 nel terzo set e annullò ben undici match point.
Segnali importanti da parte del destino che tornò a dire la sua in occasione del primo turno al Roland Garros quando l’azzurro si trovò nuovamente a un punto dalla sconfitta contro Pavel Hutka: fu una voleé in tuffo, dopo una ‘veronica’, a salvare Adriano che poi ai quarti inflisse a Borg la sua seconda (e ultima) sconfitta in carriera nello Slam parigino. In semifinale non ci fu storia contro Dibbs e anche in finale contro l’americano Solomon non ci furono sorprese. L’episodio del pre-partita, negli spogliatoi, rimane nella leggenda: “Mi sono avvicinato a Solomon, che era davanti allo specchio ed era davvero piccolino (1,68 m, ndr) e lì gli ho detto: ‘Ma dai su… guardati bene! Come puoi pensare di riuscire a battermi oggi?”. Aveva ragione Adriano. Fu vittoria in quattro set.
Roland Garros 2010: Schiavone batte Stosur, 6-4 7-6
Il dopo Panatta fu piuttosto deludente per il tennis italiano che nel frattempo faticava anche a trovare giocatrici che potessero ambire ai titoli internazionali più prestigiosi. Così passarono ben 34 anni prima di rivedere una finale Slam con un nostro portacolori in campo e l’occasione coincise con il battesimo per il movimento femminile. Fu infatti Francesca Schiavone a spezzare l’incantesimo, ancora una volta nel territorio amico del Roland Garros. La milanese aveva da poco vinto un importante torneo a Barcellona e si presentò a Parigi da numero 17 del mondo. Nel cammino verso la finale Francesca superò la numero 11 del mondo Li Na e la numero 3 Wozniacki, mentre l’ultima avversaria fu Sam Stosur che aveva eliminato Serena Williams. La “leonessa” giocò una partita sostanzialmente perfetta, impeccabile soprattutto nel tie-break del secondo set, e diede così inizio a una nuova epoca del tennis italiano dopo gli anni bui a cavallo del nuovo millennio.
Roland Garros 2011: Li Na batte Schiavone, 6-4 7-6
Che il vento fosse cambiato lo confermò la stessa Schiavone, che nel frattempo si era spinto fino al quarto posto nel ranking (eguagliando così Panatta), un anno più tardi. Da campionessa in carica, Francesca arrivò ai quarti senza perdere un set e poi compì una rimonta memorabile ai danni della russa Pavlyunchenkova che era avanti 6-1 4-1. Dopo il successo in semifinale su Bartoli, l’azzurra dovette però abdicare al cospetto della cinese Li Na (battuta nell’edizione precedente). Non mancarono i rimpianti per Francesca che, dopo essere stata sotto 6-4 4-2 con palla per il 5-2 in favore della cinese, era riuscita a rimontare fino a portarsi a due punti dal terzo set: e ne sarebbe mancato solo uno se la giudice di sedia avesse giudicato correttamente un colpo di Li Na finito in corridoio, come mostrato dall’occhio di falco (non ufficiale) in tv.
Roland Garros 2012: Sharapova batte Errani, 6-3 6-2
La crescita del movimento femminile (che aveva portato anche tre Fed Cup tra il 2006 e il 2010) non si fermò affatto e assistette al salto di livello effettuato da Sara Errani che nel 2012 visse un anno magico in singolare, prima di fare la storia anche in doppio con Roberta Vinci, con cui mise a segno il Career Grand Slam. Dopo i quarti all’Australian Open, Sara si rese protagonista di una serie straordinaria di vittorie sulla terra, trionfando ad Acapulco, Barcellona e Budapest. Arrivò così in ottime condizioni al Roland Garros dove compì già una prima impresa al terzo turno battendo l’ex numero 1 del mondo Ivanovic. Eliminò poi anche due top ten come Kerber e Stosur ma si dovette inchinare alla regina Maria Sharapova, vittoriosa in finale con il punteggio di 6-3 6-2. Fu invece festa in doppio.

US Open 2015: Pennetta batte Vinci, 7-6 6-2
L’incredibile epoca d’oro del tennis femminile azzurro ebbe poi il suo apice, straordinariamente alto, in occasione dello US Open 2015. Si trattò del torneo della vita per due nostre rappresentanti: Flavia Pennetta, allora numero 26 del mondo e rinata dopo l’infortunio al polso del 2012, e Roberta Vinci, arrivata a New York da numero 43 e quindi fuori dalle teste di serie. Flavia riuscì a eliminare due top player come Petra Kvitova (n. 4) e Simona Halep (n. 2), ma l’impresa più grande fu quella di Roberta che in semifinale ribaltò qualsiasi pronostico interrompendo la rincorsa di Serena Williams verso il Grande Slam che sembrava ormai cosa fatta visto il tabellone apparentemente favorevole. Pennetta e Vinci, un anno di età di differenza e nate a poco più di 70 chilometri di distanza entrambe in Puglia (di Brindisi Flavia, di Taranto Roberta), si sfidarono così in finale in un derby storico: per la prima volta, il tennis italiano varcava i confini del Roland Garros e con due giocatrici contemporaneamente. A prevalere in due set fu Pennetta che durante la premiazione annunciò a sorpresa che si sarebbe ritirata a fine stagione.