Non tutte le carriere seguono la stessa traiettoria. Nella matassa che è il labirinto tennistico, ognuno ha la sua strada. E ciò significa che non sempre si emerge da giovanissimi. Tallon Griekspoor è solamente uno degli esempi che meglio personificano questo concetto. L’olandese non è mai stato l’enfant prodige che ruba l’occhio e le copertine, eppure, mattoncino dopo mattoncino, ha costruito il suo io tennistico. E, quando è in giornata, ha dimostrato di sapere come dare filo da torcere anche ai rivali più accreditati. Al terzo turno del Master 1000 di Shanghai affronterà per la settima volta in carriera Jannik Sinner, contro cui è ancora a secco di vittorie, con uno score di 12 set a 2.
Chi è Griekspoor: dagli inizi alla lenta ascesa
Nato ad Haarlem il 2 luglio 1996, Griekspoor inizia a socializzare con il tennis fino dall’età di cinque anni. D’altra parte in famiglia sono tutti sportivi. Il padre Ron è pilota di motocross mentre la madre Monique è maestra di tennis. La racchetta non è dunque attrezzo nuovo per Tallon, ispirato anche dai gemelli Scott e Kevin, che, da classici fratelli maggiori, forniscono il modello da seguire. È in quel momento che il legame con la pallina gialla assume i contorni di indissolubilità.
Non ha fretta Tallon. Il viaggio sa essere lungo e bruciare le tappe rischierebbe di incenerire le sue speranze. I risultati a livello junior sono tutt’altro che degni di nota. Neppure l’approdo alla corte dell’ex numero 30 del mondo Kristof Vliegen a 17 anni, forse il primo momento di svolta e grandi cambiamenti, ne dà il la allo sviluppo sportivo – la 127esima posizione del ranking di categoria rimane il miglior risultato.
Ognuno ha il suo destino, si diceva. In altri ambiti la si definirebbe gavetta. Nel tennis è un termine che lascia il tempo che trova. Il fatto è che comunque Griekspoor vive un periodo di tornei su cui i riflettori difficilmente si accendono. Ma quei successi esistono, a dispetto delle luci spente, e formano la base su cui l’olandese inizia a costruire la propria classifica. Nel 2018 l’ATP 500 di Rotterdam gli affida una delle wild card del torneo. Tallon ripaga la fiducia degli organizzatori cogliendo, davanti al pubblico di casa, la prima vittoria contro un top 20, Stan Wawrinka. Un gran colpo, contro un tre volte campione Slam.
Ed è proprio vero che vincere aiuta sempre a vincere. Pochi mesi dopo, un altro traguardo tagliato: il primo titolo Challenger, dopo svariati trionfi a livello ITF.
A proposito di Challenger, nel 2021 segna uno dei record storici del circuito, con otto titoli in altrettante finali. Insomma, un’istituzione. Qualcosa per il grande salto, tuttavia, continua a mancare. Tennisticamente parlando, il suo gioco è completo e, tutto sommato, buono per ogni superficie. Le variazioni e le discese a rete sono progressivamente divenute le cifre identitarie di Griekspoor. Il cambio di passo deve avvenire allora a livello di mentalità. Nel 2023 sembra scrollarsi di dosso tutte le tensioni accumulate. Nell’ultima edizione prima della cancellazione dell’ATP 250 di Pune conquista il primo titolo ATP, a 27 anni. Pochi mesi dopo si concede il bis a ‘s-Hertogenbosch. I progressi sul campo si traducono in termini di ranking con la posizione numero 21, ad oggi la vetta massima toccata dal nativo di Haarlem.
Per sollevare al cielo il terzo trofeo deve aspettare due anni. È di nuovo l’erba a dargli soddisfazioni. A Maiorca doma l’esuberanza sopra le righe di Moutet. La normalità batte l’eccesso. Perché così è da sempre considerato. Un campione normale che tiene alto il baluardo del tennis a tinte Orange.
Ancora tu: Griekspoor sfida Sinner per la settima volta, dopo sei sconfitte di fila
Se come arsenale di colpi, Griekspoor dispone di una discreta varietà di armi, a mancargli è stata spesso la continuità, anche a livello mentale, per potersi concedere l’ingresso tra i migliori 20. Tra l’altro, contro i top 20 Tallon ha messo a referto 15 vittorie, di cui si segnala il successo su Alexander Zverev a Indian Wells qualche mese fa, che gli consente di liberarsi di un tabù.
A Shanghai sfiderà Jannik Sinner, contro cui ha sempre faticato a confezionare una partita alla pari, se non in casi sporadici. A luglio il numero 31 del mondo ha parlato della rivalità tra il numero 2 del mondo e Carlos Alcaraz, fornendo il suo punto di vista: “Con Sinner sai cosa aspettarti, lui sa fare tutto e lo fa bene […] Ma non ha le capacità e il gioco a rete di Alcaraz. Non ha nemmeno la palla corta né lo slice di rovescio. Sinner è a un livello altissimo, ma quello che fa Alcaraz è incredibile”. Infine ha chiosato: “Credo che Alcaraz possa raggiungere un livello superiore rispetto a Sinner, perché è più completo”.
