Chi non ha mai pronunciato o letto la parola clostebol scagli la prima palla. Una prima palla di servizio che di sicuro non sarà ingiocabile, dal momento che al ristretto insieme di chi è privo di clostebol (del termine, non della sostanza) non può appartenere un tennista dotato di prima battuta micidiale. O, sic et simpliciter, un tennista. Nel caso costui o addirittura costoro stessero leggendo queste righe, la responsabilità (oggettiva) di tale fama va ascritta a Jannik Sinner, risultato positivo a questo steroide anabolizzante androgeno nel marzo 2024.
Il nuovo caso di positività di un numero 1
Il clostebol è riapparso in un comunicato dell’ITIA la settimana prima di Natale. L’Agenzia di Integrità del Tennis che si occupa di antidoping su delega dell’ITF ha infatti reso nota la sospensione provvisoria di Sebastian Dominguez Collado, classe 2002 guatemalteco con un best ranking al n. 1660. Attualmente n. 1752, è il miglior tennista del suo Paese, come Jannik lo era (ed è) d’Italia.
Dominguez è risultato positivo alla sostanza vietata nel controllo dello scorso 2 ottobre al torneo ITF M15 di Kayseri in Turchia. Il 19 novembre l’ITIA gli ha inviato la lettera di pre-accusa (una sorta di avviso di garanzia) e da quella data è partita la sospensione provvisoria – obbligatoria, trattandosi di sostanza “non specificata” – avverso la quale il giocatore non ha al momento presentato ricorso.
I primi match pro(prio) vinti in Turchia
A parte alcune presenze in Coppa Davis, Sebastian ha iniziato a frequentare il circuito ITF dallo scorso giugno, guadagnando i due punti del suo bottino proprio al torneo di Kayseri dove ha fornito il campione poi risultato positivo. Per la precisione, quel giovedì 2 ottobre aveva superato gli ottavi (secondo turno), battendo in due set Artur Kukasian.
Insomma, tutti i suoi punti ATP, ottenuti grazie alle finora uniche due vittorie in un tabellone principale, gli saranno verosimilmente tolti in forza degli articoli 9.1 e 10.1.2 del TADP, che prevedono la squalifica dei risultati ottenuti nel torneo dove è risultato positivo anche in caso di conclusione del procedimento con un verdetto di “nessuna colpa o negligenza”. Come appunto era successo a Sinner con i risultati di Indian Wells dopo la “assoluzione” da parte del Tribunale Indipendente.
Qua il clostebol va via come il pane
Oltre a Jannik, contaminato dal suo fisioterapista che aveva usato il Trofodermin, farmaco contente la sostanza vietata che in Italia è venduto senza ricetta, l’ITIA si era occupata anche di altri due casi riguardanti il clostebol, entrambi con protagonisti tennisti italiani: Marco Bortolotti e Stefano Battaglino.
Di Bortolotti, l’Agenzia ha accettato la spiegazione del modo (non reso pubblico bensì oscurato nel documento) in cui era stato involontariamente contaminato: “L’ITIA non pensa di potersi ragionevolmente aspettare che il giocatore prendesse ulteriori precauzioni in relazione alla sua esposizione alla sostanza vietata e quindi accetta che il giocatore non ha Nessuna colpa o negligenza”.
Esito completamente differente per Battaglino, il cui procedimento si è concluso con l’appello davanti al TAS di Losanna che ha confermato la squalifica di quattro anni già inflittagli dal Tribunale Indipendente. Nella sentenza del suo caso si legge che il Tribunale non conclude (“e non ne ha bisogno”) che si tratti di doping volontario; semplicemente, la presunzione di volontarietà non è stata confutata sulla bilancia delle probabilità.
Altri due casi
Del periodo in cui era ancora l’ITF a occuparsi direttamente di antidoping, ci vengono in mente i casi di Matilde Paoletti e Mariano Tammaro.
La federtennis internazionale ha accettato la spiegazione di Paoletti, contaminata per contatti prolungati con il cane, trattato con lo spray Veterabol dalla madre a insaputa di Matilde. Nella decisione di “Nessuna colpa” del 2021, si legge che la tennista “non sapeva e non avrebbe potuto ragionevolmente sapere o sospettare perfino con la massima cautela dell’uso del clostebol o di essere a rischio di assumerlo semplicemente coccolando, interagendo o dormendo vicino al cane di famiglia”.
Diverso il caso di Tammaro – terminato davanti al TAS –, al quale il padre aveva applicato il Trofodermin senza il suo consenso, mentre la madre aveva gettato la confezione. Il Tribunale, valutando anche l’età di Mariano (diciassettenne all’epoca dell’episodio) scriveva che, “viste le particolari circostanze del caso, la colpa dei genitori non può aumentare la colpa del giocatore”. Il verdetto è stato di “Nessuna colpa o negligenza significative” con una squalifica di 15 mesi.
Tornando a Dominguez
Il procedimento riguardante Dominguez Collado proseguirà con l’attesa replica dell’atleta all’ITIA, di solito contenente una spiegazione per la positività. A quel punto, l’Agenzia potrà o meno accettare la versione di Sebastian ed eventualmente proporre una sanzione; in caso di mancato accordo, si passerà un Tribunale Indipendente. Non resta dunque che attendere la conclusione del procedimento, anche per vedere se qualcuno dei soliti noti si lancerà in paragoni (sconsiderati o meno) con il caso-Sinner.
