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04/10/2011 23:31 CEST - LA STORIA

Tutti uniti per Andres Gimeno

TENNIS - Uno dei miti del tennis spagnolo, il più anziano vincitore di sempre al Roland Garros, è in grave crisi economica e personale (ha perso uno dei suoi figli). Per questo i migliori giocatori spagnoli (tra cui Rafa Nadal) hanno organizzato un evento benefico per il prossimo 22 ottobre a Barcellona. Nel 2009 è entato nella Hall of Fame. Andrea Appiani

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Ai più giovani il nome Andrés Gimeno sicuramente dice poco o nulla: forse i più aficionados della racchetta penseranno al semisconosciuto e parzialmente omonimo Gimeno-Traver (non ne abbia a male il buon Daniel). Ma se provate ad interpellare i nostri più “grandi” del tennis, da Adriano Panatta in giù tanto per capirci, ricorderanno sicuramente il grande ex campione spagnolo degli anni 60-70 contro cui hanno giocato (e perso). Purtroppo non siamo qui per ricordare semplicemente le gesta sportive del tennista di Barcellona, classe 1937, ma per dar notizia del difficile periodo che sta attraversando, afflitto da seri problemi economici a cui si somma la recente perdita di una dei suoi tre figli. Tanto che la Federazione Catalana di Tennis ha deciso di organizzare in suo aiuto un evento benefico che si terrà il prossimo 22 ottobre presso il Palau Blaugrana (ingresso 10€) e che vedrà la solidale partecipazione di tutti i migliori tennisti spagnoli, Rafa Nadal incluso.

L’evento consisterà in una sorta di torneo “shoot-out” (analogo a quello che si svolse a Milano nei primi anni ’90) dove a colpi di “tie-break” si affronteranno oltre al tennista maiorchino, David Ferrer, Fernando Verdasco, Feliciano Lopez e poi ancora Robredo, Garcia Lopez, Granollers e Montanes. La formula prevista è quella di un tabellone ad eliminazione diretta con un super tie-break da disputare tra i due finalisti. L’evento è stato presentato nei giorni scorsi nella storica sede del RCT Barcelona 1899 alla presenza del 74enne campione che oltre ad aver reso pubblica la sua delicata situazione ha ringraziato per questo evento, per la solidarietà ricevuta dalle istituzioni sportive e ha anche aggiunto che sebbene non prenda in mano una racchetta da più di 15 anni, non esiterà a scendere in campo per esibirsi in qualche palleggio. Non c’è dunque che da lodare questa iniziativa benefica per quello che in Spagna è considerata una “leggenda vivente”, al pari di Orantes e di Santana, con i quali ha composto per anni un temibile team di Coppa Davis, evento in cui ha fatto il suo esordio nel 1958 e che ha disputato fino al 1973, anno del suo ritiro agonistico, collezionando però solo 13 “ties” (per via del passaggio al professionismo nel 1961) e uno score di 23 successi a fronte di 10 sconfitte (di cui la metà in match di doppio).

In una carriera “divisa in due” proprio dal professionismo sopra accennato, si affacciò all’era Open ormai trentenne collezionando subito una semifinale nel ‘68 a Wimbledon (sconfitto da Rosewall), una finale nel 1969 nella prima edizione degli Open di Australia, fermato da Laver (che quell’anno avrebbe completato il suo secondo “grande slam”). Seguì l’anno successivo ancora una semifinale a Wimbledon (fermato da Newcombe), e le vittorie nel ‘71 ad Amburgo, nel ‘72 a Gstaad (contro Panatta), Eastbourne e Los Angeles. Ma il successo più importante lo raggiunse a 34 anni e 10 mesi sulla terra rossa di Parigi aggiudicandosi l’edizione del ’72 (record di longevità tuttora imbattuto e che probabilmente resterà tale) con la vittoria in finale sul francese Proisy per 4/6 6/3 6/1 6/1). Quell’anno raggiunse inoltre il 9° posto nel world single ranking (il ranking atp sarebbe stato introdotto solo l’anno successivo). Nel ’73 seguì un rapido declino, aggravato anche dal “peso” degli anni, che lo indusse al ritiro dall’attività di giocatore, a fondare una propria scuola tennis a Barcellona e ad occupare il ruolo di Davis Coach della sua nazione prima e di quella svizzera nei primi anni ’80. Nelle due decadi successive divenne apprezzatissimo commentatore televisivo per la TVE (ancora oggi gli spagnoli invocano il suo ritorno ai microfoni così come noi in Italia rimpiangiamo “i quattro moschettieri” di Tele+). Nel 2009 infine arrivò l’ambitissima onoreficenza di entrare nella Tennis Hall of Fame, nominato quell’anno assieme alla grandissima Monica Seles.

Andrea Appiani

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