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16/10/2011 16:18 CEST - Storie di tennis

2012: è tempo di giovani promesse?

TENNIS - Il 2011 ci ha consegnato dei nomi più o meno nuovi per il futuro: Raonic è stato protagonista dell'inizio di stagione, Tomic ha sorpreso tutti a Wimbledon, Harrison si è fatto conoscere nei tornei di casa mentre Dimitrov, pur senza acuti si sta pian piano affermando. Ma quali sono le speranze future per questi giovani tennisti nati dopo il 1990? Il 2012 potrebbe essere l'anno della consacrazione per qualcuno di loro...Daniele Vallotto

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Nonostante il numero 1 e il numero 2 del mondo abbiano soltanto 24 e 25 anni si fa un gran parlare del problema del ricambio generazionale. La questione effettivamente non va sottovalutata: i primi due della classifica sono sì giovani ma calcano il circuito fin da quando avevano 16 anni per cui non è certo scorretto definirli ormai dei veterani. Il vuoto venuto dopo la classe '87 ha infatti preoccupato un po' tutti perché, se togliamo Del Potro, sono stati scarsi gli apporti provenienti dagli anni successivi. Il '92 sembra però essere un anno fortunato.

L'anno che incoronò Jim Courier è quello che ha dato i natali a due protagonisti di questa stagione: Bernard Tomic (21/10/1992) e Ryan Harrison (07/05/1992). I due non erano certo sconosciuti dato che entrambi potevano già vantare il raggiungimento del secondo turno nello Slam di casa (Tomic nel 2009 e nel 2010, Harrison nel 2010) ma con il 2011 entrambi hanno trovato quella continuità che li ha posti sotto l'attenzione di tutti. Tomic ha fatto pure il botto riempiendo le prime pagine dei quotidiani australiani grazie al prestigioso risultato dei quarti di finale a Wimbledon con la ciliegina del set strappato a Novak Djokovic prima di capitolare a testa altissima. La stagione di Harrison non è stata così roboante (attualmente è numero 79 del mondo mentre Tomic si trova trenta posizioni più in alto) ma ha destato un'ottima impressione sul cemento americano raggiungendo la semifinale sia ad Atlanta sia a Los Angeles, sconfitto in entrambe le occasioni da Mardy Fish.

Tomic e Harrison rappresentano le speranze di due Nazioni che sono passate in secondo piano nel panorama tennistico maschile nonostante siano al primo e al terzo posto nella classifica dei vincitori Slam per nazioni. L'Australia ha festeggiato infatti l'ultimo titolo Slam nel 2002, gli Stati Uniti nel 2003. Quanto fondate sono le speranze in ottica Slam di australiani e statunitensi? Certamente molto dato che Tomic e Harrison rappresentano probabilmente il meglio che la loro generazione può offrire. Tuttavia è meglio andare con i piedi di piombo. Dato per assodato che è lecito aspettarsi grandi cose ma che il tennis moderno sembra non avere più posto per trionfi prima dei 20 anni (l'ultimo caso è Nadal ma si tratta di un'eccezione nel regolare trend degli ultimi vent'anni) è ragionevole aspettarsi una consacrazione nell'arco dei prossimi 2-3 anni, magari anche a livello Slam.

In ordine di classifica e risultati il predestinato sembra essere Bernard Tomic. L'australiano di Stoccarda può già vantare i quarti di finale a Wimbledon e due vittorie contro top-ten (contro un Soderling non al meglio a Wimbledon e contro Fish a Shanghai). Il suo gioco sembra il più adatto a sfondare: molta corsa e molta resistenza unita ad una facilità di gioco davvero sorprendente. Il suo dritto,molto potente e di difficile lettura, fa ammattire i rivali. Harrison coniuga un ottimo servizio ad un'ottima risposta anche se il suo punto debole sembra essere un rovescio su cui c'è ancora da lavorare. Quel che più piace di entrambi però è la forza mentale con cui affrontano i match: seppur giovani sono capaci di tener testa a molti giocatori molto più esperti di loro ed entrambi hanno dimostrato di avere carattere da vendere. Di Tomic si racconta addirittura che nel 2009 si rifiutò di allenarsi nientemeno che con Lleyton Hewitt. La pressione che questi due giocatori dovranno sostenere è tanta. Lo ha dimostrato agli ultimi US Open, in cui Harrison ha ceduto le armi piuttosto velocemente facendo capire che le aspettative cominciano già a farsi sentire sulle spalle della giovane promessa a stelle e strisce. In questo senso sarà molto interessante vedere cosa combinerà Tomic ai prossimi Aussie: quest'anno il cammino è terminato al terzo turno al cospetto di Nadal, a gennaio è probabile che Bernard voglia fare ancora meglio.

Alla classe '92 appartiene anche un tennista che è già campione Slam: si tratta di Jack Sock (24/09/1992), numero 367 del mondo e capace di stupire tutti agli US Open. Nato a Lincoln, in Nebraska, ha vinto gli US Open junior nel 2010. Quest'anno era presente nello Slam di casa grazie ad una wild-card e, da numero 555 del mondo, è riuscito a sconfiggere il numero 97, Gicquel. Per lui si trattava della prima vittoria nel circuito maggiore dopo le sconfitte agli US Open 2010 e a Cincinnati 2011. Il vero capolavoro di Sock è arrivato però nel torneo di doppio misto, nel quale ha trionfato in coppia con Melanie Oudin permettendosi anche di sconfiggere la navigata coppia formata dai connazionali Liezel Huber e Bob Bryan. Anche il nome di Sock, quindi, sarà da tenere d'occhio nel 2012.

Per quanto riguarda i nati nel 1991 il pezzo più pregiato del lotto è Grigor Dimitrov (16/05/1991), osannatissimo tennista bulgaro che sta finalmente trovando un po' di continuità. Fin troppo accostato a Roger Federer, con cui condivide semplicemente il rovescio ad una mano, il giovane bulgaro sta mostrando dei lampi di pura classe che non può lasciare indifferenti. Il punto è che Dimitrov dovrà trovare delle soluzioni tattiche ottimali per poter sfondare nel tennis di oggi. Attualmente, la tattica non sembra essere il suo forte: quando messo in difficoltà, Dimitrov fatica a trovare delle contromisure che lo tolgano dai pasticci. Il suo gioco, fatto di variazioni e votato all'attacco, sembra troppo leggero per poter competere con il power-tennis.

Il 2011 è stato l'anno che ha fatto conoscere a tutti Milos Raonic (27/12/1990), 196 centimetri di potenza e talento. Il canadese, attualmente al numero 31 del mondo, ha avuto un'inizio di stagione a dir poco folgorante grazie al quarto turno raggiunto a Melbourne, alla vittoria del torneo di San José (con tanto di prima vittoria contro un Top 10) e alla finale raggiunta a Memphis contro Andy Roddick. A maggio Milos era già al numero 25 del mondo ma un infortunio a Wimbledon ha condizionato il resto della stagione. Il suo nome resta comunque uno dei più caldi per la prossima stagione. Servizio devastante, ottime capacità a rete e doti da fighter fuori dal comune lo rendono uno dei giovani più interessanti.

Alla classe 1990 appartiene un altro talento che però è caduto nel dimenticatoio. Ricardas Berankis, numero 125 del mondo, sta pagando in questa stagione un infortunio che l'ha tenuto fuori quattro mesi. Questo tennista ha comunque tutto per dire la sua negli anni a venire. Nel 2010 ha partecipato al primo Slam della carriera, raggiungendo il secondo turno a Wimbledon e agli ultimi Australian Open ha fatto ancora meglio con il terzo turno. I risultati post-infortunio stanno deludendo le attese ma la recente semifinale al Challenger di Mons potrebbe dare fiducia a Ricardas, salito di 13 posizioni proprio questa settimana.

L'ultimo tennista è un atleta non appartenente alla generazione '90, seppur di poco. Si tratta di Kei Nishikori (29/12/1989), allievo di Nick Bollettieri che sta finalmente muovendo la classifica grazie alle ottime prestazioni a Shanghai. Nel 2008 il giapponese sorprese tutti vincendo a Delray Beach e arrivando agli ottavi a Flushing Meadows ma dopo quell'exploit un infortunio al gomito lo fece franare in classifica. Ad aprile 2010 è cominciata la lunga rincorsa che culminerà lunedì prossimo con l'entrata nei primi 30 del mondo. Nishikori è un giocatore molto duttile e sagace tatticamente che può certamente aver un ruolo di rilievo nel tennis del futuro.

Di tutti questi nomi i più interessanti, perché già affermatisi a livelli molto alti, sono quelli di Tomic e Raonic. L'australiano e il canadese sono portavoce di due tipi di tennis diversi, l'uno più votato alla difesa, l'altro al puro attacco. Perciò già dall'anno prossimo i top player dovranno tenerli d'occhio al momento del sorteggio dei draw.

Sia Tomic sia Raonic dovranno però lavorare molto sulla terra rossa, la superficie più ostile per entrambi: Milos ha colto dei discreti risultati ma ha fallito al Roland Garros, Bernard si è iscritto solo a Montecarlo dove non è riuscito nemmeno a qualificarsi mentre a Parigi si è arreso velocemente a Carlos Berlocq. Inoltre il suo record on clay in carriera (0-3) dimostra lo scarso feeling dell'australiano col mattone tritato. Allergia per la terra rossa a parte, è innegabile che il 2011 il panorama dei giovani si sia arricchito di molti nomi nuovi che daranno fiducia a chi teme un'era di tirannia monocolore.

Daniele Vallotto

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