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17/10/2011 15:13 CEST - Storia dei tornei

Stoccolma tra passato e presente

TENNIS - Organizzato per la prima volta nel 1969 dall’ex tennista svedese Sven Davidson su mandato del World Championship Tennis, l'If Stockholm Open si appresta a vivere da lunedì prossimo il 42esimo anno di vita. Ripercorriamo insieme storia e protagonisti di un torneo che ha alternato periodi di splendore accecante ad altri di semi-anonimato. Massimiliano Di Russo

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Quando fu chiamato a organizzare un torneo nella natìa Svezia, Sven Davidson grazie al Roland Garros conquistato nel 1957 si trovava nella posizione di primo e (per il momento) unico tennista svedese ad aver vinto uno Slam. Nessuno poteva immaginare che di lì a qualche anno si sarebbero affacciati nel circuito dapprima Bjorn Borg e successivamente atleti del calibro di Stefan Edberg, Mats Wilander e Anders Jarryd in grado di dar lustro a un movimento tennistico di assoluto livello e della cui luce riflessa avrebbe beneficiato, in termini di prestigio e di investimenti economici da parte degli sponsor, lo stesso Stockholm Open.


Disputatosi sui campi in cemento indoor della Kungliga Tennishallen, sede mai più abbandonata se non nel periodo che va dal 1989 al 1994, quando in seguito alla “promozione” come Super 9 fu scelta la futuristica e polifunzionale Stockholm Globe Arena, l’Open di Svezia vide la partecipazione nella prima edizione di 32 atleti capitanati da Tony Roche e Rod Laver. Sarà però Nikola Pilic ad aggiudicarsi la finale e con essa la prima edizone del torneo sconfiggendo all’ultimo atto Ilie Nastase. Seguiranno anni di dominio a stelle e strisce: per due volte Stan Smith e Artur Ashe e una Tom Gorman, nel 1973 in una finale segnata dai primi vagiti di un Borg pronto a conquistare il mondo ma che dovrà attendere sette anni prima di aggiudicarsi il torneo della capitale (profeta in patria lo era già, dall’alto dei tre titoli vinti a Bastad). C’è posto anche per un italiano, e chi se non Adriano Panatta, un anno prima dell’ingresso tra le leggende di questo sport: in un tabellone passato sin dalla terza edizione da 32 a 64 atleti, otterrà una di quelle vittorie da predestinati non estranee alla storia sportiva del Nostro (7-6, 6-7, 7-6 a Karl Meiler) per poi sorvolare con una leggiadria pari alle sue discese a rete ostacoli del calibro di Ashe, Parun e infine Connors. “

Giocavo con naturalezza su una superficie scomoda, molto veloce, entravo sui colpi muovendomi rapidamente” ricorderà Panatta nell’autobiografia Più dritti che rovesci. “Prima Ashe, poi Onny Parun che mi aveva sconfitto a Wimbledon (…) Lo superai in semifinale e in finale giocai contro Connors, che era il numero uno. Feci la partita perfetta e conquistai il titolo svedese in tre set”. Dopo un paio di edizioni sottotono saranno le due vittorie consecutive di John McEnroe e il sigillo ricordato poc’anzi di Bjorn Borg(con un tabellone dimezzato e in finale – ma guarda un po’ – sul mancino del Queens) a dar lustro a un torneo che nel 1982 vedrà Mats Wilander, diciottenne e fresco vincitore del Roland Garros, perdere contro un altro giovanotto di belle speranze, quell’Henry Leconte che – ahimè – di soddisfazioni future ne otterrà ben poche, compresa quella finale di Parigi nel 1988 con gli stessi protagonisti di allora ma dagli esiti opposti. Ma stiamo entrando in una nuova era del tennis, è il momento del tennis scandinavo cosicché dalla vittoria di Leconte e per i successivi nove anni ci sarà almeno un finalista svedese: Wilander presenzierà per altre tre volte all’atto conclusivo ma alzerà il trofeo solo nel 1983, seguiranno due vittorie di John McEnroe e altrettante di Edberg (1986 e 1987), tutt’ora il tennista con il maggior numero di vittorie nel torneo. Si arrampicheranno sino in finale anche Anders Jarryd, che da doppista qui vincerà tre volte, Jonas Svensson, Peter Lundgren e Magnus Gustafsson.


Nel 1990 furono apportati dei significativi cambiamenti al calendario: in particolare l’Open di Stoccolma fu inserito nella prestigiosa classe di tornei chiamata “Championship Series, Single Week”. Tre anni dopo questa categoria sarebbe passata sotto la denominazione di “Mercedes-Benz Super 9”, di cui fino al 1995 il torneo svedese avrebbe fatto parte. Con un montepremi innalzato a 1,72 milioni di dollari, per l’Open di Stoccolma quello che va dal 1990 al 1995 rappresenta il periodo qualitativamente più importante: le edizioni disputate nella futuristica Stockholm Globe Arena saranno quasi sempre di altissimo livello . Boris Becker vincerà per ben tre volte, di cui due in finale sull’idolo di casa Edberg, Ivanisevic otterrà una vittoria sconfiggendo nell’ordine Becker, Edberg e nell’atto conclusivo Forget e raggiungendo altre due volte la finale, mentre ci sarà gloria anche per Stich e Thomas Enqvist, vincitore anche l’anno successivo quando il torneo sarà declassato nelle World Series. E sarà proprio il 1996 a rappresentare l’inizio del declino: con un montepremi ridimensionato e la collocazione in fondo al calendario, in un’epoca in cui il dispendio di energie durante l’anno assume un ruolo preponderante, il torneo diverrà terra di conquista per tennisti di livello medio-alto alla ricerca di punti in acque poco infestate. Sotto quest’ottica le vittorie di Jonas Bjorkman, Todd Martin,Thomas Enqvist e Thomas Johansson vanno intese come un ponte tra il vecchio e il nuovo millennio, sul cui inizio si riflette la sinistra luce della crisi che attraversa il tennis nel periodo pre-Federer: sono edizioni qualitativamente povere quelle vinte da Schalken, Srichaphan (in finale su un Rios decadente prima ancora che declinante), il Mardy Fish migliore della prima parte della sua carriera ma lontano parente di quello attuale, ancora Thomas Johansson su uno stanco Agassi.

Nel 2005 un altro italiano, Davide Sanguinetti, proverà a seguire le orme di Panatta: supererà tre turni prima di cedere in semifinale contro Srichaphan , sempre a suo agio su questi campi finchè il polso ha retto. Sarà James Blake ad aggiudicarsi quell’edizione così come la successiva, primo top ten a imporsi dal 1999. Con la vittoria di Nalbandian su Soderling, in quella che probabilmente rappresenta una delle migliori edizioni degli ultimi dieci anni, si chiude un’altra epoca: dal 2009 infatti il torneo entra a far parte delle Atp World Tour 250 Series, disponendo di un montepremi di 600000 dollari. Nel 2010 è accaduto l’impensabile: Sua Maestà Roger Federer ha eletto Stoccolma come luogo adatto per la battuta di caccia di fine anno da affiancare al torneo di casa di Basilea. Come prevedibile si è aggiudicato il titolo, dando nuovo lustro all’albo d’oro, ma va sottolineato l’entusiasmo con il quale il campione svizzero è stato accolto, a partire dalle simpatiche esibizioni di doppio giocate con Ivan Ljubicic e i figli di Peter Lundberg, segno di un feeling tra gli svedesi e il tennis che non si è mai interrotto e della classe di un tennista che si è fatto ambasciatore del proprio sport. “Significa molto per me vincere questo titolo. E’ sempre bello vincere in un posto come questo, con un patrimonio tennistico e la storia di cui dispone” ha detto al co-direttore del torneo Thomas Johansson che gli porgeva il trofeo.


E oggi? E’ notizia recente che l’unico top player di cui dispone la Svezia, Robin Soderling, non prenderà parte al torneo che inizia lunedì per via del mancato recupero in seguito all’infezione da mononucleosi che lo tiene lontano dai campi da luglio. In compenso ci saranno Gael Monfils, alla ricerca di un titolo che manca da un anno, Stanislas Wawrinka, Juan Martin Del Potro, Florian Mayer, Milos Raonic nonché l’ex vincitore del 2009 Marcos Baghdatis. Noi non possiamo che augurarci, per il tennis e per gli svedesi, che sia un’edizione divertente.

Massimiliano Di Russo

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