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25/10/2011 16:20 CEST - Tra uno smash e l'altro

Tentazioni, Fab Four e...

TENNIS - Primo articolo della nuova rubrica "Tra uno smash e l'altro". Sette giorni di pensieri, più o meno cattivi, di Ubaldo Scanagatta, a colloquio con Luigi Ansaloni sul caso TIU, sugli "aiutini" più o meno leciti, sulla stagione in Asia e...la Fiorentina. La medicina "scorretta" sarà sempre più avanti dei controlli ma "finchè non c’è certezza che qualcosa fa male o che è proibita, per me è e resterà legale". Luigi Ansaloni e Ubaldo Scanagatta

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Allora Ubaldo, nuovo scandalo scommesse, nuovo giro, nuovi nomi, nuovi sospetti. Solo una cosa non cambia mai: ci sono sempre gli italiani coinvolti. Converrai con me che la coincidenza è quantomeno strana. Siamo sfortunati, ingenui o la nostra fama nel mondo, diciamo così, ci precede?
Beh, qualche anno fa ci fu il caso cinque tennisti italiani (Di Mauro, Starace, Galimberti, Luzi Bracciali) coinvolti in quello che fu a tutti gli effetti il primo scandalo scommesse. Allora fu palesemente una grossa ingenuità, una leggerezza. Per fare capire: scommettevano, ad esempio, sulle partite di calcio iscrivendosi nei siti a loro nome, tanto erano inconsapevoli dei rischi, comprando tessere di società di betting. Poi le cifre era veramente ridicole, roba da 5 euro anche. Tuttavia l’Atp diciamo che colse la palla al balzo e volle dare una lezione a titolo esemplare, una sorta di “puniscine uno per spaventare tutti”. Ecco, da allora gli italiani sono nel mirino, nell’occhio del ciclone. Lo erano pure gli argentini e i sudamericani in generale, ma stavolta sono passati quasi indenni. Detto questo, è giusto parlarne, e anche i giocatori lo devono capire. In Australia lo feci tranquillamente con Dolgopolov, davanti a 50 giornalisti, che al fatto che la TIU avesse deciso di interrogarlo mi rispose con ben altra serenità rispetto a Volandri: “Mi chiedano pure, posso raccontare quello che so”. Anche perché ci sarebbe tanto da discutere. Il fatto che ci siano match che attirano grosse puntate sopra, non vuol dire nulla in sé.. Basta, che so, che qualcuno sappia di un problema fisico di un tennista nello spogliatoio piuttosto che di un altro, la voce si sparge e dunque aumentano le scommesse. La famosa partita Davydenko-Vassallo Arguello aveva un giro di puntate da oltre 7 milioni di euro, ma poi dopo tante voci, alimentate in parte dalla stessa Atp, si risolsero in una gran bolla di sapone…

Doping e scommesse, due piaghe mica male per il tennis, per lo sport in generale dire. Qual è la più difficile da sconfiggere, sempre che questo sia possibile?
Difficile dirlo. Mettiamola così: dipende dal giocatore o dai giocatori coinvolti. Penso che se uno dei primi 4, se uno dei big fosse coinvolto nel doping, sarebbe uno scandalo enorme. Dico questo perché non penso sia possibile che uno a quel livello (e con quei guadagni) possa essere coinvolto in un giro di scommesse. In quel caso sì che tanti penserebbero che nel mondo del tennis ci sia qualcosa di marcio. Meno clamore ci sarebbe per il numero 150 al mondo, certo. E proprio sui pesci piccoli si sono concentrate le scommesse. E anche sui tornei piccoli. Lì le combines potrebbero esistere. Con 5000 euro alcuni giocatori si pagano un mese di attività agonistica, per dirne una.

Tutto giusto, ma alla fine quanto è difficile coinvolgere o beccare un giocatore?
Non è impossibile, però è difficile. E’ vero che nel mondo del tennis si parla molto. E’ come nell’ippica, dove anche lì girano tanti soldi e scommesse: anche lì, se c’è uno che si “vende” si sparge la voce, si viene a sapere. Ecco, nel tennis è lo stesso. Nell’ambiente chi fa il furbo, chi perde di proposito una partita, verrebbe subito “beccato”, e il passaparola sarebbe implacabile. Non credo che il colpevole riuscirebbe a vendersi 10 partite, insomma. Resterebbe abbastanza difficile da provare, questo sì.

Il passaparola arma deterrente, dunque. Lo stesso vale per i giornalisti, nel senso che il passaparola potrebbe arrivare anche a loro
Si ma il giornalista per scrivere deve (dovrebbe) avere le prove documentate, mica si può basare su una voce. E trovare le prove è molto, molto difficile.

Va bene, ma possibile che i grossi nomi non siano mai stati sfiorati da questi scandali?
Beh, fino al 1968 c’erano i dilettanti da una parte e i professionisti dall’altra. Nel tennis per dilettanti non c’erano premi ma rimborsi spese. Pensare di vendere una partita non aveva senso. I professionisti giocavano sorte di esibizioni nella troupe di Kramer. I (finti) dilettanti prendevano ingaggi sottobanco per partecipare a un torneo. Nessuno scommetteva perché non c’era granchè su cui scommettere e soprattutto non c’era nulla da “combinare”. Qualche finto dilettante si prendeva l’ingaggio e non si impegnava. Allora chi organizzava quei tornei pensò a mettere premi progressivi per assicurarsi il loro pieno impegno, turno dopo turno. Da lì al professionismo “open” aperto in tutti i sensi, ai soldi e ai giocatori apertamente riconosciuti quali professionisti, con Bournemouth primo torneo Open e Wimbledon primo a dichiararsi disposto ad aprire i battenti al tennis open….anche se il primo Slam open 1968 lo si giocò a Parigi.
Wimbledon fu anche il primo torneo _ e sì che si sbandiera sempre la sua tradizione anziché il senso dell’innovazione semi-rivoluzionaria _ ad ospitare un betting office all’interno del suo Torneo: la tenda di William Hill a Wimbledon si installò all’All England Club. Ma dopo un anno di esperimento (mi pare un solo anno, cito a memoria) fu subito tolta. Si sparse la voce che qualche doppista avesse scommesso contro se stesso cifre più importanti del premio che avrebbe potuto riscuotere. Ma oramai la breccia era stata aperta. Alla fine dunque non è poi così tanto tempo che ci sono le scommesse nel tennis. E come ho detto, i migliori, che sono anche i più ricchi, non hanno certo bisogno di vendersi per partite. Questo non toglie che qualcuno possa avere il vizio di scommettere, più per hobby che per altro. Alessio di Mauro non ha mai fatto mistero di essere un tipo così. “Mi piaceva scommettere su qualsiasi cosa”. Quasi una malattia. Per quanto concerne il doping, Luigi, invece è tutt’altra storia, se si escludono i casi di qualche atleta che è stato “beccato” per aver preso cocaina a fine carriera (Novacek, Wilander…forse la Hingis), ci sarebbe il caso Agassi…

Ma si era quasi ritirato …e poi mica si dopava per migliorare i propri risultati, era tutto un altro discorso…
Si, certo, ma resta il fatto che l’Atp aveva coperto tutto. Nulla a che vedere con i casi che citavo sopra. Poi ci sono stati casi, come Hingis, Wilander, Novacek, ma anche nel caso di Agassi non erano certo droghe che aiutavano a migliorare le prestazioni in campo.

Ok, però che non sia mai stato coinvolto, beccato in flagrante, nessun top player del momento…ti pare possibile quando in tutti gli sport qualcuno invece lo scovano?
Beh ci sono stati un bel po’ di argentini, Coria e Puerta, finalisti di Slam, Canas, Chela e non solo loro…

Ma converrai con me che nessuno nomina e nominerà mai questi come tra i migliori della storia. Io parlo di nomi eclatanti. Parlo di uno come Pantani nel ciclismo o Ben Johnson nell’atletica. Supercampioni insomma, non comprimari….
Non sono sport paragonabili. Nel ciclismo si fanno sforzi paurosi, 200 chilometri al giorno ma sono eventi che durano un tot prevedibile di tempo, ad orari predeterminati. Tutto si può più facilmente dosare. I ciclisti preparano per mesi il Tour o il Giro d’Italia o il mondiale, che dura un giorno, quindi hanno più tempo per organizzarsi e cercare anche la “scappatoia”, calcolare il tutto, anche la durata della corsa. Idem nell’atletica, in altri sport. E in quelli di squadra ti puoi nascondere meglio (non ti beccano al sorteggio e la fai franca). Nel tennis non è così: ci sono troppi tornei, troppe variabili, troppi calcoli che non puoi fare, troppi recuperi da compiere giorno per giorno. E ci sono tante altre componenti decisive per arrivare ad un successo che si costruisce non con una partita o un torneo, ma partita dopo partita, torneo dopo torneo. Ci sono i nervi, la psiche, la tecnica, il dritto, il rovescio, il tocco. Non è solo potenza, muscoli ipertrofici che magari ti fanno perdere elasticità o sensibilità. Anche negli altri sport ci vuole talento, ovvio, ma in altre discipline, negli sport a squadra in particolare, ci sono troppe meno componenti da tenere in considerazione, a prescindere dalla stessa durata del match che può cominciare ad un’ora piuttosto che ad un’altra (perché può dipendere da un piovasco, da quanto dura il match precedente e via dicendo).

Anche in questo tennis così fisico?
Guarda, secondo me se proprio qualcosa si può pensare che esista a livello doping, potrebbe essere nel recupero dagli sforzi e dagli infortuni. Un po’ quello che successe a Korda, che era magro come un chiodo ma che per recuperare più in fretta si sottopose a trattamenti che si dimostrarono illeciti…se fu trovato positivo.

E qui entrano in gioco la camera ipobarica di Nadal o “l’uovo” di Djokovic, dunque.
E' molto difficile dare una risposta anche soltanto…etica. La medicina sportiva “scorretta” che voglia aiutare lo sportivo persuaso a “barare” sarà sempre in anticipo sui controlli ed i limiti che la cultura dell'antidoping cercherà di imporre. Ciò non toglie che si debbano assolutamente sfavorire e scoraggiare le pratiche dopanti. Però si finirà sempre per intervenire una volta che si sarà scoperto qualcosa, qualche imbroglio compiuto da qualcuno. Quindi a posteriori. Lì si cercherà sempre di impedire qualcosa quando si sia dimostrato che quella pratica può far male a chi la adotta. Ma il bravo medico “scorretto” riuscirà sempre ad anticipare chi lo vorrà poi fermare, almeno all’inizio. Io non ho idea, tornando alla camera iperbarica e all’Uovo di Djokovic, se quelle tecniche adiuvanti _ chiamiamole così _ possano risultare nocive alla lunga (o anche alla breve…). Se si scoprisse di si le proibirei, ovvio. Ma altrimenti non sarebbe giusto, anche se chi ha tanti soldi può permettersele, se le compra e ha un vantaggio rispetto a chi non se lo può permettere. Il giocatore affermato e ricco che può permettersi il meglio di tutto, ha sicuramente più vantaggi rispetto al ragazzino squattrinato. Ma come si fa a dire: questo vantaggio medico, o paramedico, o semplicemente salutistico, dietetico, non te lo puoi concedere? Il primo che ha scoperto che le banane facevano bene perché davano potassio, (non so se sia stato Chang…’sti cinesi!!!) avrà goduto certo di un vantaggio, e così (forse…ma ho sentito opinioni contrastanti) chi come me prendeva fettine di limone e zucchero ai cambi di campo, o chi ingeriva sale e acqua se si sentiva arrivare i crampi. Tuttavia, ripeto, finchè non c’è certezza che qualcosa fa male o che è proibita, per me è e resterà legale

Nadal appunto si lamenta che su di lui in giro ci sono troppe voci che lo danno per “dopato”
Se io fossi un giocatore che non prende assolutamente nulla, quelle voci le considererei ingiuste, malevole, cattive, diffamatorie, e tanto più fossi corretto e con la coscienza a posto, tanto più mi procurerebbe un dolore enorme e un insopprimibile astio nei confronti di chiunque parlasse senza avere prove a conforto della propria tesi. Sono d'accordo con lui in questo caso. Che la gente lo dica senza prove, è brutto. Ci sono tanti che parlano perchè suppongono, ma supporre non significa nulla. Certo, se un domani chiunque si sia sempre dichiarato pure ed ispirato soltanto da principi di fair-play, venisse scoperto con le mani nella marmellata, beh si meriterebbe tutto il peggio possibile. Condanna, esecrazione, sanzioni, disprezzo. Ad oggi chi accusa questo o quello, Nadal perché non “muore” mai, Djokovic perché è più elastico di una canna di bambù, sparge calunnie. Ci sono giocatori straordinari _ parola che significa appunto fuori dall’ordinario _ sia per aspetti tecnici sia per aspetti fisici, atletici. Alcuni fanno cose assolutamente impossibili ad altri. Certi recuperi di Nadal, certe spaccate di Djokovic, certi servizi a 250 km orari che chi ha una spalla, una schiena e un braccio normale non può nemmeno sognare. Ma anche a livello cardiologico ci sono stati atleti in grado di sopportare carichi di lavoro da bestie da soma (Muster, Courier, Vilas ) ed altri che se si fossero sottoposti agli stessi sforzi (Sampras, Rios, probabilmente Federer, sarebbero morti la sera stessa). Alcuni grandi campioni, come mi pare fosse il bradicardico Coppi (e spero di non sbagliarmi con Bartali….ci mancherebbe con la rivalità che divideva i due!) aveva battiti cardiaci radi, bassi, sotto ai 45, che recuperava dalla fatica in modo pazzesco ed impensabile per chiunque altro. Delle Williams ad esempio, tanti dubitano per una muscolatura assolutamente fuori dall’ordinario. Però chi le ha viste bambine, al di là del durissimo lavoro cui sono state sottoposte fin dalla più tenera età, avevano innate caratteristiche atletiche assolutamente fuori dalla norma. Quando avevano 10-11 anni c’erano immagini di Serena e Venus che rientravano dal campo agli spogliatoi camminando sulle mani, a testa in giù, così, per divertimento. Facendo forza sulle braccia e la coordinazione naturale del corpo. Centro metri tutti in questo modo, solo sulle mani. Bisogna prendere atto, che anche se tutto si può allenare, tutto si può migliorare, ci sono anche persone che fin quasi dalla nascita rivelano più doti più degli altri, fisiche, tecniche, psicologiche, e quant’altro.

Senti ma cambiando argomento…questo 2011 del tennis?
Col passar degli anni sono sempre meno le partite che mi divertono.

Anche perché ne vedi pochine in giro eh...
E' vero, il lavoro è un massacro. E’ una delle cose più inspiegabili dell'avvento dei computer e dell’era internet. La maggior rapidità nei mezzi di comunicazione …fino a pochissimi anni fa il fax era sembrato (come prima il telegramma…) una conquista straordinaria che avrebbe fatto risparmiare tempo, lavorare meno e raggiungere prima il risultato migliore. Invece è successo il contrario. Nei primi miei dieci, quindici Wimbledon (1974-1989) si andava via presto, si vedevano le partite, davi il pezzo al giornale e si finiva lì. A quanti teatri (inizio ore 20) sono riuscito ad andare, a quanti concerti, compreso quello dei Rolling Stones alle 21 a Wembley, tutto dall’altra parte di Wimbledon. Ora te lo sogni. Devi restare abbarbicato al tuo seggiolino, con gli occhi sfibrati davanti al computer fino a mezzanotte, a controllare gli altri siti, i tweets, i facebook, sennò rischi di prendere subito quel “buco” per il quale il tuo “capo” l’indomani ti potrebbe cazziare.

Torniamo al divertimento...
Ho avuto la sensazione di un Nadal mai al 100%, nel 2011 non mi ha praticamente mai convinto appieno come nel 2010. Non mi è mai sembrato irresistibile. Federer è indubbiamente calato, e mi dispiace dirlo, ma è un dato di fatto. Djokovic ha avuto un'annata certamente pazzesca, straordinaria ma ha anche potuto approfittatre del calo di chi gli stava davanti, senza dubbio.

Attenzione a quest’ultima affermazione, ormai sul sito ci sono implacabili fans di Nole…
Ma è stato bravissimo Nole, per carità. Aveva fino a un anno fa il difetto della resistenza atletica, dell’allergia, ha superato quei problemi crescendo professionalmente, organizzandosi sempre meglio (anche Martina Navratilova e Ivan Lendl, ad esempio, seppero costruirsi dopo i primi anni da “autodidatta”, un’equipe composta da tecnici, strateghi, medici, nutrizionisti, fisioterapisti, manager che contribuì notevolmente ai loro straordinari progressi in tutti i campi) e così anche Nole, entrato in quella determinazione a lavorare su tutto quanto poteva servire a colmare il gap con Federer e Nadal, è riuscito meritatamente a migliorare in tutto e per tutto. Il tennis non gli era mai mancato a livello di talento. I suoi fondamentali valevano quelli degli altri più avanti di lui, colpo più, colpo meno, ma la continuità psicofisica non era paragonabile. Così è successo che lui è andato avanti e gli altri indietro. Murray dovrà imitarlo, fare come lui, perché non è ancora arrivato al livello degli altri, anche se dopo la tripletta in Asia è n.3. Ecco, Murray dà la sensazione che potrebbe migliorare, soprattutto a livello fisico.

La verità è che Murray è un tuo “pupillo”
Andy mi piace perchè mi dà la sensazione di uno che sviluppa un tennis non robotico, mi dà la sensazione che può rallentare, che può cambiare schemi, accelerazioni. Secondo me ha grande talento, ha riflessi per rispondere meglio di chiunque altro, ma anche intelligenza per rallentare se occorre (e a avolte esagera e assume posizioni troppo attendiste). Mi ricorda “Gattone” Mecir. Senza aver la vigoria atletica di Nadal, senza essere come “Tiramolla” Djokovic, senza il genio di Federer, riesce a competere ad alti livelli.

A proposito di Asia, si ha la sensazione ormai da molto tempo che in pratica la stagione finisca con lo Us Open.

Io capisco che l’ATP non voglia anticipare la Masters Cup (continuerò sempre a chiamarla così), anche se secondo me i quattro Fab Four sottoscriverebbero delle Finals subito, magari non a fine settembre ma a metà ottobre. Ma capisco anche che un sindacato giocatori si debba preoccupare di far vivere gli altri, quelli che non sono top player. A loro che perdono prima nei tornei la stagione non sembra mai così lunga come ai primi della classe. Altrimenti i meno forti, e meno ricchi, rischiano di non arrivare in fondo all’anno, o comunque di non mettere abbastanza soldi da parte per quando la breve carriera di tennisti “prof” sarà finita. Mica tutti trovano lavoro in tv o nell’ambiente del tennis, quando attaccano la racchetta al chiodo.

Ma questa stagione è troppo lunga?

Ribadisco: se uno fa 20 tornei, fa 40 viaggi in aereo. Se uno gioca 90 partite l’anno, la fatica la risente. A 18-19 anni va bene, a 27-28 è un’altra storia. E per giocare quei tornei, ti devi fare il mazzo 200 giorni l’anno, soprattutto a questi livelli qui. Per gicoare 90 partite ti devi allenare per altri 90 giorni. Se ci aggiungi 40 giorni e più di viaggi (non ci sono solo i tornei), ci sono le esibizioni, i campionati a squadre, gli obblighi sociali ….il tempo che ti resta per respirare è quasi inesistente. Ai ritmi di oggi, è durissima. L’impegno è veramente notevole. Prima era diverso, la gente si fermava, si andava a fare una vacanza in Sardegna o con la ragazza per un mese, ora non è più possibile. Recuperare dopo un mese di completa astinenza vorrebbe dire impiegare un altro mese prima di ritrovare la giusta condizione.

Federer veramente ha preso tutta la famiglia e se n’è andato in vacanza ai Tropici…

Eh ma ora Roger ha 30 anni, ha vinto tutto e di più, non deve più dimostrare nulla a nessuno. Prima non ci andava! E poi è arrivato ad un livello tale che può decidere di fare un pò quello che gli pare, di puntare sugli Slam e basta e nessuno gli può dire nulla. A Borg, quando aveva 26 anni lo volevano obbligare a fare un numero di tornei esagerato. E lui per tutta risposta si ritirò. Che poi, l’Orso era già 12 anni che giocava a quei livelli, a 14 anni debuttava in coppa Davis lui! In fondo sono sempre ragazzi, si possono anche stancare di fare quella vitaccia! Non sono tutte rose e fiori, anche se è sempre mglio che lavorare in...miniera, o in un giornale,ci mancherebbe! A quell’età si cazzeggia ancora, e si vorrebbe continuare a farlo. Gli anni migliori sono quelli, e credo che a volte questi ragazzi non riescano nemmeno - paradossalmente - a godersi completamente i soldi che guadagnano. Se ad Ansaloni dicessero tutti i giorni cosa fare..."E vieni qui ad allenarti, e vieni a fare palestra, e dai che lavoriamo sugli addominali se no poi ti strappi, e forse un’oretta di jogging, e mi raccomando stasera a letto presto altrimenti domani non hai riflessi…, niente vino, men che mai alcolici pesanti", che farebbe?

Beh già me lo dicono e solo perché devo essere lucido al Giornale di Sicilia...ma sto Santiago Silva, l’attaccante nuovo della tua Fiorentina?
Prima segnava 30 gol, Corvino dice che è un affare. Finora non mi è parso. Vedremo, magari deve migliorare atleticamente. E’ un genio creativo quello che in Argentina lo ha soprannominato “El Tanque”, il Carro Armato. Io non ho mai visto un Carro Armato rovesciarsi e rotolarsi per terra come accade a lui. Perfino i carri armatini del Risiko mi sembrano più solidi e stabili di lui! Se doveva essere la “spalla”, o peggio il sostituto di Gilardino, si sta freschi! Però è anche vero che il gioco, anzi il non gioco praticato dalla Fiorentina di Mihajlovic proprio non lo aiuta.

Luigi Ansaloni e Ubaldo Scanagatta

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