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10/11/2011 17:17 CEST - L 'ARGOMENTO

Le delusioni di questo 2011

TENNIS - Cosa hanno in comune Tomas Berdych, Fernando Verdasco, Jurgen Melzer, Nikolay Davydenko, Ernests Gulbis? Poco, a parte l' aver disputato una stagione piuttosto deludente. Loro come molti altri. Ripercorriamo i pochi risultati  positivi e le tante cadute di  alcuni dei maggiori flop di quest'annata tennistica. Secondo voi chi è stato il più negativo di tutti? Stefano Broccoli 

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Il 2011 è stato l' anno di Novak Djokovic. Il serbo non ha lasciato nulla per strada, andando a vincere tutti gli appuntamenti più importanti: dagli Slam ai Masters 1000 di caratura superiore. Ma a parte la crescita esponenenziale del serbo, il 2011 non ha offerto molte sorprese. Anzi, molti giocatori di vertice da cui ci si attendeva una conferma, se non una crescita, sono decisamente scesi di rendimento, accentuando ancor di più il divario tra i "Fab Four" e il resto del mondo.

Come non cominciare parlando di Fernando Verdasco, forse il giocatore "più peggiorato" di tutti. In realtà il calo del madrileno era iniziato già nella seconda parte del 2010, ma ha assunto quest'anno proporzioni ancora maggiori. E' dall'inizio della stagione che Verdasco fa collezione di primi e secondi turni, e anche negli appuntamenti più importanti è quasi sempre mancato. Basti pensare alle sconfitte rimediate nella stagione sulla terra, superficie dove l'anno scorso aveva fatto incetta di punti: primo turno a Monte-Carlo, a Madrid, battuto dal noto "terraiolo" di Taipei Yen Hsun Lu e al Roland Garros, sconfitto da Ivan Ljubicic. Una disfatta, per un giocatore che si era stabilizzato nella top ten e si era candidato alla vittoria in uno slam. Lo spagnolo quest'anno, sembra essere tornato agli antichi difetti: gran tennis, ma notevole incostanza nel corso dei match e incapacità di chiudere partite già vinte. La sua stagione, ma anche la sua carriera si possono riassumere nella sfida giocata quest'anno a Cincinnati con Nadal: per larghi tratti Verdasco ha dettato legge, prima di sciogliersi ripetutamente quando era avanti nel punteggio, palesando di nuovo l'handicap psicologico con il maiorchino. Tirando le somme,ne esce un giocatore fortemente ridimensionato. Non certo nel talento, che è indiscutibile, quanto piuttosto nella sua continuità a certi livelli. Verdasco è comunque riuscito a stare per più di un anno nella top ten, vincendo due coppe Davis e giocando un Australian Open a livelli pazzeschi. Di più forse, è chiedere troppo.

E' strano parlar male di un giocatore che è numero sette del mondo. Eppure la stagione di Thomas Berdych è stata piuttosto incolore, sebbene dal ranking non si evinca. L'attuale sistema delle classifiche infatti, premia un giocatore che ha perso al primo turno del Roland Garros da Stephane Robert ( laddove nel 2010 aveva raggiunto le semifinali),agli ottavi di Wimbledon da Mardy Fish (mentre l'anno prima aveva giocato la finale) e al terzo turno agli Us Open. Certo non ci sono solamente gli Slam, ma anche negli altri tornei, gli acuti scarseggiano. Una buona continuità di rendimento, senza dubbio, ma troppo poco per un giocatore di quelle potenzialità. Un tennista sostanzialmente mediocre, pur dotato di fondamentali da vittoria slam. Questo è Tomas Berdych, nulla di più, sebbene il 2010 ci aveva fatto credere il contrario. Un elegantissimo e talentuosissimo sparapalle, del tutto privo però di personalità e delle stimmate del campione.

Il 2010 di Jurgen Melzer era stato davvero una sorpresa per tutti. Il viennese, giocatore non più di primo pelo, era riuscito lo scorso anno a comporre i pezzi del suo tennis, a dare senso e solidità al suo gioco, divertente ma ad alto rischio. Grazie anche al prezioso aiuto di coach Nystrom, Melzer è entrato per la prima volta nella top 10, raggiungendo risultati ragguardevoli in diversi grandi tornei. Ma l' incantesimo pare essere finito. Come per Verdasco, i precedenti anni parlano chiaro, e purtroppo non si cancellano con una stagione. Ed ecco che l' austriaco è tornato nelle zona di classifica in cui è stato per anni, che rispecchia il suo livello medio (non il suo talento, sia ben chiaro). Con lui il computer non ha fatto sconti. E giustamente va detto, dopo aver perso con Kunitsyn agli Us Open e con Rosol a Parigi. E' stato bello finchè è durato, Jurgen.

Parlar male di Gulbis ormai è come sparare sulla croce rossa. Non so neanche se considerare il ricco e indolente lettone una delusione dell' anno. Infatti per esserci delusione occorre che vi siano delle aspettative, e queste sono svanite da tempo. Ma non si può tacere del fatto che Gulbis ha perso quest' anno al primo turno con nell'ordine: Benjamin Becker (agli Australian Open), Berlocq, Marchenko, Kavcic (al Roland Garros), Tursunov (a Wimbledon), James Blake, Simone Bolelli e Rosol. Sono cose esilaranti, che vanno ricordate. Detto ciò, come si fa a biasimare uno che viaggia per tornei con un aereo privato e il cui padre è uno degli uomini più ricchi di Lettonia? Certo, lo vedi giocare a tennis, ti rendi conto di cosa potrebbe fare e ti duoli perchè non lo farà mai. Ma in fondo è inutile, il primo a non dispiacersene forse è proprio lui...

Nikolay Davydenko si è perso ormai da un po' di tempo. Dopo l 'incredibile finale di stagione del 2009 con la vittoria al Masters e l'ottimo avvio di 2010, il russo ha iniziato la sua parabola discendente. Punto di non ritorno è stato il quarto di finale perso a Melbourne contro Roger Federer, che aveva battuto 2 volte in quel periodo. Il russo , complice anche problemi fisici, è piano piano sceso in classifica, fino a ritrovarsi fuori dalla top 20 dopo ben cinque anni. Nel 2011 Davydenko non è riuscito ritrovare affatto lo smalto dei giorni migliori: dopo la finale giocata a Doha, ha subito pesanti e reiterate sconfitte con giocatori che un tempo avrebbe battuto agevolmente: con Florian Mayer ad esempio, contro cui ha perso nettamente in Australia oltre ad Antonio Veic che lo ha battuto sulla terra parigina. Non bastano un paio di finali in tornei 250 per dare valore alla stagione di Davydenko che si è abituato a ben altro. Il russo forse non tornerà più a quei livelli, ma quello che doveva dire lo ha detto. Una successo al Master e tante vittorie con i migliori( a Doha nel 2010 battè sia Nadal che Federer), sono traguardi di cui pochi possono vantarsi.

Stefano Broccoli

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