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05/12/2011 15:20 CEST - Off court

Roger, Rafa e le mancate decisioni

TENNIS – La stagione 2011 volge al termine e all'interno dell'ATP sono tante le cose da decidere e risolvere. Federer e Nadal, rispettivamente presidente e vice-presidente dell'ATP player council, si trovano in disaccordo: prima di tutto sul nome da fare per l'elezione del nuovo ATP CEO, ma anche sulla lunghezza della stagione e sul sistema ranking. Sembra che niente verrà deciso prima del 2012. Rossana Capobianco

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Ottanta per cento. E' l'incremento a livello commerciale che Adam Helfant è riuscito a procurare durante i suoi tre anni come presidente ATP. Tre anni fa l'ATP riceveva dagli sponsor 38 milioni di dollari, ma gli accordi con i nuovi sponsor tra cui Corona, Moet & Chandon e FedEx hanno fatto alzare di tanto l'asticella degli introiti.

Helfant, mai troppo amato, mai troppo odiato. Un business man, che non ha mai preso decisioni epocali, al massimo ha accettato proposte sul calendario e ha avuto il pregio di non opporsi al volere dei giocatori e li ha sempre ascoltati, quando era possibile. Ma lo statunitense lascia dietro di sé adesso una marea di incertezze e di lotte intestine. All'interno del board, all'interno dell'Atp Council.

Due sono soprattutto i nomi dei più credibili candidati alla successione di Helfant: il primo è quello di Brad Drewett, già in lizza la volta scorsa, direttore delle World Tour Finals, australiano e con una certa esperienza a quel livello (dal 2006 capo dell'ufficio esecutivo del gruppo internazionale ATP).
Il secondo è Richard Krajicek, certamente più noto agli appassionati di tennis. Ex campione di Wimbledon, attuale direttore del torneo di Rotterdam, certamente una candidatura più affascinante e nobile. Favorito tra i giocatori e più vicino alle loro posizioni in generale, ma un quasi “novellino” in termini di politiche economiche nello sport.

Durante le World Tour Finals a Londra, oltre che le naturali e consuete lotte nel board ATP, son venuti fuori dissidi anche tra quello che è il presidente dell'ATP player council e il vice-presidente: anche questi sono due nomi nobili, Roger Federer e Rafael Nadal.

Mentre Rafa appoggerebbe l'olandese senza se e senza ma, Roger sembra dubbioso a riguardo: “Non ho nulla contro l'uomo, siamo in ottimi rapporti e lo stimo, ma bisogna chiedersi anche che esperienza e che background ha nel mondo degli affari; è sicuramente una persona fidata, ma il discorso commerciale è vitale per l'ATP. Helfant lo conoscevo dalla Nike ed ero conscio  delle sue doti di negoziatore, dote non da poco per il nostro sport”.

“Abbiamo parlato più volte a Londra con Rafa, ci siamo incontrati anche prima che lui partisse per la Davis: io ho sentito le sue ragioni e lui le mie. Ci incontreremo ancora a breve e vedremo come le abbiamo assimilate. Non siamo noi che prendiamo le decisioni ma il board, però ci piacerebbe dare delle chiare direzioni e dobbiamo trovare prima un accordo tra di noi per il meglio di questo sport”.

Ma non è solo questo a dividere il maiorchino e lo svizzero. Si fa sempre più pressante la volontà di Nadal di “copiare” il sistema ranking dal golf, basato su due anni, ma a riguardo Federer è stato categorico: “Non sono affatto un fan di questa idea. Innanzitutto lo troverei noioso, e come me molti appassionati di tennis. Non ci sarebbero cambiamenti al vertice per tanto tempo e niente di veramente nuovo sotto il sole. E poi, come presidente del Council, non lo trovo giusto per i giocatori con un ranking basso. Anche più difficile per loro riuscire ad avanzare, continuare. Richiederebbe sforzi esagerati per loro e spesso non possono nemmeno permetterselo economicamente; per giocatori come me e Rafa sarebbe meglio, mi rendo conto, ma voglio poter guardare tutti negli occhi serenamente”.

In campo è decisamente tutto più facile, e forse anche più sereno. Impugni una racchetta e fai quello che hai sempre fatto. Ma dietro le quinte sembrano regnare confusione ed incertezza al momento. E pare proprio che niente si risolverà prima dell'inizio del 2012.

Certo va riconosciuto l'impegno di Federer e Nadal nell'essere sempre partecipi e di preoccuparsi di tutto ciò. In passato non era mai stato così, e lo dice anche Helfant: “Sono rimasto impressionato da entrambi, il loro impegno è lodevole, verranno certamente ricordati per tutto quello che han fatto in campo, ma molti non sanno che anche fuori dal campo sono dei fuoriclasse”.

E mentre da parte di molti giocatori europei piovono critiche sulla collocazione di Miami e Indian Wells e sulla lunghezza della stagione, manca ormai poco all'inizio della prossima. E c'è da sbrigarsi a definire tutto; magari senza lamentarsi troppo ed allargando le prospettive: perchè pare che l'ATP ormai abbia delle oligarchie ben definite. Nel board e non.

Rossana Capobianco

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