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21/01/2012 11:32 CEST - Australian Open

Super Tomic: che fenomeno!

TENNIS - Bernard Tomic ha le stimmate del campione. Tanti hanno sofferto la pressione nel torneo di casa. Lui no. Ha vinto con intelligenza una partita difficile, contro un avversario, Dolgopolov, che lo fa giocare male. E in vista del match contro Federer, dice: "Per un giocatore così, mi guardo l'intera sua partita, l'ho sempre fatto; lo faccio solo per lui, di solito non guardo tennis".Da Melbourne, Ubaldo Scanagatta

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australian open: bernard tomic
australian open: bernard tomic

Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta

MELBOURNE _ Il ragazzino ha le palle. Accidenti se le ha. Quante volte avete visto, e letto, di giocatori che all’impatto con il torneo di casa, se la facevano addosso. Gli italiani al Foro Italico, i francesi al Roland Garros, gli inglesi a Wimbledon. Lui no, nemmeno un po’. Tutt’altro. Il modo in cui Bernard Tomic ha affrontato e battuto al quinto set un tennista di grandissimo talento, Alexander Dolgopolov, che lo aveva sconfitto anche nettamente tre volte dice che questo ragazzo di papà croato ha le stimmate del campione.

Perché ha vinto una grandissima partita, giocandola con classe, intelligenza, lucidità. Venendo fuori da situazioni psicologicamente difficili per un giocatore molto più esperto, reagendo alla grande dopo aver perso un set per 6-4 nel quale era stato avanti 4-2 fino a vincere poi due tiebreak di fila, il primo addirittura per 7-0, il secondo risalendo da 3-5 e approfittando cinicamente di un paio di regali di Dolgopolov (gravissimo l’errore di dritto a porta vuota sul 5 pari). Patito come se nulla fosse un ace di Dolgopolov sul 6-5 e setpoint per lui, dopo 2 ore e 37 Tomic si è trovato avanti due set a uno, con l’ucraino che francamente avrebbe dovuto vincere il set.
Partita bellissima. Smorzate, controsmorzate, tagli e controtagli, lob al bacio, passanti spaventosi. Accelerazioni improvvise ed incredibili con angolazioni pazzesche. Non un punto uguale all’altro.

Davvero raramente mi ero divertito tanto. Davvero raramente negli ultimi anni avevo visto uno spettacolo più originale, interessante, vario, di quello davvero straordinario offerto da Tomic e Dolgopolov. Ad un certo punto, ammirato per non dire affascinato da un tennis cui credevo non si potesse più assistere in tempi dominati da bombardieri armati di racchette fabbricate con materiali spaziali, non ho resistito ed ho scritto di getto un tweet, ritweettato da Christopher Clarey del New York Times, nel quale mi sono lasciato andare: “Questo è uno dei match più ‘entertaining’ che ricordo. Nastase e McEnroe da fondocampo avrebbero giocato così” (se non fossero appartenuti a due epoche diverse)

Dovete sapere che per come sapevano accarezzare la palla e variare gli angoli, con un’inventiva ed una fantasia quasi irripetuta, per me Ilie Nastase e John McEnroe sono stati due veri idoli, due modelli quasi inimitabili. E McEnroe era nato in Germania, a Wiesbaden, proprio come il Tomic che oggi vive nel Queensland è nato a Stoccarda, figli di un emigrante croato che oggi chiamano John ma in realtà si chiama Ivica.

Anche chi aveva profetizzato che sarebbe stato un grande match probabilmente non se lo sarebbe aspettato di un tale livello. E vi assicuro che vederlo dal vivo, dalla Rod Laver Arena, a pochi metri di distanza dai due fantastici protagonisti, non è come vederlo in tv.

Le rasoiate di rovescio, dell’uno e dell’altro, che passavano a fil di rete lasciavano gli spettatori con il fiato sospeso (46.000 nella sessione pomeridiana, sold-out stasera dopo che una riunione di 5 ore della produzione televisiva internazionale aveva deciso ieri di privilegiare per il match serale il duello Tomic-Dolgopolov rispetto ai match di Federer e Nadal), le botte improvvise che partivano da quelle braccia fino a un minuto prima delicate lasciavano tutti stupefatti.

Dolgopolov è stato chiaramente danneggiato da un errore arbitrale all’inizio del quinto set, quando su una palla sulla riga Tomic ha alzato il braccio come per chiedere l’Occhio di Falco e al contempo ha buttato la palla di là come se la volesse rigiocare. Dolgopolov si è quasi fermato anche lui e ha perso il punto. E il game che altrimenti avrebbe potuto vincere. Ovviamente ha protestato con l’arbitro Ramos, ma inutilmente. Anche qui il ragazzino, smaliziato quanto basta, ha fatto finta di nulla ed è andato a sedersi sull’1 a 0 per lui nel quinto come se nulla fosse.

Lì Dolgopolov si è sicuramente molto innervosito, e con ragione. Si è pure distratto, perché il pubblico diviso fra quelli che non avevano capito cos’era successo e quelli che facevano finta di non capire ha cominciato a beccarlo a più non posso. Lui è stato bravo e intelligente a sorriderci su, ad alzare le braccia al cielo ripetutamente come per dire “dai, più forte, gridate di più!” e così anziché aizzare i più esagitati con quell’atteggiamento li ha smontati.

Ora sono curioso di vedere come reagirà al nuovo duello con Federer domenica, dopo i quattro set giocati in Davis dove Bernard si fece molto onore pur perdendo.

Roger è sempre stato il mio idolo!” dice il ragazzino. “Cosa farò per preparare il match? Non lo so…pregherò Dio, magari che lui stia un po’ male…o qualcosa del genere (e ride) Giocare con Roger sarà sempre un’esperienza che non dimenticherò mai…Spero di poter giocare bene, in relax e di divertirmi. Io penso che potrò fare un buon match. E chissà, magari vincere!

_Meglio giocare di sera o di giorno?
Non importa. Purchè non faccia troppo caldo. La tattica? Forse giocare giù basso sul rovescio di Roger che ha uno dei migliori dritti del mondo…”.

Oggi i favoriti hanno passeggiato, salvo Federer che non poteva passeggiare contro uno che batte come Karlovic. Lo svizzero ha salvato un pericolosissimo setpoint che poteva rappresentare anche una svolta al match con un miracoloso recupero su una smorzata di Karlovic grazie ad un lob sul gigante croato di 2 metri e 8 cm giocato da sotto la rete e che ha preso di sorpresa il buon Ivo il quale avrebbe poi dichiarato:“Ho perso lì un punto importantissimo che in 99 casi su 100 avrei dovuto fare!” su uno di quei miracoli. Un altro punto …memorabile era avvenuto sul 5-2 per Roger: è stato quando ha giocato inopinatamente un rovescio a due mani! E lo ha sbagliato. “Credo che dovrete aspettare molto tempo prima di vedermene tentare un altro!
Nel tennis femminile nessuna sorpresa. Sembrava sul punto di crearla, ancora, Romina Oprandi che conduceva 6-3, 3-2 sulla deliziosa ma fallosa Julia Goerges. Quando questa si è fermata per chiamare il fisioterapista, e lei pure, il match si è rovesciato. La cronaca la potete leggere altrove qui nel sito. Io dico solo che poche ragazze hanno il braccio, la fluidità e il tocco di Romina. Purtroppo poche ragazze, fra le professioniste che disputano uno Slam, hanno anche il suo fisico matronale e martoriato da mille infortuni che tutte le fasce che si mette finiscono per evidenziare.

Lei, che ha l’aria proprio pacioccona, sempre sorridente e tranquilla, non sembra preoccuparsene più di tanto. “Sono contenta così” dice. E lo sembra davvero. Forse è stata proprio la mancanza di una grande ambizione il suo vero tallone di Achille. Perché a tennis gioca davvero bene, come poche. Peccato…chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane. Spero che ora Saretta Errani, che i denti li ha eccome, dimostri contro Sorana Cirstea di avere anche il…pane. In cinque precedenti situazioni di terzo turno negli Slam ha sempre fallito l’ultima prova. Mai è approdata agli ottavi di finale. Quella con la bella ragazza rumena che ha eliminato la Stosur aprendole il tabellone sembra una bella opportunità per l’ultima superstite di una pattuglia di 13 italiani. Una seconda settimana in uno Slam se lo meriterebbe proprio per poi sognare in grande contro la vincente di Zheng-Bartoli.

Ubaldo Scanagatta

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