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11/02/2012 16:46 CEST - Tennis e doping

Test a sorpresa
per Nadal

TENNIS - "C'era da aspettarselo, ma sono contento". Così Rafa Nadal ha commentato il test antidoping a sorpresa di sabato mattina alle 8.30. Intanto, martedì Rafa incontrerà il primo ministro per parlare del "caso Canal+". La satira di Les Guignols, comunque, ha attaccato anche i francesi (all'interno i video). Alessandro Mastroluca

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Controllo antidoping a sorpresa questa mattina per Rafael Nadal. Il campanello della sua casa di Manacor è suonato alle 8,30, prima dell’inizio dell’allenamento. “C’era da aspettarselo dopo tutto...ma sono felice che sia così", commenta Rafa su Twitter.

Poco prima, Rafa era tornato a parlare dell’argomento, e della polemica con Canal+ in seguito agli sketch del programma Les Guignols che accusano gli spagnoli di vincere grazie a pratiche illecite, in un’intervista a Cadena Ser, la più antica stazione radio di Spagna. “Ora, la cosa più importante è l’appoggio che stiamo sentendo tutti noi sportivi spagnoli. Soprattutto perché i risultati ottenuti in questi ultimi anni non saranno facili da ripetere. Penso che non si debba dare troppa importanza agli sketch, è una campagna di una anzione vicina che vuole solo denigrare lo sport spagnolo, che prova a spiegare i nostri successi accusandoci di doping. Non esiste. Non ho dubbi che sia tutto frutto degli sforzi, della preparazione, del lavoro. Noi siamo tranquilli” ha detto Nadal.

La coincidenza tra il test a sorpresa e le polemiche suscitate dagli sketch di Canal+ potrebbe anche apparire non casuale. Il Consiglio Superiore dello Sport sta valutando la possibilità di fare causa all’emittente francese. E martedì Nadal incontrerà il Primo Ministro Rajoy per discutere del problema.

Va detto, a onore dei francesi, che in passato la satira di Les Guignols non ha preso di mira solo atleti stranieri. In passato, infatti, sono stati bersaglio del programma, che si inserisce in una tradizione che in Francia si radica nella storia del Canard Enchainé, Alain Bernard, Amelie Mauresmo e Richard Virenque.

In passato, Rafa si era lamentato dei controlli a sorpresa e della regola dei “whereabouts”. La norma richiede ai tennisti inclusi nell’ITF International Registered Testing Pool (inclusi tra i primi 50 delle classifiche ATP e WTA in singolare, le prime 10 coppie di doppio e i primi 5 tennisti in carrozzina) di comunicare con cadenza trimestrale i propri spostamenti e indicare giorno per giorno una location in cui si è a disposizione per eventuali controlli tra le 6 e le 23, con intervalli di 60 minuti, includendo anche gli orari dei match. 

Anche Verdasco ha criticato il “timing” dei controlli durante la recente finale di Coppa Davis. Dopo i test sugli argentini, svegliati alle sei di mattina nel giorno di riposo, Nadal e Ferrer sono stati chiamati durante il match di doppio, che Verdasco e Lopez hanno perso contro Nalbandian e Schwank. “Potevano almeno aspettare la fine del match” ha commentato Verdasco.

Nel 2009, dopo la vittoria agli Australian Open, Nadal aveva addirittura parlato di “persecuzione”. “Ti fanno sentire come un criminale" dichiarava. "Nemmeno mia madre sa dove sto a tutte le ore del giorno. Sono il primo a desiderare una competizione pulita, anche perché è uno sport Olimpico, ma i modi per ottenerla possono essere diversi”.

Quello è anche l’anno dell’infortunio alle ginocchia di Rafa, che salterà Wimbledon. All’inizio del 2010, Rafa incontra Mikel Sanchez, che lo cura attraverso auto-emo trasfusioni di sangue arricchito. “Nel nostro organismo tutti abbiamo delle proteine che stimolano le cellule affinché curino le lesioni” spiega il medico a Marca in un’intervista del 2010. “Se qualcuno si rompe un osso, le cellule dell'osso sanno che devono produrre osso e quando si devono fermare perché è guarito. Il trattamento lancia segnali alle cellule per farle “concentrare” su una determinata parte del corpo. Così la lesione viene curata prima e meglio”. Inizialmente la WADA si era mostrata diffidente verso l’uso dei fattori di crescita, ma nel 2011 ha permesso l’uso terapeutico di questi ormoni.

Siccome ha la bandana, il bicipitone espanso e in campo si dimena ed esulta, Nadal per molti “deve” essere dopato” scriveva Stefano Semeraro sulla Stampa nel 2007. Sospetti che per molti hanno trovato un’indiretta conferma, tutta da dimostrare, nella decisione di non divulgare i nomi degli sportivi che, fuori dall’ambito del ciclismo, si erano rivolti al dottor Fuentes, arrestato a seguito dell’Operacion Puerto.

I suoi “mal di pancia”, mai nascosti, verso i controlli a sorpresa per altri sarebbero indizi ulteriori. Ma finora, le voci, le insinuazioni non sono state accompagnate da prove. È vero, la Spagna ha regole anti-doping meno severe, ma i test sui tennisti sono gestiti dall’ITF, che risponde alle normative WADA. Bastano decine di controlli all’anno, tutti negativi, per allontanare le voci?

Alessandro Mastroluca

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