L’esordio di Matteo Berrettini allo US Open 2022, lo Slam che per primo gli aprì le porte della gloria con la semifinale raggiunta ormai tre anni fa, ha riportato il sorriso sul volto del n.14 del mondo, dopo un’estate non indimenticabile sul cemento americano. E la gioia non ha fatto altro che proseguire con gli upset della notte, che hanno mandato a casa i n.4 e 10 del tabellone Stefanos Tsitsipas e Taylor Fritz, che nel proseguire del torneo avrebbero potuto incrociare i loro cammini con quello del n.2 d’Italia. Il sorridente Matteo ha anche cambiato il suo look, rimuovendo la barba che lo contraddistingueva. E anche questo argomento, con un tocco di allegria, è stato toccato in un’interessante intervista realizzata da Eurosport a Matteo dopo la netta vittoria di ieri contro Jarry, con uno sguardo anche generale al torneo.
L’EDITORIALE DEL 30 AGOSTO DI UBALDO SCANAGATTA
“Mi sono sentito nettamente meglio“, spiega Berrettini in merito alle sue condizioni, “ho fatto due grandi settimane di allenamento prima di giocare qui a New York. Avevo bisogno di un po’ di tempo, un po’ di adattamento, e mi sento bene fisicamente, che è la cosa più importante. Volevo partire col piede giusto, volevo partire forte, e ci sono riuscito“. Non poteva mancare poi una domanda sul tabellone, che si è aperto non poco dopo la partita di Matteo: “Ho visto la mia parte, le teste di serie com’erano posizionate, ma sappiamo bene che negli Slam ci sono sempre tante sorprese e comunque è complicato. Io credo comunque che i favoriti siano sempre Daniil e Rafa, però ci sono tanti giocatori, me compreso, che possono fare bene. Mi piace giocare qui, ci ho sempre giocato bene, quindi non mi considero un favorito però so che posso andare in fondo perché già l’ho fatto in passato. Quindi si pensa una partita alla volta, ma si sogna in grande“.
“Sicuramente è una grande occasione di riscatto“, prosegue il finalista di Wimbledon 2021, “ma sarebbe stato un appuntamento anche se avessi giocato due Slam, mi piace giocare qui, ho bellissimi ricordi, quindi è sempre un piacere giocare a New York. Ovvio che quest’anno è stato molto difficile in alcuni momenti, per alcuni versi, ho giocato bene in Australia e poi non sono riuscito a ripetermi per sfortuna a Parigi e a Londra. Ma una volta che siamo qui si pensa a questo, il passato ormai è passato, si pensa al futuro“. Chiude la domanda sulla barba, ad alleggerire ulteriormente una già piacevole atmosfera: “Ho accorciato la barba, l’ho fatta a due e devo dire che mi piace, tanto tra pochi giorni sarà ricresciuta. Però mamma e nonna preferiscono quando è corta, e così l’ho fatto“.
