Australian Open, Medvedev: “È un rischio non giocare prima di Melbourne, ma avevo bisogno di riposarmi”

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Australian Open, Medvedev: “È un rischio non giocare prima di Melbourne, ma avevo bisogno di riposarmi”

“Non penso di guardare l’episodio di Break Point su Netflix in cui appaio. Ne rimarrei infastidito, non ne vale la pena”. Così il numero tre al mondo sulla nota serie tv che l’ha dipinto in parte come un tennista scorretto

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Daniil Medvedev - ATP Pechino 2023 (foto: twitter @ChinaOpen)
 

Siamo agli sgoccioli. Tra qualche decina di ore inizierà il primo Slam dell’anno in terra oceanica, l’Australian Open, e centinaia di giocatori sono intenti a ritoccare gli ultimi dettagli negli allenamenti in vista delle partite ufficiali. Tra questi, c’è anche chi ha preferito non debuttare nelle competizioni ufficiali prima del Major australiano. Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e pure il numero 3 al mondo Danil Medvedev, finalista all’AO nel 2021 e nel 2022. Presentatosi alla rituale conferenza stampa pre-torneo, il tennista russo ha informato i giornalisti di essere arrivato a Melbourne già il 6 gennaio. “La preparazione per la stagione è andata bene e anche l’esibizione a cui ho preso parte (la World Tennis League ad Abu Dhabi a fine dicembre, ndr). Il dubbio era se iniziare l’anno direttamente all’Australian Open o giocare un torneo di preparazione. Quest’ultima opzione è stata quella che ho sempre prediletto durante la mia carriera, quindi quest’anno ho deciso di prendere una scelta differente perché volevo provare. Vedremo come andrà”. All’esordio Medvedev se la vedrà con il qualificato francese Terence Atmane, numero 145 al mondo. Ma prima di osservare da vicino questo match, andiamo ad ascoltare le parole del numero 1 di Russia in conferenza stampa.

D: Potrebbe essere un rischio arrivare all’Australian Open senza alcun torneo preparatorio?

Medvedev: “Tutto è un rischio quando provi per la prima volta. Di solito il primo match della stagione può essere un po’ difficile, ma se non mi fossi comportato come ho deciso di fare probabilmente sarei arrivato a 35 anni senza aver trascorso un ultimo dell’anno a casa. Sono andato in vacanza a fine stagione dopo probabilmente quattro anni dall’ultima volta, e se avessi deciso di partecipare a un torneo le settimane ‘libere’ sarebbero state un paio. Poi, quando inizi le competizioni, non ci si ferma mai. Dopo lo US Open mi sono sentito mentalmente e psicologicamente stanco. Lì ho preso la decisione che forse, finito l’anno tennistico, sarebbe stato meglio fermarsi un po’ di più”.

D: L’anno scorso qui a Melbourne non eri nella tua miglior condizione. Poi, hai avuto una stagione incredibile. Cos’hai imparato dalla sconfitta dello scorso anno che ti ha permesso in seguito di avere un 2023 così buono?

Medvedev: “Sarò sincero, poco dopo la sconfitta dello scorso anno (arrivata in tre set al terzo turno da Sebastian Korda) pensavo di non aver imparato molto. Poi mi sono detto che il futuro sarebbe stato luminoso in qualunque caso. Ma sedermi in conferenza stampa dopo la sconfitta nel 2023 è stata tosta, anche perché in seguito sono uscito dalla top 10. Sta di fatto che il periodo seguente a quell’avvenimento è stato uno dei migliori della mia carriera (5 tornei vinti in tre mesi: Rotterdam, Doha, Dubai, Miami e Roma. Finale a Indian Wells). Spero in ogni caso di poter far bene a Melbourne in questo 2024 e giocare un buon tennis”.

D: Cosa ne pensi riguardo a come sei stato dipinto da Netflix nella seconda stagione di Break Point?

Medvedev: “Cosa posso dire… Aspettavo questa domanda. Durante le vacanze ho avuto molti pensieri e mi sono sentito di dover cambiare qualcosa. Quando dico così significa che voglio prendermi maggiormente cura delle cose più importanti per me, e tralasciare quelle ‘dannose’. Parlo dello stare sul telefono o del giocare alla PlayStation. Ovviamente non è che ho proprio smesso, faccio ancora queste cose, solo che ora ho diminuito il tempo di utilizzo nei momenti liberi della giornata. Ora sono più focalizzato sul mio tennis, sulla persona che voglio essere e su come mi sentirò fisicamente. Capita ancora di andare a letto alle due di notte e la mattina dopo è difficile ma, come ho detto, sto cercando di limitare queste situazioni. Accadrà lo stesso in campo. Senza cambiare drasticamente la mia personalità, proverò a concentrarmi di più su me stesso cancellando tutto il rumore che avrò attorno.

Questo non è importante solo nel tennis, ma anche nella vita. Più presti attenzione ad avvenimenti o persone esterne, cosa pensano queste di te e tu cosa pensi di loro, meno ascolti te stesso. Quelli sono i momenti in cui ti stanchi, in cui ti infastidisci. Non ho ancora visto l’episodio di Break Point in cui appaio, ho guardato solamente qualche spezzone qua e là. Sapete com’è, sono ancora nei Social Media. Penso però che non lo guarderò affatto, perché probabilmente ne uscirei irritato (ride, ndr). Ne ho sentito parlare un po’ e non ho molto da dire. Così è Netflix ed è proprio per questo che tutti noi lo guardiamo. Esagera le cose, è sempre o caldo o freddo, mai neutrale. Le persone attorno a me, negli spogliatoi, sanno come sono e come mi comporto in campo. Sento di avere un buon rapporto con la maggior parte dei tennisti nel tour; quindi, non ho molto altro da raggiungere. Le serie tv non sono come la vita reale”.

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