WTA, le migliori al mondo: 8. Caroline Wozniacki

Al femminile

WTA, le migliori al mondo: 8. Caroline Wozniacki

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TENNIS AL FEMMINILE – Il 2014 è stato un anno speciale per Caroline Wozniacki, un anno in cui le vicende private si sono intrecciate in modo determinante con quelle sportive. E al mancato lieto fine sentimentale si è sostituito il grande ritorno tennisticoQUI la presentazione dei sedici articoli.

Dicembre 2014

A volte i numeri non dicono tutto. Anzi, a volte i numeri proprio non riescono a comunicare le situazioni. Alla fine del 2013 Wozniacki era numero 10 del mondo; un anno dopo numero 8.
Un miglioramento di soli due posti non sembra granché, e infatti non restituisce assolutamente la profonda differenza esistente tra la Wozniacki di dodici mesi fa e quella di oggi. Sono proprio due giocatrici diverse, non paragonabili.

Quella dell’anno scorso era una tennista in declino, che continuava a cambiare allenatore e che stava per uscire  dalla top ten. In marzo sarebbe scesa al numero 18 e poi avrebbe vivacchiato per diversi mesi senza risultati particolari.
Quella di oggi è una tennista rinata, convinta dei propri mezzi, che ha raggiunto una finale Slam e impegnato allo spasimo Serena Williams nella semifinale del Masters.

L’articolo scritto nel dicembre dell’anno scorso era piuttosto pessimista. Inevitabilmente, direi.
Il suo gioco era in involuzione e pareva aver imboccato un tunnel del quale non si vedeva l’uscita. Mi ero poi occupato nuovamente di Caroline in un altro articolo sulle giocatrici nate attorno al 1990. E avevo scritto che a 23 anni rischiava già di avere “un grande avvenire dietro le spalle”.
Ma per una volta non credo di dover dire di aver avuto torto; “quella” giocatrice è effettivamente scesa in classifica.

L’impressione era che durante la relazione con il golfista McIllroy, fossero cambiate le sue priorità: il futuro di moglie e madre sembrava occupare sempre più spazio nei suoi pensieri, mettendo il resto in secondo piano. E, almeno in quel momento, non era riuscita a trovare un equilibrio che non penalizzasse il tennis (come ad esempio era stata in grado di fare Kim Clijsters).

Insomma, nel caso di Wozniacki è impossibile separare la vicenda sportiva da quella privata. Che poi tanto privata non è stata, considerando la popolarità dei protagonisti e il fatto che loro stessi diffondevano, tra interviste e social network, particolari che li riguardavano. Anche comprensibilimente, visto che si trattava di notizie felici.

Sappiamo come dopo il mancato matrimonio, e dopo l’iniziale e inevitabile contraccolpo (al Roland Garros aveva giocato in modo disastroso) Caroline abbia saputo risollevare la sua carriera, dimostrando che poteva tornare ancora ad alti livelli.
Anzi: a livelli tali che scoprire fino a dove potrà spingersi la “nuova” Wozniacki diventa uno degli interrogativi più interessanti del 2015.
P.S. Consiglio vivamente di rivedere gli highlights (inseriti nell’articolo sotto) del match contro Serena di inzio 2009.
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Ecco l’articolo pubblicato il 12 dicembre 2013:

Le 16 stelle WTA: Caroline Wozniacki al bivio

Le tenniste giocano durante l’anno molte partite: se le cose non vanno proprio male (e allora sono tante le sconfitte premature), le più forti disputano 50-70 match all’anno, se non di più.
Ma durante la stagione non tutte le situazioni sono uguali, i palcoscenici e le avversarie sono differenti. Nel tennis contemporaneo i tornei dello Slam sono il punto di riferimento degli appassionati e per questo si finisce per ricordare specialmente alcune partite rispetto ad altre.

Se ripenso a quelle giocate da Caroline Wozniacki negli Slam negli ultimi due anni, a me innanzitutto vengono in mente queste tre:
Wimbledon 2012 (Tamira Paszek)
Australian Open 2013 (Svetlana Kuznetsova)
US Open 2013 (Camila Giorgi)

In tutti e tre i casi i match si sono risolti per Wozniacki con sconfitte in tre set. In tutti e tre i casi il palcoscenico era il più prestigioso possibile: il campo centrale dei rispettivi Major.

Agli Australian Open Wozniacki aveva di fronte Kuznetsova, che l’ha sconfitta esibendo un repertorio di colpi incontenibile, con un gioco di volo come raramente si è visto negli ultimi tempi, e con una qualità tecnica talmente superiore da sembrare impietosa nei confronti di Caroline.
Incostante e umorale, la Sveta di oggi è una giocatrice sempre straordinariamente talentuosa: è un piacere seguirla nelle giornate di vena senza pretendere di farci troppo affidamento, ma in quelle giornate possono essere dolori per chiunque.

https://www.youtube.com/watch?v=HPmmkVAImls#t=993

Molto simili e per tanti aspetti più allarmanti per Wozniacki le altre due partite.
A Wimbledon 2012 con tutto il resto del torneo fermo per pioggia e con gli occhi degli appassionati concentrati sull’unico campo agibile (il Centrale a tetto chiuso) Wozniacki aveva perso un match contro una giocatrice più giovane di lei, Tamira Paszek, che nei momenti importanti aveva saputo prendere in mano il gioco conquistandosi i punti decisivi.

Più recente il ricordo di Flushing Meadows 2013 (nella sessione serale dell’Arthur Ashe Stadium): anche in quel caso la sconfitta è arrivata per mano di una giocatrice più giovane e più intraprendente. E con il pubblico progressivamente schierato a favore della quasi sconosciuta Camila Giorgi, fino a sostenerla apertamente nelle fasi conclusive.

https://www.youtube.com/watch?v=EStGh0wDAIM

Ecco: se sei una giocatrice che ha passato 67 settimane in cima al mondo, sei ancora giovane e molto popolare, questo tipo di sconfitte deve essere durissimo da digerire. Perdere a soli 23 anni da una di 21, proveniente dalle qualificazioni, numero 136 del mondo, e con lo stadio che decide di sostenerla: sono situazioni che sembrano fatte apposta per raccontare il tramonto di una giocatrice.

D’altra parte nel caso di Wozniacki, tutto si può dire tranne che queste sconfitte non fossero se non proprio prevedibili, quanto meno paventate. Perché Caroline ha intrapreso una involuzione che sembra senza rimedio. Ormai i problemi che la riguardano sono stati affrontati e sviscerati da tempo:

– Primo problema: come mai negli Slam non riesce a confermare i risultati dei tornei WTA?
Il problema di Caroline vale in realtà un po’ per tutte le giocatrici di difesa. Sono ormai molti anni che nei tornei dello Slam femminili vincono solo le attaccanti. A mio avviso la ragione dipende dal fatto che nelle donne si gioca sempre due set su tre, ma nei tornei Slam l’impegno è una volta ogni due giorni. Quindi, al contrario che per gli uomini, i Major femminili sono fisicamente meno faticosi di un normale Premier.
Con il giorno di riposo è raro che il turno precedente rimanga nelle gambe delle giocatrici. Le attaccanti si presentano di conseguenza più brillanti e possono praticare al meglio il loro tennis ad alto rischio rispetto ai tornei che durano una sola settimana, e che finiscono per favorire il gioco più prudente delle difensiviste.

– Secondo problema: come mai Wozniacki ha così tante difficoltà con il dritto?
Qui le risposte sono, per quanto mi riguarda, meno chiare; e forse anche la stessa Caroline deve avere delle incertezze a individuarne i motivi.
Una cosa mi sembra però abbastanza assodata: non le ha fatto bene il cambio di racchetta che ha deciso di compiere alla fine del 2010, quando è passata dalla Babolat alla Yonex. Ed essendo passata ad una azienda che produce telai di forma riconoscibile, ha dovuto effettivamente cambiare attrezzo, senza potersi limitare all’escamotage della  modifica di colorazione (mantenendo in realtà la vecchia marca). Salvo poi pentirsi e tornare indietro (credo anche pagando una penale), smentendo così anche le dichiarazioni un po’ superficiali con cui aveva spiegato il primo cambio: “Posso giocare a tennis anche con una padella”.
Personalmente considererei già un buon progresso se si tornasse a vedere la tennista capace di spingere di dritto con tutto il corpo una palla colpita con il giusto anticipo, e non più la giocatrice timorosa che nei momenti di difficoltà usa quasi sempre lo stesso espediente tattico per eseguire il minor numero di dritti possibile: l’immediato cambio di gioco attraverso un dritto lungolinea a parabola alta, che spesso consente all’avversaria di accelerare con l’incrociato.

– Terzo problema: come mai Wozniacki non riesce ad uscire da un gioco così rinunciatario? Questa è la domanda delle domande, e i recenti, frequenti cambi di allenatore sembrano confermare quanto la risposta sia difficile da trovare. Forse perché per quanto cerchi di rivolgersi altrove, alla fine sembra sempre che emerga come riferimento la figura di partenza, vale a dire quella di suo padre.

Se gli ultimi anni di carriera, sportivamente parlando, sono stati di crisi, non è stato altrettanto se prendiamo in considerazione la professionista dello sport. Dal 2010-11 Caroline Wozniacki compare nella top ten della classifica di Forbes, cioè la rivista che ogni anno stila l’elenco delle dieci atlete più pagate al mondo: a seconda degli anni è più o meno vicina alla leader Maria Sharapova, ma sempre con cifre assolutamente ragguardevoli ($12,5 milioni, $13,7 mil., $13,6 mil.).

E anche nel 2013 le cose sono andate allo stesso modo. Caroline ha vinto solo il torneo International di Lussemburgo: la classifica WTA non è più scintillante come due anni fa, mentre per quanto riguarda Forbes la posizione economica è sempre molto florida. Forse è solo una mia congettura, ma il fatto che un rendimento relativamente basso consenta ugualmente alti guadagni potrebbe non aver invogliato il team Wozniacki a cercare strade differenti con reale convinzione.

Per il 2014 è arrivato Thomas Hogstedt, il coach che in passato ha seguito Li Na e Maria Sharapova. Riuscirà ad essere Hogstedt l’uomo della svolta? In attesa della risposta credo che un aspetto vada sottolineato: Wozniacki non è sempre stata la giocatrice così passiva dell’ultimo periodo. Trovo estremamente significativo questo match, disputato nel gennaio 2009 a Sydney, in cui una Caroline diciottenne affronta Serena in modo molto più propositivo e coraggioso di quanto non abbia fatto negli anni successivi.

https://www.youtube.com/watch?v=ex6hj7slkW4

Il servizio è buono, il rovescio incisivo (quello è il “suo” colpo, ed è quello che l’ha tenuta a galla nei momenti più bui), il dritto penetrante quanto basta da consentirle di giocare simmetricamente, ottenendo anche dei vincenti.
Più che discreta anche in risposta, con un fisico abbastanza veloce e soprattutto resistentissimo; una vera maratoneta del tennis da non sfidare mai sulla tenuta alla distanza, perché difficilmente sarebbe la prima a cedere.

E se a rete c’è moltissimo da lavorare, una cosa mi sento di dire: Caroline ha la dote straordinaria di capire in anticipo il gioco avversario come poche. Anzi, forse come nessun’altra. Se Wozniacki riesce ad essere così forte in difesa anche se non è la tennista più veloce o più agile del circuito, secondo me lo deve proprio alla speciale capacità di prevedere le intenzioni di chi ha di fronte:

https://www.youtube.com/watch?v=VNRXvJ5AY60#t=170

Troppe volte durante i suoi match capitano situazioni come quella mostrata perché si possano ritenere colpi di fortuna. E’ una preziosa qualità tennistica da cui provare a ripartire.

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