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Reading: Andreeva a un passo dall’esclusione dalle Finals: il 2025 a due facce di Mirra
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Andreeva a un passo dall’esclusione dalle Finals: il 2025 a due facce di Mirra

A Rybakina basterà vincere un paio di match a Tokyo per certificare il soprasso sulla russa nella Race

Last updated: 21/10/2025 19:08
By Beatrice Becattini Published 22/10/2025
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10 Min Read
Mirra Andreeva - Australian Open 2025 (foto X @AustralianOpen)

Mirra Andreeva rischia di vedere sfumare la prima partecipazione alle WTA Finals in zona Cesarini. La russa si è vista prima sopravanzata da Jasmine Paolini, già certa della qualificazione, e adesso attende anche il sorpasso di Elena Rybakina, impegnata a Tokyo questa settimana.

Sezioni
L’inizio scoppiettante di 2025: Andreeva bicampionessa 1000L’appannamento della seconda metà di 2025: è successo tutto troppo in fretta?La lezione per il 2026: darsi il tempo di crescere

La Race in questo momento recita 4319 punti per Andreeva e 4305 per la kazaka. Insomma, alla numero 7 del mondo basterebbe vincere un paio di match nella capitale giapponese per volare ufficialmente a Riad. La prima giudice di questa sfida a distanza sarà con certezza Leylah Fernandez, che si è imposta su Maria Sakkari all’esordio. Se dovesse passare questa prova, Rybakina se la vedrà con una tra Eva Lys e Victoria Mboko. Statistiche alla mano, i precedenti non possono certo rasserenare la campionessa di Wimbledon 2022, in quanto ha perso gli ultimi scontri diretti con ciascuna delle tre avversarie – con Fernandez in semifinale a Washington, Mboko l’ha fermata nel penultimo atto a Montreal e Lys l’ha eliminata a sorpresa al terzo turno a Pechino.

A Andreeva non resta che sperare nell’aiuto delle sue colleghe, dato che non giocherà né a Tokyo né a Guangzhou. Scelta che ha fatto discutere per la poca lungimiranza, data la qualificazione sempre più in bilico alla luce dei risultati opachi degli ultimi tornei. Tuttavia, potrebbe trattarsi di una decisione obbligata, frutto di questioni burocratiche. Tramite il proprio profilo X, la doppista australiana Ellen Perez ha confessato che Mirra “Non ha il visto per giocare a Tokyo”. In attesa di conferme, la russa aspetta notizie dal Giappone, ma forse anche da parte di Madison Keys, qualificata di diritto in qualità di campionessa Slam e attraverso l’attuale sesto posto nella Race, ma ferma dal primo turno dello US Open. In caso di nono posto nella Race, potrà comunque consolarsi con la qualificazione in doppio, colta in coppia con Diana Shnaider.

L’inizio scoppiettante di 2025: Andreeva bicampionessa 1000

Il 2025 ha consacrato definitivamente Andreeva come una delle protagoniste dell’élite tennistica. Da giovane promessa è divenuta una delle stelle più luminose, irrompendo prepotentemente in top 10. Mirra ha iniziato la stagione da numero 15 del mondo in singolare a soli 17 anni. Anche in doppio i risultati le sorridono. Nel 2024 con la connazionale Diana Shnaider si sono laureate vicecampionesse olimpiche, sconfitte da Sara Errani e Jasmine Paolini.

La siberiana ha dato avvio alla sua stagione a Brisbane, raggiungendo rispettivamente la semifinale in singolo, sconfitta da Aryna Sabalenka, e conquistando il titolo con Shnaider.
All’Australian Open si presenta in fiducia, ma, dopo aver speso molte energie nei primi turni, agli ottavi di finale non può che arrendersi ancora alla numero 1 del mondo, con il duro punteggio di 6-1 6-2. In doppio la cavalcata termina contro Siniakova-Townsend nel penultimo atto.

Quella sconfitta così perentoria lascia strascichi in Mirra, che in quell’occasione ha messo in mostra tutta l’immaturità legata ai 17 anni, con un atteggiamento rinunciatario sin dai primi punti. I dubbi assalgono la sua mente, soprattutto perché contro Sabalenka fatica a fare partita pari se la bielorussa sta bene fisicamente. Eppure non è ancora maggiorenne, l’esperienza non può essere quella delle veterane, anche se da un paio d’anni frequenta assiduamente il circuito maggiore.

A Doha saluta al terzo turno contro Rebecca Sramkova. Poi la svolta.
A Dubai piega in serie Iga Swiatek ai quarti e Elena Rybakina in semifinale, per poi proclamarsi campionessa contro Clara Tauson, diventando la più giovane a vincere un WTA 1000 da quando questa classe di tornei ha assunto tale denominazione. Forse era proprio questo ciò di cui aveva bisogno Andreeva: il segnale di essere sulla buona strada. La consapevolezza di aver impostato, insieme all’inseparabile allenatrice Conchita Martinez, il lavoro nel modo ottimale.

La fiducia che un grande titolo infonde è difficilmente paragonabile ad altro. Allora Mirra fa subito il bis. A Indian Wells ribadisce i successi contro Rybakina, lasciandole solamente 3 giochi, e Swiatek per approdare in finale. Ad attenderla Sabalenka. Ecco l’ultimo tassello che le mancava. Con una rimonta incredibile batte anche la numero 1 del mondo e avverte tutte le avversarie: Mirra è qui per rimanere. La top 10 non è che la traduzione numerica dei risultati ottenuti in campo.

A Miami non si concede la tripletta, ma si consola con il trofeo di doppio.

L’appannamento della seconda metà di 2025: è successo tutto troppo in fretta?

Salutato il cemento, la stagione si sposta sulla terra rossa. Mirra dispone del tennis per imporsi su tutte le superfici. Eppure sul rosso fatica a riproporre la migliore versione di se stessa e in nessuna competizione si spinge oltre i quarti di finale – Madrid e Roma, fermata da Coco Gauff, e Roland Garros, sconfitta a sorpresa da Lois Boisson.

Non va di certo meglio la campagna sull’erba, che, dopo la preparazione non ottimale a Berlino e Bad Homburg, termina con l’eliminazione ai quarti di Wimbledon per mano di Belinda Bencic.

Il ritorno sul duro certifica lo smarrimento che Mirra sta attraversando, complice un infortunio alla caviglia rimediato a Montreal nel corso del match contro McCartney Kessler, che la costringe a saltare Cincinnati.
Nonostante le voci di forfait, Andreeva si presenta allo US Open non certo nelle migliori condizioni fisiche. Dopo il rodaggio offerto dal nuovo format del doppio misto in coppia con Daniil Medvedev, in singolare non va oltre il terzo turno, mentre con Shnaider si fermano ai quarti.

Pur non raccogliendo molti punti, i risultati della prima parte di stagione paiono mettere al sicuro Andreeva nelle Race, considerando che, riassorbito il problema alla caviglia, i tornei dello Swing asiatico mettono in palio molto.

La luce, però, sembra essersi spenta, nella testa e nel tennis di Mirra. La russa esce di scena agli ottavi a Pechino, cui seguono due eliminazioni all’esordio a Wuhan e a Ningbo. A colpire non è tanto la crisi tennistica e di risultati, quanto lo stato d’animo con cui la classe 2007 scende in campo, come confermano le lacrime versate durante l’incontro con Laura Siegemund. Giunti a fine stagione la stanchezza sicuramente si fa sentire, dopo un anno così lungo e intenso. E anche la tensione per dover confermare le attese a volte pesa come un macigno. Aspettative che Andreeva spesso si autoimpone.

La lezione per il 2026: darsi il tempo di crescere

Le possibilità di essere alle Finals in singolare sono remote, ammesso che Rybakina non si autocondanni. Certo, davanti a sé Mirra ha tante di quelle stagioni da affrontare da protagonista che non sarà davvero l’esserci o meno a Riad a fare la differenza. Però le sarebbe servito – o le servirebbe, è complesso capire quale tempo verbale è il più azzeccato. Come le è stato utile vincere a Dubai. In caso di estromissione dalle migliori otto giocatrici dell’anno, Andreeva dovrà analizzare insieme a Martinez cosa non ha funzionato a partire dalla primavera in avanti. Ogni fase di questo 2025, però, sarà una preziosa lezione. Tra alti e bassi, Mirra dovrà darsi il tempo di crescere e maturare. Senza autosabotarsi. Il tempo è dalla sua parte. E anche il talento. “Sto cercando di concentrarmi di più sul divertirmi durante la partita” ha dichiarato all’inizio dello swing asiatico. La ripartenza sta tutta in queste parole.

In un mondo, quello del tennis e dello sport in generale, che non aspetta e dove il tempo pare non esserci mai, è giusto che ognuno abbia il proprio percorso da compiere. Soprattutto a 18 anni. Anche se sei una predestinata e campionessa anche in precocità.



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