Auguri a Juan Martìn del Potro, il gigante d'argilla

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Auguri a Juan Martìn del Potro, il gigante d’argilla

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TENNIS – Sarebbe dovuto rientrare questa settimana a Kuala Lumpur, proprio nella settimana del compleanno. Invece Juan Martìn del Potro è ancora ai box. Quando tornerà in campo uno dei tennisti più sfortunati del circuito?

 

La carriera di del Potro rischia di diventare una cronologia davvero lunghissima fatta di cartelle cliniche, operazioni, ritorni e pause forzate. DelPo, che oggi compie 26 anni, è fermo per infortunio da febbraio, quando perse al secondo turno di Dubai, ritirandosi in lacrime, e quest’anno ha giocato appena dieci partite. La sua è una delle assenze più pesanti nel circuito ATP.

La maledizione del polso comincia a febbraio e a marzo del Potro decide di farsi operare. “Ovviamente questa per me non è stata una scelta facile, o il momento più felice della mia carriera. Ci sono già passato e so quindi quanto è duro stare fuori dal tour, vivere il desiderio di tornare, le infinite settimane di reupero e quanto sia difficili iniziare a lottare per tornare su nel ranking. Al solito, ringrazio tutti quelli che mi stanno supportando, in Argentina e nel mondo, anche sui social network. La forza che mi trasmettete e il mio desiderio di tornare saranno cruciali durante la mia degenza”, scrive l’argentino ai suoi fan su facebook.

Ad operare del Potro è Richard Berger, il maggiore esponente di chirurgia della mano della Mayo Clinic. Il polso è una delle parti del corpo più delicate per un tennista e negli ultimi anni gli infortuni di questo tipo stanno aumentando in maniera preoccupante. Come scriveva Shaun Assael sul sito di ESPN: “Nel 2001, la Mayo Clinic aveva fatto presente che i migliori tennisti mondiali si stavano avvicinando ai limiti della fisiologia umana, servendo con velocità di rotazione di 1500 gradi al secondo. E ora che i migliori al servizio raggiungono velocità di quasi 250 Km/h e e passano i 1800 gradi/sec, i polsi sono al punto di rottura. Berger, che quest’anno ha operato del Potro e la ventenne inglese Laura Robson, mette sotto accusa atleti più allenati e racchette più veloci per aver creato “una forza eccessiva che oltrepassa la capacità del corpo di tollerare i suoi carichi”. Anche Caroline Wozniacki e Sloane Stephens hanno saltato dei tornei per infortuni al polso, in questa stagione. Fino a poco tempo fa, molti professionisti che affrontavano dolori al polso si affidavano semplicemente al riposo per guarire i legamenti danneggiati. Ma nel 2007 Berger ha fatto una scoperta: ha cominciato a trovare microscopici strappi, nascosti da tessuti con presenza di sangue, troppo piccoli per essere rilevati da una risonanza magnetica. Dopo che lui li aveva ricuciti, i legamenti avevano cominciato a ripararsi. I suoi pazienti passano sei settimane con un tutore e dieci in riabilitazione. E siccome l’articolazione è rinforzata, dice che raramente, se non mai, li rivede per lo stesso motivo”.

C’è ottimismo per il recupero e a giugno si vocifera che del Potro recupererà abbastanza velocemente da poter partecipare al torneo ATP 250 di Kuala Lumpur. Ad agosto, con la vittoria di Tsonga nella Rogers Cup, l’argentino esce dalla top-10 per la prima volta dopo due anni. Ma non è certo la classifica la principale preoccupazione di Juan Martìn, che a settembre fa sapere ai suoi tifosi che il tanto sospirato ritorno non avverrà nemmeno in Asia: “Nonostante il recupero del mio polso proceda bene necessito di un po’ di tempo in più per tornare competitivo e poter essere in grado di giocare settimana dopo settimana. Ho lavorato molto duro per poter tornare a giocare in Asia, dove l’anno scorso ho raccolto grandissimi risultati, ma purtroppo ciò non è possibile. Mi mancherà molto l’incitamento dei miei tifosi in Malesia, Tokyo e Shanghai, mi hanno sempre dato tanto e sono stati davvero incredibili. Continuerò a lavorare duro per poter giocare in Europa alla fine della stagione. Comunque vada, vi ringrazio sempre per il vostro supporto”.

Sul futuro permangono dei dubbi. L’argentino vuole rientrare il prima possibile ma i tanti punti in scadenza (500 a Tokyo, 600 a Shanghai e altri 500 a Basilea) non devono essere una giustificazione per un ritorno affrettato. Purtroppo la storia della sua carriera insegna che la cautela è d’obbligo anche se ciò significherà perdere tantissimi punti e tantissime posizioni in classifica. E allora tantissimi auguri, del Potro, per i tuoi 26 anni e per la tua completa guarigione. Come ha scritto Pete Bodo un anno fa, “[ho] l’idea che del Potro abbia avuto una fortuna sfacciata, o almeno un po’ troppo buona, e ora è lentamente torturato dal destino. La rinnovata grandezza pende davanti a lui come una carota attaccata a un bastone e rimane sempre fuori dalla sua portata, non importa quanto lui ci provi“. La carota dei mesi a venire è, banalmente, un rientro nel circuito senza brutte sorprese. Occorre afferrarla il più presto possibile, però.

Archivio Ubitennis su del Potro:

Del Potro, tra il 2009 e il presente (Francesca Sarzetto)
La grandezza di del Potro (Pete Bodo, traduzione di Alessandro Mastroluca)
Del Potro, il polso è una maledizione… L’operazione è la soluzione? (Stefano Pentagallo)
Da del Potro a Wawrinka: breve storia degli ammazza-Fab (Daniele Malafarina)
Perché tanti infortuni al polso? (Shaun Assael, traduzione di Francesca Sarzetto)

 

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