Australian Open: (s)punti tecnici da bordocampo, day 10

(S)punti Tecnici

Australian Open: (s)punti tecnici da bordocampo, day 10

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In questa decima puntata analizziamo l’azione del braccio non dominante in ogni fase sia del dritto che del rovescio di Simone Bolelli

Una delle cose più affascinanti dell’Australia, che mi ha colpito moltissimo confrontandola con i “soliti” paesi europei che più o meno tutti conosciamo abbastanza bene, è il “melting pot” di culture ed etnie completamente diverse che vi coabitano in tranquillità, armonia e rispetto reciproco assoluti, ci sono moltissimi asiatici (da Singapore, Cina, Malesia, Corea, Giappone), arabi e indiani, più tutta la discendenza coloniale britannica, i cosiddetti anglo-celtici, e naturalmente gli onnipresenti italiani e greci. Essendo io una delle persone meno nazionaliste che si possano immaginare, queste settimane sono una autentica boccata d’aria fresca a livello di “civiltà sociale“, non mi viene in mente un termine migliore.

Parlando di tennis, però, ed è la natura competitiva dello sport stesso a renderlo inevitabile, l’occhio di riguardo per i nostri giocatori è doveroso. Gli unici connazionali superstiti nei tabelloni degli Australian Open 2015 sono, nel doppio maschile, Simone Bolelli e Fabio Fognini. Prima del loro match di quarti di finale contro l’uruguagio Pablo Cuevas e lo spagnolo David Marrero, poi vinto in due set (7-6 7-6), sono quindi andato a vedere il loro allenamento pre-partita, sul campo 9. E i gesti tecnici sempre estremamente classici e puliti di Simone mi hanno dato l’occasione di analizzare un aspetto dell’esecuzione dei fondamentali spesso trascurato o poco evidenziato: l’azione del braccio non dominante, il sinistro per i destri (e ovviamente il destro per i mancini).

Mi sono concentrato su Bolelli perchè, avendo il rovescio a una mano, i suoi backswing di preparazione e i successivi movimenti a colpire mostrano meglio e da entrambi i lati quello su cui ci focalizziamo oggi. Simone, colpitore di livello assoluto se parliamo di capacità di accelerare la palla, non potrebbe farci vedere con maggiore chiarezza quello che potrebbe sembrare un dettaglio, ma che invece influenza e determina l’equilibrio e il trasferimento del peso in modo importantissimo: l’allineamento del braccio sinistro con il braccio-racchetta, simmetricamente al busto, in ogni fase sia del dritto che del rovescio. Sempre. Qualunque palla arrivi.

Nell’immagine sopra l’articolo, vediamo Bolelli concludere il follow-through del suo bellissimo rovescio a una mano: le braccia, nella fase di distensione dopo l’impatto (quando si aprono in direzioni opposte) rimangono allineate tra loro in modo perfetto, si potrebbero unire con il righello, sempre, qualsiasi inclinazione rispetto al busto abbiano come conseguenza delle differenti altezze alle quali è stata colpita la palla. Aggiungiamo a questo la solidissima e correttamente bloccata postura del polso, che mantiene (anche qui, sempre!) la racchetta rigorosamente a 90° rispetto all’avambraccio, ed ecco servita un’esecuzione ineccepibile.

Di dritto, la racchetta scorre allineata con le braccia come su un binario (foto di Luca Baldissera)

Di dritto, la racchetta scorre allineata con le braccia come su un binario (foto di Luca Baldissera)

Passando al dritto, nell’immagine qui sopra, splendido esempio tra l’altro di che cosa si intenda quando si parla di “unit turn“, o rotazione unica del compasso busto-spalle, va notato l’allineamento sempre perfetto delle due mani di Simone, con la sinistra che fa praticamente da “guida” allo scorrere della destra (e chiaramente, con essa, dellla racchetta) con una simmetria talmente precisa tra i due arti da creare, nella foto conclusiva, un effetto ottico di sovrapposizione completa, come se il manico dell’attrezzo finisse nella mano sinistra aperta ad accoglierlo. Anche qui, tecnicamente magnifico.

Domattina alle undici di Melbourne, una di notte in Italia, nella Rod Laver Arena Bolelli e Fognini affronteranno in semifinale le teste di serie numero 6, gli specialisti Jean-Julien Rojer (olandese, 16 ATP di doppio) e Horia Tecau (rumeno, stesso ranking del compagno), quello forte davvero dei due, un tipo che ha fatto finale tre volte di fila a Wimbledon (in coppia con Robert Lindstedt). Non è facile ma si può fare, forza ragazzi.

Gli spunti tecnici precedenti:

(s)punti tecnici da bordocampo, day 9

(s)punti tecnici da bordocampo, day 8

(s)punti tecnici da bordocampo, day 7

(s)punti tecnici da bordocampo, day 6

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(s)punti tecnici da bordocampo, day 3

(s)punti tecnici da bordocampo, day 2

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(s)punti tecnici da bordocampo, meno uno

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