Simona Halep: Indian Wells è il trampolino per vincere un torneo dello Slam?

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Simona Halep: Indian Wells è il trampolino per vincere un torneo dello Slam?

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Con la vittoria nel Premier mandatory di Indian Wells Simona Halep ha aggiunto un torneo di importanza ancora superiore al suo palmarès. Riuscirà ad arrivare allo Slam?

Non è la prima volte che succede, specie in una partita di tennis femminile (in cui la limitata incidenza del servizio agevola i rovesciamenti di punteggio) ma devo dire che la finale di Indian Wells 2015 per diversi momenti è stata molto simile ad una partita di “ciapa no”. Sembrava che le due giocatrici facessero a gara per perdere da situazioni di vantaggio.
Nel primo set è stata Simona Halep a portarsi avanti in diversi game per 40-0 o 40-15 per poi farsi rimontare, perdendoli tutti ai vantaggi.
Nel secondo set, avanti di un set e un break è stata Jelena Jankovic ad incartarsi: prima con un paio di doppi falli consecutivi, e poi abbandonando le soluzioni tattiche che l’avevano portata ad un passo dalla vittoria, per affidarsi invece a una conduzione troppo passiva dello scambio, sperando quasi esclusivamente nell’errore altrui.

Di solito mentre seguo le partite rimango concentrato su quanto succede, ma questa volta mi sono distratto e ho cominciato a fantasticare.
Di fronte all’incapacità di entrambe di chiudere il match nel terzo set, quando i break e i controbreak si sprecavano, ad un certo punto ho pensato che sarebbe entrata in campo Serena Williams: avrebbe fatto verso le ragazze un gesto di affettata accondiscendenza (per quanto ci provi, secondo me in questi casi Serena non riesce mai a sembrare del tutto spontanea) e avrebbe detto: “Sorry babies, visto che voi non sapete vincere, il trofeo me lo prendo io. Anche perché per la speciale occasione del mio ritorno a Indian Wells ho preparato da parecchio tempo un bel discorso, e non vorrei sprecarlo. E’ così bello che adesso mi commuovo…

Scherzi a parte, credo che Jelena faticherà a superare l’amarezza per lo scialo perpetrato nel finale di secondo set. Ma anche Simona dovrebbe interrogarsi sul modo poco convinto con cui ha condotto la partita per quasi due ore di gioco.
Di tutti gli aspetti credo proprio che quello mentale sia risultato determinante, e alla fine abbia sopravanzato tutte le altre componenti del match, che pure ha avuto spunti tatticamente interessanti.

Da una parte Jankovic è stata in vantaggio sino a che ha puntato su un aspetto che forse ultimamente molte avversarie di Halep tendono a trascurare: le difficoltà a cui Simona va incontro quando deve gestire palle a rimbalzo alto, all’altezza della spalla e oltre.
Su queste traiettorie, con il rovescio in diverse occasioni ha mostrato di non riuscire ad appoggiarsi e rilanciare per spingere la palla al meglio (come invece sa fare magnificamente su palle più tese); mentre con il dritto ha addirittura mandato in rete diverse palle che erano cadute nei pressi della linea del servizio, alte e senza peso, e che a prima vista sembravano degli assist che chiedevano solo di essere chiusi.
Questo del fastidio che le procurano le traiettorie a rimbalzo alto è un aspetto che era emerso anche nel suo periodo di grande scalata del ranking, e ne avevo parlato nell’articolo su di lei scritto a fine 2013.
Ad esempio Flavia Pennetta era riuscita grazie a molti “drittoni” liftati (e all’aiuto della pioggia) a vincere nel 2013, nei quarti di finale di Flushing Meadows.

D’altra parte Simona sembrava non ricordare che quando la sua avversaria si presentava a rete, l’unico colpo che sarebbe stato meglio non sollecitare era lo smash. Anche questa una caratteristica piuttosto nota della Jankovic volleatrice.

L’insieme di queste due scelte tattiche (una efficace, l’altra meno), aveva finito per far pendere la bilancia dalla parte serba.
A mio avviso non era scontato che nella prima parte di match la più propositiva sarebbe stata Jankovic. Ma una volta che la partita si era avviata su quel binario, non ci sono state particolari sorprese; e sino a che Jankovic è riuscita (in parte andando contro la sua indole) a giocare in modo più offensivo, ha comandato il punteggio.

Quando però è comparso il braccino, nel finale di secondo set è emersa la natura profonda di Jelena: e allora ecco i palleggi estenuanti nella speranza che Halep concedesse i punti decisivi con errori gratuiti. Ma invece proprio i lunghi palleggi hanno contribuito a rimettere in palla Simona, che percependo il timore dell’avversaria ha ripreso fiducia, con tutto quello che ne è seguito.
Nel terzo set il colpo che forse ha fatto la differenza (oltre alle fondamentali questioni psicologiche) è stato il rovescio incrociato stretto di Halep, risultato particolarmente efficace e su cui Jankovic ha faticato a trovare le contromisure.

Una partita ricca di colpi di scena emotivi, e per questo non noiosa, almeno secondo me, ma con tanti passaggi a vuoto che hanno pesato sul saldo finale, ampiamente negativo per entrambe: Halep -25 (47 gratuiti, 22 vincenti), Jankovic -35 (61 gratuiti, 26 vincenti; con nove doppi falli).

Indipendentemente dall’andamento del match e del torneo, con la vittoria ad Indian Wells Simona Halep ha compiuto un altro progresso, aggiungendo alle sue vittorie anche quella di un Premier Mandatory, il livello più alto dei tornei WTA (Masters escluso, in cui però già vanta la finale dello scorso anno).
A questo punto il passo successivo diventa la vittoria in uno Slam. Sarebbe il coronamento di una crescita che da metà 2013 è stata decisa e costante.
Lei stessa ne ha parlato in diverse interviste, e credo che il tema stia diventando uno dei più frequenti che le viene sottoposto dai giornalisti. Inevitabilmente, visto che è il traguardo a cui tutte le giocatrici di vertice mirano.

Ad oggi le tenniste in attività che hanno vinto uno Slam sono nove: Serena (19 vittorie) Venus (7 vittorie) Sharapova (5), Azarenka, Kuznetsova e Kvitova (2), Ivanovic, Schiavone e Stosur (1 vittoria).

Se dovessi pensare quale nome potrebbe aggiungersi a questo club esclusivo avrei due ipotesi diverse; se si ragiona a brevissimo termine, allora secondo me Simona è di gran lunga la prima candidata. Il problema però è che a brevissimo termine Serena, Masha e altre sono ancora in gara con ottime probabilità di ripetersi.
Se si ragiona su un orizzonte di tempo un po’ più lungo, il rischio è che si facciano largo giovani in grande crescita che potrebbero farsi preferire per il tipo di gioco praticato. Penso ad esempio a Karolina Pliskova o Madison Keys.

Di fronte alla domanda secca (“ce la farà o no Halep a vincere uno Slam?”) davvero non saprei cosa rispondere. E’ un argomento su cui sono particolarmente incerto. Alcuni aspetti mi fanno pensare che sia alla sua portata, mentre altri mi rendono più pessimista.
Provo sinteticamente ad elencare pro e contro, secondo il mio punto di vista.

Pro

E’ molto solida nel rendimento, difficilmente perde contro giocatrici di classifica inferiore, anche se (vedi poi) alcune eccezioni ci sono state.
Partendo da una testa di serie molto alta, è probabile che riesca ad andare molto avanti in tante edizioni degli Slam, e questo aumenta le possibilità di trovare quella giusta, magari con la sequenza di avversarie ideali per il suo tennis.

– Mentalmente mi dà l’impressione di essere un’atleta con un carattere che non si accontenta. Non credo cioè che oggi si ritenga “arrivata” e quindi penso che si applicherà con molto impegno per progredire ancora.

Nell’ultimo anno ha battuto molte top ten, incluso le giocatrici capaci di vincere gli Slam, come Serena, Kvitova, Ivanovic.
Delle attuali primissime non è riuscita a sconfiggere solo Sharapova; ma le ultime partite sono state estremamente combattute. E con questi precedenti non appare una impresa impossibile ripetersi in un grande torneo.

– In particolare sulla terra battuta la concorrenza non mi sembra molto numerosa.
Al di fuori di Sharapova e Serena Williams, sul rosso non penso ci siano altre giocatrici che partono davanti a lei. Del resto è già stata finalista a Parigi l’anno scorso, arrivando ad un set dal vincere il torneo.
Per questo credo che se nel prossimo Roland Garros Serena e Maria non riuscissero ad arrivare in fondo, Simona diventerebbe la favorita numero uno.

Contro

– I successi l’hanno resa straordinariamente popolare in Romania. Per dare una idea: se non ricordo male, in occasione delle partite finali del Roland Garros 2014 il primo ministro aveva fatto spostare gli orari dell’attività politica per consentire a tutti di seguire i suoi match.
Questo significa che, rispetto ad altre giocatrici che vengono da nazioni in cui l’interesse è inferiore oppure distribuito su più tennisti, lei da sola deve sopportare una pressione particolarmente alta. E questo potrebbe diventare uno stress ulteriore che non credo sia di aiuto.

– Dicevo sopra che di solito Simona non perde da giocatrici di classifica inferiore, ma gli ultimi due Major hanno fatto eccezione.
Agli US Open 2014 ha perso da Mirjana Lucic e agli Australian Open 2015 ha subito un 6-4, 6-0 da Makarova quasi senza lottare; pur con sfumature diverse entrambe le partite potrebbero essere un campanello di allarme.

Negli ultimi dieci anni negli Slam femminili hanno vinto solo giocatrici capaci di praticare un tennis propositivo, in cui la conclusione del punto viene cercata con il vincente e non attraverso l’errore altrui.
Questo secondo me è il tema che merita un minimo approfondimento; ed è anche la ragione per cui all’inizio dell’articolo mi sono soffermato sulla finale di Indian Wells.

Sulla questione sono piuttosto convinto: se Halep scendesse in campo nelle partite decisive dei Major con lo stesso atteggiamento dell’inizio del match di domenica contro Jankovic, secondo me le probabilità di affermazione sarebbero ridottissime. Poco propositiva, e con una conduzione troppo difensiva: malgrado la vittoria ottenuta, in prospettiva Slam secondo me non è stato un bel segnale.

Però Simona in passato ha mostrato di saper giocare un tennis molto più aggressivo; vario, brillante, con movimenti in verticale, fatto di schemi in cui prendeva il comando dello scambio fino alla conclusione vincente.
Ecco, questa è la Halep che dovrà assolutamente cercare di scendere in campo negli Slam, e allora secondo me avrà molte più possibilità di coronare il suo sogno.

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