I grandi favoriti: Murray e Federer ci sono. Novak Djokovic ha rischiato di non esserci

Editoriali del Direttore

I grandi favoriti: Murray e Federer ci sono. Novak Djokovic ha rischiato di non esserci

Fra le donne Serena è sempre più favorita, ma è nella metà bassa che non c’è nessuna topten. Agnieszka Radwanska, n.12, e finalista due anni fa, ha il miglior ranking

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Non è che Novak Djokovic abbia rimontato troppe volte suoi match da due set a zero sotto. Appena tre in una carriera già piuttosto lunga, quasi 800 match, 648 vinti e 143 persi, anche se sarebbe più giusto contare solo quelli in cui si giocano tre set su cinque…ma, dico la verità, ho sottomano il suo record negli Slam (196 vittorie e 34 sconfitte…di cui 8 nelle 16 finali fin qui disputate, ma mi mancano su due piedi le partite giocate in Davis). Le tre sono: con Garcia Lopez tanti anni fa, con Federer a New York nel 2011, il suo anno magico, e l’ultima con il nostro Andreas Seppi a Parigi nel 2012. Per questo motivo, anche se poi Novak ha vinto abbastanza tranquillamente terzo e quarto set, insomma, non si può dire che non abbia sofferto, né è detto che nella prosecuzione fissata ancora sul campo n.1 – com’è giusto che sia – debba vincere di sicuro. Kevin Anderson stasera mi è piaciuto davvero, ha giocato molto bene anche da fondocampo anche se naturalmente ha dovuto impostare un match d’attacco e lo ha fatto molto bene. Avrete già letto in più d’una cronaca e di un commento che Djokovic si è fatto sfuggire piuttosto malamente il secondo set, complicandosi assai la vita. L’espressione dei suoi occhi in quei frangenti finali del secondo set non era rassicurante. Era certamente teso e preoccupato. Buon per lui che nel terzo è riuscito a fare il break molto presto, perchè altrimenti avrebbero potuto essere guai seri.

Il mio amico e collega serbo Velikovic mi ha detto: “Novak non ha fatto test agonistici da quando ha perso da Wawrinka a Parigi…e non gli ha fatto bene. Per questo era così mal registrato oggi. I primi tre turni non l’hanno mai visto in vera difficoltà, e quando oggi ci si è trovato ha forse un po’ tremato o si è comunque innervosito: mancanza di abitudine alla gara, secondo me”. Sottoscrivo.

Restando in campo maschile dove i risultati sono stati molto più regolari – perchè di fatto salvo Raonic testa di serie n.7 e Berdych testa di serie numero 6 – tutti i primi favoriti sono ancora in lizza, perchè Nishikori n.5 e Ferrer n.8 hanno dato forfait. Roger Federer e Andy Murray sembrano destinati ad incontrarsi nella semifinale della metà bassa come voleva il pronostico, anche se i loro avversari (Simon e Pospisil) non saranno per nulla arrendevoli.

Federer non perde il servizio da quando ha giocato a Halle e perso un game di battuta con Kohlschreiber. Sono più di 100 servizi tenuti consecutivamente. Quando gli hanno chiesto come lo spiegasse lui ha sorriso: “I ragazzi stanno rispondendo in modo orribile!”. Poi, soddisfatto della sua battuta, ha aggiunto: “Questa settimana in più fra Parigi e Wimbledon mi ha aiutato tantissimo per essere perfettamente preparato per Wimbledon. A Halle avrei potuto benissimo perdere al primo turno, ero sotto di un set e un minibreak down nel tiebreak…ma se guardo al prossimo turno Gilles Simon è uno dei tennisti che risponde meglio, quindi la mia striscia di servizi vincenti potrebbe anche avere una fine…penso”.

Simon è il n.1 di Francia, anche se non lo fanno mai giocare in Coppa Davis – perchè ha la barba? – e dopo aver battuto Monfils ha dato una vera lezione di tennis a un irriconoscibile Berdych che peraltro con il francese ci aveva perso 6 volte su 10 e quindi evidentemente soffre il suo gioco.

Simon battè Federer le prime due volte che ci giocò, poi ci ha perso cinque volte, ma sia in Australia 2011 e Roland Garros 2013, lo svizzero è riuscito a venire a capo dell’avversario soltanto al quinto set. Insomma Roger ha ragione di temere Simon, anche se tutti sappiamo che sull’erba Roger, con sette Wimbledon all’attivo (e il record di Sampras da battere), non è certo l’ultimo arrivato. Finora ha passeggiato. Contro Simon non passeggerà, credo. E bisognerà vedere come reagirà se le cose non si mettessero bene. Quando l’altro giorno ha perso il terzo set con Groth, per la verità, non mi è parso lucidissimo.

Murray non poteva certo rilassarsi contro Karlovic, un po’ sotto meda negli aces per aver giocato 4 set – sono stati 29 – ma probabilmente il merito è di Murray che risponde anche palle che altri non toccano nemmeno. Per lo scozzese un bel test in vista di Vasek Pospisil, un altro che serve da far paura. 15 punti su 15 nel quinto set contro Troicki quando gli è entra la prima. E l’altra sera con Ward, mi ha riferito il collega canadese Tom Tebbutt, ad un certo punto aveva fatto 19 punti di fila con il servizio e qualcosa come 21 punti su 23. Alla luce di questi dati mi pare corretto “riabilitare” un po’ Fognini, anche se per la verità contro il tennista ligure Pospisil non era stato così incisivo e Fabio le sue belle occasioni, in particolare sul 2 pari 0-30 del quarto set, le aveva avute.

Ma Murray lo conosce bene, lo ha incontrato tre volte in 10 mesi, “ma l’ho fatto sul cemento, qui è un’altra storia”. In teoria l’erba dovrebbe agevolare di più lo scozzese, che sugli scambi non può perdere il punto, anche se contro un Troicki un po’ fragile quanto a tenuta nervosa, Pospisil è parso in grande serata, oltre che con il servizio, anche con il dritto. Per aver battuto l’outsider più outsider di tutti, cioè Kudla n.105, Cilic zitto zitto (dopo la maratona con Isner) se ne starà bello tranquillo ad osservare il quinto set fra Djokovic e Anderson e secondo me farà il tifo per il sudafricano. Chi non farebbe lo stesso al suo posto?

Mentre fra Wawrinka e Gasquet, come già fra Wawrinka e Goffin, ci riconcilieremo con i match classici di una volta, tutti rovesci ad una mano. Wawrinka ha salvato un setpoint nel secondo set, ma ha finito per vincere in tre. Il belga però è una conferma. Lui a questi livelli orai c’è. Non è più un caso.

Dopo diversi anni ecco che Gasquet torna invece nei quarti a Wimbledon, lui che non c’era più stato dal 2007 quando era giunto in semifinale. Otto anni fa si sarebbe detto di lui che sarebbe diventato un habitué, invece non ha poi reso secondo quelle aspettative. Sotto le cure di Piatti ha riavuto un momento di splendore, è tornato a livello top-ten, poi è ritornato giù. Oggi è n.20 però si è preso una bella rivincita contro quel Kyrgios che lo scorso anno, grazie al servizio, gli aveva annullato ben 9 matchpoint. Anche oggi l’australiano che ha fatto un po’ il matto nel secondo set quando si è messo a non rispondere più apposta – subendo i meritati buuuh del pubblico (leggi l’articolo di Roberto Salerno a parte sull’episodio), ne ha annullati due, ma poi quando poteva raggiungere il quinto set ed ha avuto due setpoint nel tiebreak del quarto, sul 6-4 ha servito un doppio fallo e poi, dopo due punti che hanno portato Gaquet al 7-6 per lui e al matchpoint, ha commesso un altro doppio fallo!

La testa non è ancora quella del campione. Ma secondo Mats Wilander Kyrgios potrebbe essere il campione di domani, ha detto il GOAT ma lì, si sa, allo svedese piace giocare d’effetto, esagerare.

Delle donne ha scritto tutto e di più AGF, il nostro esperto, mentre di riferire al volo le dichiarazioni dei protagonisti su Twitter si è occupata Laura Guidobaldi, insieme a mille altre cose che potete trovare in pagina, ivi compresa la “traduzione” dell’intervista che ho fatto a Manolo Santana, ex vincitore di 4 Slam (due Parigi, un US Open e un Wimbledon) e grande amico-rivale di Pietrangeli (“È Il mio miglior amico!” ) a proposito delle differenze fra i due tornei in competizione per “guadagnare qualche giorno d’incasso in più nel calendario”, Madrid, di cui lui è il direttore del torneo, e Roma. “Potremmo metterci d’accordo e fare un anno per un uno…” ha suggerito Manolo. Ecco una cosa, molto pragmatica, che né Tiriac né Binaghi hanno mai pensato di poter dire. A volte i grandi campioni, con l’arma della semplicità, ti possono mettere in contropiede.

È curioso che nessuna delle “quartofinaliste” di quest’anno avesse raggiunto qui lo stesso traguardo un anno fa. Ci sono tre americane, una super-attesa, Serena ovviamente, e due molto meno, soprattutto Coco Vandeweghe che a mio avviso è un bel po’ più debole di Madison Keys, e gli americani tornano a festeggiare dopo anni di magra. Alla fine però l’unica che mi sembra possa vincere il torneo è Serena, anche se la Azarenka prima e Masha Sharapova poi proveranno a renderle dura la vita. Sotto c’è molto più equilibrio perché non ci sono top-ten in gara, anche se la Radwanska ex n.2 nonché finalista qui – dopo aver ridimensionato la Jankovic sorprendente giustiziera della Kvitova – meriterebbe di essere considerata la maggior candidata al posto di finalista della parte bassa. Però la polacca ha avuto un’annata talmente deludente fin qui che se le cose si mettessero male con la Keys, potrebbe benissimo perdere. La Keys non è tipo da aver il braccino.

Sono contento, dopo quello che scrissi di lei quando scoprii la storia che – perseguitata da una padre padrone – aveva smesso di giocare e voleva fare addirittura servizio in un albergo svizzero (aveva cominciato e se non avesse avuto una mail dal Roland Garros che le diceva che si era liberato un posto in tabellone avrebbe fatto quella scelta di vita; vedi il link a quel “pezzo”), Timea Bacsinszky sia approdata ai quarti e sia destinata a raggiungere il suo best ranking, migliore dell’attuale quindicesima posizione. Anche la Muguruza, sua prossima avversaria, potrebbe pensare di aver già vinto il suo torneo, dopo aver battuto la Wozniacki che a Wimbledon ai quarti non è mai arrivata, ma a questo punto sia lei sia la svizzera hanno ragione a credere di poter fare ancora un passettino in più.

Concludo dicendo che anche per l’ex fidanzato di Caroline, Rory McIlroy, non è stata una bella giornata. Giocando a calcetto si è storto una caviglia in modo serio. La settimana prossima avrebbe dovuto partecipare all’Open Championships di St Andrews fra 10 giorni: McIlroy è il camapione in carica. Pare che abbia soltanto il 10 per cento di probabilità di parteciparvi. Ma quando hanno chiesto a Caroline che cosa ne pensasse e se avesse avuto notizia dell’incidente occorso è prontamente intervenuto l’official dell’All England Club che ha stroncato ogni chance di pettegolezzo: “Only tennis questions please!”. Rabbuiata Caroline si è alzata e se n’è andata.

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