La geografia del tennis dagli anni ’70 ad oggi: l'egemonia europea e la crescita dell'Asia

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La geografia del tennis dagli anni ’70 ad oggi: l’egemonia europea e la crescita dell’Asia

Ultima puntata del viaggio nella geografia tennistica: nell’ultimo decennio è l’Europa a farla da padrona, mentre nuovi stati appaiono sulla scena e i calendari ATP e WTA si muovono sempre più verso oriente

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Siamo giunti così al 2010, anno in cui ormai gli occhi del mondo sono sempre più spostati verso oriente: la Cina è diventata la seconda economia mondiale, superando anche il Giappone; il Medio Oriente si è ormai imposto come nuova Babilonia mondiale. In quell’anno a Dubai venne inaugurato il grattacielo più alto al mondo, il Burj Khalifa, mentre nella vicina Abu Dhabi si assegnarono i titoli della Formula 1 (vinto da Sebastian Vettel) e del mondiale per club di calcio (vinto dall’Inter, che concluse così l’anno magico del triplete).

Il riflesso del nuovo equilibrio mondiale si fece sentire anche nel tennis, con una sempre maggiore presenza di tornei asiatici, visti da ATP e WTA come nuovi mercati da esplorare. Nel WTA furono ben 12 i tornei in oriente, comprese le WTA Tour Finals di Doha, lo stesso numero del Nord America, sostenuto dai 10 degli Stati Uniti. 26 furono i tornei europei, 5 quelli in Oceania, mentre solamente un evento WTA si svolse in Africa e in Sud America. Il circuito WTA quell’anno raggiunse ben 33 nazioni differenti, quasi il triplo delle 12 di 30 anni prima. Situazione simile nell’ATP, dove l’Europa rimase regina incontrastata con 33 tornei, seguita dal Nord America con 15 e dall’Asia con 8. 4 gli eventi in Oceania, 3 in Sud America e 2 in Africa, per un totale di 65 tornei e 32 nazioni rappresentate.

Nell’ATP siamo in piena epoca Fab Four: a guidare la classifica di quell’anno fu lo spagnolo Rafa Nadal, vincitore nel 2010 di 3 Slam su 4, al 2° posto Roger Federer, che dovete “accontentarsi” di Australian Open e ATP World Tour Finals, al 3° Novak Djokovic (che conquistò una storica Coppa Davis con la sua Serbia) e al 4° Andy Murray. I paesi rappresentati nella top100 furono ben 37, ma ancora una volta a fare la parte dei leoni furono quelli dell’asse pirenaica: 14 tennisti per la Spagna (con 3 top10) e 11 per la Francia. Sempre massiccia la presenza di Germania e Argentina, composta rispettivamente da 9 e 7 tennisti, sempre più in calo quella USA, ormai scesa a 5 e col solo Andy Roddick fra i primi 10. Guidata da Djokovic, la Serbia apparve con 3 tennisti fra i 100, uno in meno dell’Italia. Per la prima volta dall’inizio di quest’analisi vediamo anche apparire nazioni come Cipro, Lettonia, Taipei, Uzbekistan, Colombia e Lituania. L’Europa lasciò letteralmente le briciole al resto del mondo, piazzando 73 tennisti nella top100 con 23 nazioni differenti. Non è un caso che quell’anno i tennisti europei chiudessero una sorta di Year Slam, vincendo i 4 Slam, le ATP Finals e la Coppa Davis. Il Sud America rimase la seconda forza con 12 elementi, mentre ci fu una sorta di storico sorpasso dell’Asia nei confronti del Nord America: 7 a 5.

A livello Slam la superiorità europea fu altrettanto schiacciante: oltre ad aggiudicarsi ovviamente tutti e 4 i tornei, i tennisti europei occuparono 51 dei 64 posti disponibili agli ottavi, lasciando 7 posti agli Stati Uniti, 3 al Sud America, 2 all’Oceania e 1 all’Asia.

ATP 2010

Nel WTA non si può che partire da quella che rimane l’immagine più bella del tennis italiano degli ultimi 30 anni: intorno alle ore 16 di sabato 5 Giugno l’australiana Samantha Stosur stecca un rovescio, consegnando alla nostra Francesca Schiavone il titolo del Roland Garros, primo trionfo Slam in singolare nella storia del tennis femminile italiano e prima gioia tricolore dai tempi del Roland Garros di Adriano Panatta del 1976.

Quel titolo spinse la nostra Schiavone al n°7 del ranking di fine anno, in una classifica dove, come 10 anni prima, in vetta ci andò una tennista rimasta a secco di Slam durante la stagione, la danese Caroline Wozniacki. Serena Williams infatti, dopo aver vinto Australian Open e Wimbledon, si lesionò un piede in Germania e dovette chiudere anzitempo la sua stagione, mentre a New York fu la belga Kim Clijsters ad aggiudicarsi il titolo. L’esplosione russa toccò quell’anno il suo apice, perlomeno a livello quantitativo, con ben 16 giocatrici nelle prime 100, fra cui la n°2 Zvonareva e la n°9 Dementieva. Gli Stati Uniti, un impero ormai al tramonto anche al femminile, chiusero con 8 giocatrici nelle 100, lo stesso numero della Repubblica Ceca, che non a caso vincerà 3 Fed Cup nei 4 anni successivi. L’Italia, vincitrice quell’anno anche della seconda Fed Cup consecutiva, fu quarta forza con 6 tenniste, seguita dalla Spagna con 5. L’Europa dominò con 78 tenniste fra le 100, lasciando le briciole agli altri continenti, primo fra cui fu proprio l’Asia, rappresentata da 10 atlete. Il Nord America si dovete accontentare delle 8 statunitensi, l’Oceania di 3, il Sud America ebbe la sola Gisela Dulko, mentre l’Africa non riuscì ad inserire nessuna giocatrice fra le 100.

14 russe guidarono l’occupazione europea degli ottavi Slam, dove 45 posti su 64 andarono al vecchio continente. Gli Stati Uniti si fermarono a 7, tallonati dall’Asia con 6 e dall’Oceania con 5. La sudafricana Chanelle Scheepers diede al suo continente l’unico posto fra gli ottavi.

WTA 2010

E siamo così giunti ai giorni nostri, alle classifiche di lunedì 13 luglio, che vedono saldamente in testa ai due ranking i recenti vincitori di Wimbledon: il serbo Novak Djokovic e l’americana Serena Williams.

Sebbene siano passati solamente cinque anni, almeno a livello di calendario si possono osservare delle forti differenze rispetto al 2010, specialmente nel WTA: nel circuito femminile infatti l’Asia ha ormai raggiunto un ruolo di primo piano, essendo arrivata ad ospitare ben 18 tornei, fra cui le WTA Finals di Singapore e il WTA Elite Trophy di Zhuhai. La Cina in particolare è salita a 6 tornei, seconda in questa graduatoria solo ai soliti Stati Uniti, scesi ormai a 8. Gran Bretagna e Australia possono vantarne 4, mentre tutte le altre nazioni, per un totale di 34 paesi presenti nel calendario, non vanno oltre i due eventi ciascuna. Con i suoi 18 tornei l’Asia è ormai alle costole dell’Europa, scesa a 22, mentre il Sud America è salito a 3, con Oceania e Africa fermi rispettivamente a 5 e 1 come nel 2010.

Il calendario ATP è invece ancora molto “eurocentrico”, con più della metà dei tornei (34 su 66) che si disputano nel vecchio continente; gli Stati Uniti sono calati a 11 e con Acapulco e Montreal/Toronto portano il totale nordamericano a 13. L’Asia, pur perdendo la Thailandia rispetto a 5 anni fa, è salita a quota 9, il Sud America a 5, l’Oceania è ferma a 4 mentre all’Africa non rimane che l’ATP250 di Casablanca. In totale il circuito ATP toccherà nel 2015 31 paesi.

Anche per quanto riguarda il ranking ATP attuale, l’egemonia europea viene confermata: oltre al n°1 Djokovic e a ben 8 giocatori fra i top10, l’Europa può infatti vantare 66 giocatori fra i primi 100. Come abbiamo osservato sin dal 2000 è ancora la Spagna a farla da padrone con ben 12 giocatori, anche se la Francia rimane vicina con 10 e gli Stati Uniti sono riusciti a risalire a 7. L’Australia di Tomic, Kyrgios e Kokkinakis è tornata a 6, l’Argentina si ferma a 5, Italia, Germania e Serbia inseguono a 4, mentre tutte le altre nazioni non superano i 3 elementi. Ma il dato più significativo è il numero dei paesi con almeno un giocatore fra i primi 100 del mondo: ben 41! Fra le new entries segnaliamo Corea del Sud, Bulgaria, Repubblica Dominicana, Lussemburgo, Tunisia e Bosnia Erzegovina. Rispetto al 2010 si nota una netta flessione sudamericana, passata da 13 a 9 giocatori, la rinascita dell’Australia, che dopo che nel 2010 era rimasta col solo Hewitt, oggi con la sua ondata di giovani è risalita a 6, la crescita dell’Asia, che guidata dal giapponese Kei Nishikori, oggi n°5 del mondo, è arrivata a 7. Aumentano ancora quindi gli spazi colorati all’interno della nostra cartina, oramai coperta in tutti e 4 gli angoli.

Anche a livello Slam si conferma lo strapotere europeo, con il vecchio continente che dopo 3 Slam su 4 (ovviamente tutti vinti da giocatori made in Europe) ha occupato coi suoi tennisti 37 posti sui 48 disponibili negli ottavi di finale, guidata anche in questo caso da Francia (8) e Spagna (7).

ATP 2015

Slam ATP ATP 100 Tornei ATP

Passando infine al WTA anche qui l’Europa rimane padrona con 75 giocatrici fra le 100, ma è opportuno segnalare la rinascita statunitense, che si riprende il titolo di paese più rappresentato con ben 11 giocatrici (3 in più del 2010). Dietro gli USA troviamo la Germania con 9 e la Repubblica Ceca con 8, mentre la Russia ha dimezzato le sue giocatrici nelle 100 rispetto a cinque anni prima, passando da 16 a 8. Scorrendo la classifica c’è poi ancora tanta Europa: Italia con 6, Romania e Slovacchia con 5, Serbia e Spagna con 4.

USA che, trascinate dalla dominatrice del circuito Serena Williams, al momento guidano anche la classifica degli ottavi Slam con 10 giocatrici fra le migliori 16 di Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, seguiti dalla Russia con 6. Dopo tre Slam sono già 20 le nazioni ad aver avuto accesso agli ottavi di finale, chissà che quest’anno non si possa migliorare il record dell’era Open di 23 del 2008 e del 2012?

WTA 2015

Slam WTA Prime 100 WTA Tornei WTA

Siamo quindi arrivati alla fine del nostro viaggio fra gli ultimi 40 anni di storia geografico-tennistica: come abbiamo potuto vedere coi numeri, il tennis è passato da essere uno sport quasi esclusivamente legato agli Stati Uniti e all’Europa, ad assumere una dimensione globale, in linea con l’evoluzione storica mondiale delle ultime quattro decadi. Almeno a livello tennistico, l’Europa si afferma nettamente come continente leader, sia a livello maschile, dove ha vinto 43 degli ultimi 44 tornei dello Slam, mancando solo gli US Open del 2009 vinti dall’argentino Del Potro, che femminile. Tuttavia, dopo la crisi economica del 2008 è chiaro che i ricchi circuiti ATP e WTA hanno dovuto guardare principalmente alle fiorenti economie del Medio Oriente e dell’Asia, per trovare nuovi investitori desiderosi di entrare a far parte del mondo del tennis. Al giorno d’oggi riuscire ad organizzare un torneo del circuito ATP e WTA è diventato un impegno gravoso dal punto di vista non solo logistico, ma soprattutto finanziario e non è difficile immaginare che negli anni seguenti l’epicentro tennistico, almeno nel calendario, si sposterà sempre di più verso est, in attesa che anche a livello tecnico l’Asia inizi ad assumere un ruolo di primo piano nel nostro sport. Sicuramente i recenti successi della cinese Li Na al femminile e del giapponese Kei Nishikori al maschile aiuteranno ad avvicinare ancora più giovani al tennis, ed è lecito aspettarsi nei prossimi 5-10 anni una sempre maggior presenza di tennisti orientali sui due circuiti (e i primi segnali, almeno a livello juniores, si intravedono già). In fondo, per un continente che può contare su un serbatoio di oltre 4 miliardi di persone, è solo questione di tempo prima di riuscire ad entrare nel gotha di questo sport.

Un ringraziamento particolare a Guido Tirone e Stefano Rosato per l’aiuto nella ricerca dei dati storici.

Già pubblicati:

Atto I (1973-75 e 1980: le prime classifiche e il dominio degli USA)
– Atto II (gli anni ’90 e il 2000: la caduta del muro accelera la globalizzazione)

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