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L’ombra di Maria Sharapova sulla rinascita del tennis russo
Sono passati appena tre giorni da quando Maria Sharapova, in una conferenza indetta di fretta e furia, sulla quale si era ipotizzato di tutto nei giorni precedenti, aveva dichiarato di aver fallito un test antidoping durante gli Australian Open dello scorso gennaio.
C’è da dire che fra le varie ipotesi uscite su testate giornalistiche e blog, quella della bella Masha che dichiara al mondo di essere stata ‘beccata’ non aveva sfiorato minimamente le menti dell’intero sistema giornalistico di tennis.
Meldronium, Mildronato, questa la sostanza a cui la russa è risultata positiva. Un farmaco da poco entrato nella lista delle sostanze proibite dalla WADA, esattamente dal 1 gennaio di quest’anno. Maria è apparsa quasi indifesa davanti alle telecamere nel momento in cui doveva dichiarare al mondo la sua positività, nello spiegare che era da circa 10 anni che faceva uso di questo farmaco per un non ben precisato problema di salute. E fra tutto, la sua presa di posizione, il volersi prendere le proprie responsabilità, le scuse e anche il tempo per la battuta sulla moquette dell’hotel di Los Angeles, una frase sembra ricorrere nelle parole di Sharapova: “I am determined to play tennis again and I hope I will have the chance to do so”.
Una frase che ripete a se stessa, ma soprattutto agli altri. Dopo quelle parole, il silenzio. Finalmente rotto per dire grazie ai propri tifosi. Ha scelto Facebook per ringraziare pubblicamente chi le è rimasto vicino in questo momento davvero difficile per uno sportivo.
“Mi sono svegliata ieri mattina con una casella di posta elettronica piena di amore e comprensione.
La prima email che sono andata immediatamente ad aprire era del mio migliore amico, quel tipo di persona che ti può far ridere o piangere con una sola parola e con il quale avevo trascorso la serata al telefono, cercando conferme sul mio agire.
Di solito adoro le mattine. Un nuovo giorno, un nuovo inizio. La verità, questo giorno non era un giorno ordinario. Nulla mi veniva in mente alle sei di mattina se non che sono determinata a tornare a giocare a tennis e spero di averne la possibilità. Vorrei non aver dovuto affrontare questa situazione, ma ci sono e lo farò.
Avevo bisogno di sudare per affrontare e superare tutto, come ho fatto quasi sempre nella mia vita, così sono andata in palestra. In quel momento ho notato un gruppo di macchine con i vetri oscurati che mi stavano seguendo. I buoni vecchi paparazzi, di nuovo in pista.
Non sono stata molto online se non per la strana ricerca di un tavolino d’antiquariato (casuale, lo so), ma i miei amici mi hanno preparato un collage con tutti i vostri bellissimi messaggi e gli hashtag che avete creato (#IStandWithMaria e #LetMariaPlay). Ho trascorso il pomeriggio a leggerli vicino al mio cane, che non riusciva a capire del tutto perché fosse più importante della passeggiata che si aspettava andassimo a fare.
In questo momento sono stata orgogliosa dei miei fan. Dopo il mio annuncio mi avete mostrato sostegno e fiducia che pensavo si ricevessero solo al top della propria carriera.
Volevo che sapeste che le vostre stupende parole hanno portato un sorriso sul mio volto. Vorrei tornare a giocare ancora e spero di averne la possibilità. I vostri messaggi mi sono di grande incoraggiamento. Questo post non è altro che un mio ringraziamento. Grazie davvero.
Sì, perché di certo sappiamo che Nike, Porsche e Tag Heuer hanno interrotto la propria collaborazione con la n. 7 del mondo, una tennista capace di guadagnare 20 milioni di dollari l’anno. Sappiamo che fra due giorni scatterà ufficialmente la sospensione e conosciamo bene quello che amici, colleghi, allenatori, addetti ai lavori pensano del caso, divisi tra chi si è detto sconvolto e arrabbiato e tra chi invece la difende credendo alla buona fede della russa, quella di non aver letto la lista aggiornata dei farmaci proibiti.
Sappiamo anche che la sua lotta oggi e nei prossimi mesi sarà quella di tornare a giocare. Quello che non sappiamo è se ne avrà davvero la possibilità.
