Federer e Roma, un amore mai sbocciato

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Federer e Roma, un amore mai sbocciato

Ieri gli internazionali d’Italia hanno annunciato la entry list. Come ogni anno si pone la “questione Federer”, lo svizzero è iscritto al torneo ma non è detto che parteciperà. Gli conviene o no? L’opinione di ospiti d’eccezione: i lettori

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Giocare contro di lui è così noioso a volte“. È difficile riconoscere in queste parole sprezzanti l’iper politically correct Roger Federer, che dopo aver preso tre set a zero da tal Felix Mantilla in una lontana finale al Foro Italico, non trovò di meglio che sbuffare in questo poco elegante modo. Lo svizzero, neanche due mesi dopo, comincerà la sua leggendaria carriera che fagociterà l’intero mondo del tennis come nessuno è mai riuscito a fare prima di lui.
Roger Federer, al di là di qualsiasi considerazione tecnico agonistica, è una specie di spartiacque. Esistono i “tornei di tennis” e “i tornei di tennis con Federer”. I primi sono interessanti e si vedono con enorme piacere; i secondi travalicano l’angusto mondo del tennis per tracimare nelle prime pagine dei giornali, nelle televisioni, in qualsiasi discussione tra semplici simpatizzanti. È quindi abbastanza normale che l’iscrizione del numero 3 del mondo nella entry list di un torneo venga comunicata con un’enfasi degna di uno spettacolo cinematografico: venghino signori venghino, in questo torneo vedrete la straordinaria precisione dell’elastico serbo, gli infiniti recuperi del forzuto spagnolo, gli innumerevoli rimbrotti dello sbuffante scozzese. Ma soprattutto, signori, con i suoi augusti piedoni calcherà il campo, reduce da millemila partite vinte, centinaia di slam, infiniti dropshot e frustate liquide nientepocodimenoche proprio lui, Roger Federer.

Roger Federer quindi potrebbe una volta di più offrirsi ai languidi sguardi dei frequentatori dei campi del foro Italico. Per quanto ogni anno sembra debba assentarsi a guardar bene solo una volta (2005) Roger non è sbarcato a Roma. La prima fu nel maggio del 2000 e s’imbattè in Andrei Medvedev. In declino il russo, ma non abbastanza da cedere più di un set al diciottenne svizzero. L’anno dopo le cose vanno meglio, Federer supera due top30 (Safin e Johannson) per poi perdere da uno che è fuori dai primi 100, il sudafricano Ferreira. Nel 2002 di nuovo una sconfitta immediata, contro Gaudenzi che non suda neanche troppo. Nel 2003 l’esplosione ma nel 2004 un’altra eliminazione precoce, lo induce forse a saltare il torneo. Il 2006 è l’anno della finale con Nadal, poi comincia un lungo sonno. Viene superato da Volandri, Stepanek, Djokovic, addirittura da Gulbis a primo turno nel 2010 e da Gasquet al secondo nel 2011. Nel 2012 arriva fino alla semifinale contro Djokovic e nel 2013, annus horribilis, si issa addirittura fino alla finale contro Nadal, anche se – pare – con la schiena già scricchiolante. Nel 2014 un’altra sconfitta a primo turno contro Chardy e poi l’anno scorso, quando sembrava non dovesse proprio venire, la sconfitta a primo turno a Madrid contro Kyrgios gli fece cambiare i piani. Roger fece un gran torneo, superando agevolmente Wawrinka in semi, ma in finale dovette arrendersi ad un precisissimo Djokovic.

C’è intanto da sottolineare una cosa. L’iscrizione ai tornei “Master 1000” è in genere automatica ma ci sono delle eccezioni. Come ricordato dal nostro lettore “nicogatto” (questi nick…) se un giocatore è nel circuito da 12 anni, ha giocato più di 600 partite e ha più di trentanni, non è obbligatoria l’iscrizione ai Master 1000. E Federer (insieme a molti altri: Seppi per esempio; o Ferrer, Feliciano Lopez. “Stupendo Fino A Qui” – uff – ci ha fatto la cortesia di elencarli tutti: Tsonga, Simon, Karlovic, Garcia Lopez, Kohlschreiber, Robredo, Verdasco, Monaco, Mahut, Mathieu, Berlocq, Montanes, Berrer, Youzhny, Melzer, Stepanek)  naturalmente ha tutti i requisiti. Il che significa che Federer ha deciso di iscriversi, non è stato iscritto d’ufficio. Naturalmente questo non significa che sarà sicuramente ai nastri di partenza e probabilmente molto dipenderà dal risultato di Madrid. Un Federer in semi o addirittura vincente in Spagna non crediamo possa avere chissà quanta voglia di presentarsi al Foro Italico. Esattamente la situazione dell’anno scorso insomma.  In ogni caso non può che farci piacere l’attenzione che lo svizzero continua ad avere per uno dei due tornei “stregati” (l’altro è Montecarlo) che non ha mai vinto.

Diverso il discorso che si è scatenato sull’opportunità o meno di partecipare a questi grandi tornei. Un nostro affezionatissimo lettore (Kinder) da circa due anni ritiene che in questa fase calante della carriera Roger dovrebbe limitarsi a tornei minori. Brisbane, Halle, Estoril o addirittura Marrakech, in modo da rimpolpare il numero dei tornei vinti e raggiungere almeno Lendl, visto che i 109 di Connors sono lontani (e forse un po’ meno significativi).   Molti altri obiettano che è difficile considerare in fase calante un giocatore che ha fatto tre finali e una semi negli ultimi quattro appuntamenti importanti, perdendo sempre dallo stesso giocatore.  Il discorso potrebbe non essere ozioso come appare, perché sappiamo tutti quanto possa contare la fiducia per un giocatore di tennis e per quanto semidio alla fine Federer rimane una persona normale (credeteci, ha due braccia e due gambe e si fa male come i geometri del catasto, facendo il bagno alle bimbe). Una cosa sarebbe arrivare a Wimbledon dopo una striscia positiva magari di tre tornei vinti, altra cosa arrivarci dopo aver preso batoste nei primi turni di Madrid, Roma e Parigi. Per quanto possiamo aver capito in questi anni dello svizzero non crediamo che queste considerazioni abbiano chissà qualche cittadinanza nella sua mente, ma in fondo, Roger, non ha mai brillato per acume tattico… 

 

 

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