Pagelle: Cilic ha finito i miracoli, del Potro ha la mano de Dios

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Pagelle: Cilic ha finito i miracoli, del Potro ha la mano de Dios

Il trionfo dell’Argentina di del Potro e Delbonis, il tracollo di Cilic e Karlovic. La Davis non tradisce mai mentre Maradona è in delirio e Zio Toni cambia mestiere

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Era uno scontro tra titani, anzi tra divinità. Da una parte uno nato a Medjugorie al quale il miracolo era già riuscito un paio di anni fa, dall’altra un risorto, un Papa e la mano de Dios a benedire tutti dalle tribune. Niente da fare stavolta, a Marin Cilic (5) non è riuscito il ruolo di guastafeste: lui che con la sua settimana da Dio aveva impedito il primo titolo slam giapponese della storia o il diciottesimo di un certo signore, fate voi, aveva l’identikit perfetto per rovinare la favola da sogno di Juan Martin del Potro (10).

Il povero Cilic si è fermato ad un passo dal trionfo, un po’ come sbagliare un rigore in una finale di Coppa America o divorarsi un gol in una finale di Coppa del Mondo: in fondo in Argentina si erano accorti della inquietante somiglianza con Gonzalo Higuain e su quello confidavano…

Alla fine l’unione di intenti di santi, papi e capi-ultras travestiti da Maradona (o il contrario) ha trasformato Federico Delbonis (10) in un fenomeno: c’è qualcosa di non soprannaturale nei drop-shot o nei pallonetti fatti ad un omone di 2 metri e 11 che abbiamo visto ieri sera?

Ma insomma, è comunque la Davis di Delpo, l’uomo sopravvissuto ad ogni inciampo della sorte, l’uomo capace di reinventarsi un colpo e di scoprirsi – e chi lo sa? – pronto per tornare dove gli compete. Poteva essere Ivo Karlovic (5) il gigante buono a rovinare la festa agli argentini? No, non poteva e nello sguardo che aveva Ivan Dodig (7) dopo il doppio forse vanno trovati i rimpianti croati.

Intanto è partita la caccia a Diego Armando Maradona (10… se non a lui a chi?). La sua presenza spirituale e materiale ha contribuito al superamento della maledizione Davis per l’Argentina, e dunque Delaurentis lo ha già precettato per il San Paolo per il prossimo miracolo: trasformare Manolo Gabbiadini in un centravanti sorridente. Sono due miracoli in uno, è vero, ma se sei Maradona, puoi tutto.

Il mondo del tennis è in subbuglio però: dopo la formula del Masters, oggetto di feroci critiche, è ora il turno della formula della Davis, che non ha più senso così com’è. Pronta anche la rivoluzione negli Slam: non saranno più quattro, ma cinque (vabbè il quinto sapete già dove alloggerà), si giocherà al meglio dei 3 game su 5, non potrà utilizzarsi l’asciugamano tra un punto e l’altro, chi rompe la racchetta gioca con le mani e in caso di crampi subentrerà dalla panchina l’allenatore.

Arrivano brutte notizie per Rafa Nadal, che dopo aver perso i capelli, ora deve dire addio anche all’allenatore: credete davvero che Zio Toni, nuovo direttore del WTA di Maiorca, abbia poi voglia di lasciare le donne?

Buone notizie invece per la coppia azzurra del tennis, con Flavia Pennetta in dolce attesa. Il problema però è per il tour maschile dove già si piange pensano al Fognini maturo padre di famiglia: chi ci farà divertire ora?

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