Australian Open: Masha si vendica, avanti Halep. Muguruza è in crisi

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Australian Open: Masha si vendica, avanti Halep. Muguruza è in crisi

Maria gioca un’ora di tennis perfetto, poi chiude al tie-break. Sevastova l’aveva battuta all’ultimo US Open. Sorpresa Pera. Hsieh fa fuori Muguruza. Ottima Halep

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LA PIÙ FAMOSA – Con una prestazione al limite della perfezione, Maria Sharapova si prende la rivincita, a livello Slam, contro la lettone Sevastova, accreditata della 14esima testa di serie, ed accede al terzo turno degli Australian Open. A New York Anastasija diede una cocente delusione alla siberiana, autrice di una montagna di errori gratuiti (51). In memoria di tutto ciò e dell’ultimo precedente vinto a Pechino qualche mese fa, con annesso match point salvato, l’ex n.1 del mondo non ha lasciato nulla al caso. Masha ha, da subito, iniziato con le marce alte. I suoi colpi escono puliti e penetranti tanto da spazzolare le righe con soluzioni violente ed angolate. La sua avversaria fa fatica a tenere la competizione, la mera difesa intervallata da qualche buon vincente è un piano strategico troppo blando per contrastare la russa. Ritmo, intensità e potenza sono state le armi usate da Maria, che ha comandato le operazioni dal primo all’ultimo quindici giocato. Sevastova, invece, ha cercato di buttarla sulla lotta, provando a difendersi e a ribaltare lo scambio, fallendo. Avanti di un set e di un break, Sharapova ha avuto un attimo di difficoltà, che poteva rimettere tutto in discussione. Un velenoso doppio fallo certifica il 4-4, poi la tensione paralizza Sharapova che non riesce a spingere e a far male da fondo quando chiamata a servire per il match. Altro controbreak e sorpasso Sevastova. A tratti sembra di rivedere il match di New York, quando la russa dal pieno controllo si fece rimontare e poi battere. Stavolta l’epilogo è diverso perché nel tie-break, la siberiana torna a ruggire e  chiude definitivamente i conti. L’ex n.1 del mondo lancia un segnale alle rivali e lo fa in modo veemente. Ora ad attendere Masha al terzo turno ci sarà la vincente della sfida tra Kerber e Vekic.

Tommaso Voto

LA SCONOSCIUTA – E se Sharapova è una delle stelle più luminose del panorama tennistico femminile e mondiale, nessuno sapeva nulla di Bernarda Pera, statunitense di origini croate all’esordio in un Major, 123 WTA. “Sono nata e cresciuta in Croazia, a Zadar, e sono andata negli Stati Uniti a 16 anni, ho la cittadinanza perché mio padre è americano. Ho lavorato con la USTA, ma adesso ho un coach croato, il mio primo coach tra l’altro, e passo più tempo a casa”, dirà nella conferenza post match. Nello stupore generale, la ventitreenne si è presa la ribalta superando in due set Johanna Konta, numero 9 del mondo alla peggior sconfitta dal 2015 (Torro Flor, 164, in un ITF da 50.000 dollari); sorridente e concentrata, con un vistoso piercing sulla parte superiore dell’orecchio destro, Bernarda ha bissato il successo su Blinkova del primo turno a suon di dritti in top e rovesci in spinta, garantendosi una scalata fino alle porte della top 100. Era entrata in tabellone come lucky loser (“Domenica ero arrabbiatissima, con le valigie pronte, stavo cercando online il biglietto dell’aereo. Sono contenta di non averlo trovato subito!”), dopo il forfeit di Margarita Gasparyan: “Le nuove regole sui ritiri e i LL funzionano, io ne ho certamente beneficiato, ma dovrò sentire Margarita per ringraziarla!”Già vincitrice di otto titoli ITF, Pera non aveva mai nemmeno affrontato una top 20 in carriera: “Sul 5-3 nel secondo ho pensato: ‘Dio mio, sto vincendo questo match!’. Sul 5-5, ho pensato: ‘Oddio lo perdo!’. Anche quando ero 300 del mondo ho sempre saputo che ce l’avrei fatta ad arrivare a questi livelli”.

Una sorridente Bernarda Pera nella conferenza stampa post-match – Australian Open 2018 (@RDO foto)

VITTORIA DA NUMERO 1 – La regina della classifica WTA, Simona Halep, vince, senza troppo faticare, sulla regina di rotocalchi e social network, numero 112 del mondo, Eugenie Bouchard. Sembra lontana anni luce la semifinale di Wimbledon 2014 vinta in due set dall’allora promessa, finora mai mantenuta, Eugenie su Simona. Gli altri due precedenti incontri tra le giocatrici risalgono anch’essi al 2014 ma furono conquistati da Halep. Il 2018 è cominciato nel migliore dei modi per Simona a Shenzen, che ha dimostrato fin da inizio stagione una condizione fisica e una tenuta mentale invidiabili, mentre per Eugenie la partecipazione al torneo di Sydney è da dimenticare. La rumena gioca senza sponsor tecnico a seguito del divorzio con Adidas, la canadese sfoggia, invece, un completo Nike con pantaloncino color salmone. Qualche preoccupazione alla vigilia di questo secondo turno per Halep a causa di una distorsione occorsa alla caviglia nel match di esordio contro Shelby Rogers. Fin dai primi scambi, però, la rumena appare, non solo concentrata, ma nel pieno della sua condizione fisica. Un recupero in corsa nel terzo game cancella ogni possibile dubbio sulla tenuta della caviglia incriminata. In un primo set, in cui il servizio non pare essere un’arma per le due contendenti, Simona si impone facilmente per 6-2 in 35 minuti grazie a una maggiore mobilità di gambe e una precisione millimetrica da fondo campo. Eugenie, dal canto suo, alterna colpi vincenti, che strappano gli applausi dei tanti tifosi sulle tribune, a pessimi errori gratuiti. Nel secondo set la musica non cambia: Halep resta concentrata e Bouchard non può nulla. Malgrado i primi 4 game si giochino sul filo della parità, alla distanza appare evidente che Bouchard non può competere né atleticamente né mentalmente con la numero uno del mondo. Ora per Halep un terzo turno contro la statunitense Lauren Davis. Simona nell’intervista post partita si dichiara soddisfatta , ma svela di aver provato fastidio alla caviglia. Onestamente dalla mobilità dimostrata fatichiamo a credere a tali parole.

Chiara Gheza

AHI AHI AHI GARBINE – In attesa che le grandi della WTA decidano cosa vogliono fare da grandi, Garbiñe Muguruza – una di loro – sta vivendo un inizio horror di stagione. Dopo un ritiro e un forfait nei primi due tornei, l’iberica è stata sconfitta al secondo turno degli Australian Open da Su-Wei Hsieh. Senza aver trovato le contromisure al tennis atipico dell’asiatica. In una giornata molto calda, la trentenne di Taipei fa impazzire la quotata avversaria con i suoi colpi quadrumani piatti e anticipati. Che a volte lasciano Garbiñe a metri di distanza dalla palla. Arriva a servire per il set, l’ex numero 1 in doppio, ma l’iberica, infastidita lievemente da una vescica, la trascina al tiebreak. Approfittando dei servizi anemici della taiwanese. Nel gioco decisivo Hsieh, fra chop e traccianti, scherza la rivale, infliggendole una vera e propria lezione. La seconda frazione non offre niente di nuovo. Muguruza colleziona errori su errori, specie con il dritto. La rivale continua a farla correre in lungo e in largo e a starle avanti nel punteggio. Già indietro di un break, è una facile volée di dritto sparacchiata fuori dalla spagnola a sancirne la resa. Fine solo rimandata di un paio di game dalle incertezze dell’asiatica. Sarà Hsieh ad affrontare Radwanska, con buon pace di chi pregustava un big match anticipato. I sogni di gloria della spagnola sono rimandati a data da destinarsi.

Andrea Ciocci

La gioia di Su-Wei Hsieh dopo la vittoria contro Garbine Muguruza – Australian Open 2018 (@RDO foto)

TUTTO FACILEKarolina Pliskova batte in due set Beatriz Hadda Maia, numero 70 del mondo (al secondo turno di uno Slam per la seconda volta in carriera dopo lo quello raggiunto lo scorso anno a Wimbledon), in un match a senso unico. Se si tiene conto che la brasiliana ha tenuto solo due volte il servizio in tutta la partita, subendo sei break, e non riuscendo praticamente mai a impensierire la giocatrice ceca alla battuta, lo score finale è presto spiegato. Troppo fragile il gioco da fondo campo di Haddad Maia per mettere in difficoltà Pliskova, che appare in gran forma e pronta a tentare di nuovo la scalata al primo posto del ranking WTA (per farlo dovrà vincere il titolo e sperare in qualche precoce eliminazione). Chissà che la nuova tenuta della Fila non le porti fortuna. Ancora meglio di Pliskova riesce a fare Madison Keys. Alla finalista dello US Open 2017 bastano 41 minuti di gioco per disfarsi della malcapitata russa Ekaterina Alexandrova (numero 95 del mondo), che raccoglie giusto giusto un game, quanto basta per evitare un doppio bagel. Prossimo turno per Keys contro Ana Bogdan (111 del ranking WTA). Dopo aver rifilato a Mladenovic la 15esima sconfitta consecutiva, la rumena ha superato in rimonta Yulia Putintseva.

Diego Serra

Risultati:

[LL] B. Pera b. [9] J. Konta 6-4 7-5
[20] B. Strycova b. L. Arruabarrena 6-3 6-4
[26] A. Radwanska b. L. Tsurenko 2-6 7-5 6-3
M. Sharapova b. [14] A. Sevastova 6-1 7-6(4)
[8] C. Garcia b. M. Vondrousova 6-7(3) 6-2 8-6
[6] Ka. Pliskova b. B. Haddad Maia 6-1 6-1
S.W. Hsieh b. [3] G. Muguruza 7-6(1) 6-4
L. Davis b. A. Petkovic 4-6 6-0 6-0
A. Sasnovich b. [28] M. Lucic-Baroni 6-3 6-1
[29] L. Safarova b. S. Cirstea 6-2 6-4
A. Bogdan b. Y. Putintseva 1-6 6-2 6-3
[21] A. Kerber b. D. Vekic 6-4 6-1
[17] M. Keys b. E. Alexandrova 6-0 6-1
N. Osaka b. [16] E. Vesnina 7-6(4) 6-2
[18] A. Barty b. C. Giorgi 5-7 6-4 6-1
[1] S. Halep b. E. Bouchard 6-2 6-2

IL LIVESCORE DEL DAY 4: UOMINI – DONNE
I TABELLONI COMPLETI: UOMINI – DONNE

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