[25] F. Fognini b. J. Benneteau 3-6 6-2 6-1 4-6 6-3 (dal nostro inviato a Melbourne)
Avevamo aspettato quarantadue anni per rivedere due giocatori italiani raggiungere insieme gli ottavi di finale di un torneo del Grande Slam. Al Roland Garros del 1976 arrivarono tra i primi 16 Adriano Panatta, che andò fino in fondo a vincere il titolo in finale su Harold Solomon (6-1 6-4 4-6 7-6) e Corrado Barazzutti, che venne sconfitto proprio agli ottavi da Guillermo Vilas (6-2 6-2 6-3). Una generazione e mezza, una vita fa. Quanti ricordi d’infanzia anche solo a scrivere certi nomi. Tornando a oggi, sulla Hisense Arena sono scesi in campo Fabio Fognini (30 anni, 25 ATP) e Julien Benneteau (36 anni, 59 ATP), è un terzo turno che rappresenta un’occasione enorme per entrambi. Un solo, datato precedente, vinse Bennetteau nel 2010 a Wimbledon.
PARTENZA DIESEL – Inizio incerto di Fabio, che sbaglia molto e subisce le accelerazioni e gli uno-due di Julien, si ritrova sotto 3-0 e palla del doppio break, ma si salva. Poco dopo, sul 4-1 Benneteau, ancora errori banali dell’azzurro, e ancora palla break salvata, Fognini sta alternando soluzioni brillanti a gratuiti davvero evitabili, farĂ bene a scuotersi presto e a entrare in partita con convinzione, perchè dall’altra parte il francese sembra ben deciso a dare il massimo. Sul 5-3, dopo aver annullato una palla del contro-break, servendo e attaccando molto bene Julien chiude 6-3.
FABIO CAMBIA MARCIA – L’avvio del secondo set vede ancora l’azzurro in difficoltĂ , con palla break da affrontare sia nel primo che nel terzo game, in particolare Fabio sembra soffrire le coraggiose accelerazioni lungolinea di Benneteau. Ma finalmente arriva la reazione di Fognini: qualche buona risposta, e un gran pallonetto in contropiede, gli consegnano il break, 3-1 per lui. Ancora palla break annullata con bravura da Fabio con il dritto (sono 8, di cui 7 salvate), e arriva il 4-1. Poco dopo, siamo 6-2 e un set pari. Sembra definitivamente sciolto e sbloccato l’azzurro, che non si ferma, e continua a mantenere il comando del gioco. Nel terzo parziale, sciorinando un bel repertorio di colpi vincenti, Fognini brekka al secondo e al sesto game, e chiude 6-1. In questo momento, 40 vincenti per Fabio, bravissimo, Bennetteau sembra accusare tutta in una volta la fatica per i match precedenti, soprattutto le tre ore sotto il tremendo sole di giovedĂŹ contro Goffin, a 36 anni suonati ci può stare, non sono mica tutti Federer. Da parte dell’azzurro, un altro ingresso in partita “diesel”, proprio come era successo contro Donskoy.
LOTTA FINO ALLA FINE – Il quarto set procede in equilibrio, Fabio gioca bene, giustamente Julien si rifiuta di mollare e dando fondo a tutte le sue risorse, e prendendosi molti rischi, riesce a brekkare Fognini all’ottavo game (tante le palle break concesse dall’italiano nel corso della partita, siamo a 12 ora), andando quindi a servire per il parziale sul 5-3. Recupera subito il break con bravura Fabio, ma con un paio di brutti errori gratuiti sul 4-5 perde ancora il turno di battuta, 6-4 Benneteau e si va al quinto. Fisioterapista in campo per Fognini, che si fa massaggiare il braccio, sorprendente e ammirevole la reazione del francese, che sembrava aver esaurito le energie. Siamo a due ore e venti di partita.
Dopo due turni di servizio a testa tenuti senza rischi, Fabio piazza la zampata che potrebbe finalmente risultare decisiva nel quinto game, brekkando a 15 e allungando fino al 4-2. Sul 4-3, a Fognini viene chiamato un fallo di piede, si complimenta in modo sarcastico con il giudice di linea, e viene ammonito dall’arbitro. Nulla di grave, l’azzurro è bravo a rimanere concentrato, e a salire 5-3. Il momento di tensione, anzi, sembra galvanizzare Fabio, che aggredisce le risposte e i passanti, arriva a match point, e chiude con una volĂŠe alta di dritto. Tre ore esatte di gioco. Bel risultato per lui (seconda volta agli ottavi qui in Australia, nel 2014 perse da Djokovic) e per il tennis italiano, lo attende Tomas Berdych. Con il ceco è 2-2, tre match su terra (Montecarlo 2009 e 2013 vinse Fognini, Roma 2015 Berdych) e uno su cemento, vinse Berdych allo US Open 2011. Andreas Seppi se la vedrĂ domani con Kyle Edmund, in un torneo che ha imparato ad amare, e che potrebbe davvero rivelarsi memorabile per i colori azzurri. Fabio sorridendo, ha detto: “Eh, avrei preferito l’avversario di Andreas“. Sul doppio perso ieri con Granollers: “Ă stato un peccato, eravamo avanti, siamo stati in campo due ore… ma vabbè, pensiamo al singolare ora, che è quello che conta“.
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