Australian Open: Halep miracolata dopo 4 ore, Kerber 'pialla' Maria

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Australian Open: Halep miracolata dopo 4 ore, Kerber ‘pialla’ Maria

Vittoria da numero uno. Battuta Davis, ostacolata nel finale da un’unghia rotta. Tre mp annullati, raggiunto il record di games giocati. Kerber lascia 4 game a Sharapova

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“SONO QUASI MORTA” – Simona Halep sopravvive a tre match point e porta a casa una partita lunga 3 ore e 45 minuti, fatta di 302 punti, 80 vincenti e 59 gratuiti e vinta di carattere contro Lauren Davis, ventiquattrenne americana numero 76 WTA e mai oltre il terzo turno in uno Slam in carriera. 48 games, record per l’Australian Open (a pari merito con Rubin-Sanchez Vicario ’96). La numero uno al mondo, sottotono per buona parte della partita e spesso dominata dalla vivacità di Davis, ha la meglio in tre set: 4-6 6-4 15-13. L’ultimo set, durato 2 ore e 30 minuti, ha visto grandi vincenti e rapidi capovolgimenti di fronte, teatralità ed errori grossolani. Lo stadio ha onorato il set e le giocatrici con una standing ovation. Il saluto tra le due, purtroppo, è stato più freddo, a causa probabilmente dei MTO chiamati da Davis nel terzo set e non troppo graditi dalla rumena. Halep, per la terza volta in carriera agli ottavi a Melbourne (’14 e ’15), troverà ora la vincente di Barty-Osaka.

La partita è atipica per la rumena, innanzitutto fisicamente. Capita infatti raramente ad Halep, con i suoi 168 centimetri, di svettare sull’avversaria. Davis però è ancora più compatta e minuta della numero uno: 157 centimetri, un unicum nel tennis femminile degli anni dieci (Cibulkova tocca il metro e sessanta). Com’è chiaro, dunque, si gioca tanto sul ritmo, e il servizio, per quanto eccellente per entrambe considerati i limiti d’altezza, è di rado un’arma. Le due giocano un tennis simile: costante pressione da fondo alla ricerca di spazio per tirare il vincente. Con una Halep sottotono, e una Davis a ottimi livelli, è facile che si finisca sulla lotta. In apertura di partita la numero uno va subito avanti di un break, ma il tentativo di fuga dura giusto il tempo di un cambio campo. Davis con il passare dei giochi assume sempre più la consapevolezza di potersela giocare: i colpi pesano di più e Halep è costretta a una incessante difesa. Nel decimo gioco si concretizza ciò che era nell’aria da qualche minuto. Halep mette poche prime in campo, e Davis attacca l’attaccabile, facendo meraviglie con il rovescio lungolinea. Dopo 40 minuti il primo set va all’americana.

Con l’inizio del secondo set, l’azione di Halep si fa più propositiva, la palla è un po’ più profonda e Davis deve lottare di più per tenere in mano le sorti dello scambio. L’americana cede il servizio nel terzo gioco con uno sciagurato doppio fallo sul break point. Halep ha poi l’occasione di uccidere il set nel gioco successivo salendo 0-40, Davis però si inventa quattro vincenti di fila e si aggrappa agli ultimi lembi di speranza di tenere il set in vita. La speranza non basta però, e dopo altri 40 minuti, i set sono in parità. Nel terzo set, il migliore della partita, dopo un banale errore a campo aperto, Davis perde concentrazione, break, e dieci punti di fila. Dopo due giochi però, l’americana torna sul pezzo e recupera subito lo svantaggio, al termine di uno scambio meraviglioso di 18 colpi, giocato magistralmente da entrambe.

L’incontro ora è piacevole, entrambe giocano a un livello elevato, gli scambi sono più lunghi e i capovolgimenti di fronte più frequenti, sia all’interno dello scambio sia nel punteggio. Halep infatti va a servire per la partita sul 5-4, sul 6-5, e sull’8-7, senza mai riuscire a chiudere né ad arrivare a match point. Davis arriva più volte a due punti dal match, ma il braccio le trema ogni qual volta si trovi avanti, e allora quei dritti a 140 km/h che prima finivano sulla riga, ora si fermano a metà rete o sono fuoricampo. È il caso dei primi tre match point dell’incontro, tutti per Davis sul 10-11. Il primo se ne va con un gratuito di dritto; gli altri due sono ben giocati da Halep. Davis chiama un MTO al termine del gioco per un’unghia del piede rotta, con grande fastidio di Halep, immobile per la durata dell’interruzione a fissare incredula il suo allenatore Darren Cahill. Halep torna a servire per l’incontro sull’14-13, dopo aver sprecato cinque palle break sull’undici pari. Basta il primo match point. Dopo tre ore e tre quarti, Halep è sopravvissuta alla tempesta (“Sono quasi morta”, dirà a fine match)Ora si tratterà di recuperare le energie e poi, da lunedì in poi, bisognerà ingranare un’altra marcia. Davis ha destato un’ottima impressione: gioco frizzante e propositivo, fase difensiva eccellente, e mai doma di spirito. Con l’aiuto della costanza, potrà tornare vicino al numero 26 toccato lo scorso anno.

Lorenzo Dicandia

LA SUPERSFIDA NON C’È, DOMINA ANGIE – Il braccio sinistro di Angelique Kerber (16 WTA, qui è tds n.21 perché non sono stati conteggiati i punti di Sydney) è rivitalizzato dalla cura Fissette, e non dà scampo a quel che resta di Maria Sharapova. Il campo ha detto che è lontano il momento in cui la principessa siberiana tornare a competere ai massimi livelli. Angelique invece sembra rinata senza il peso di essere sempre la favorita. Anche il suo tennis appare diverso, è molto aggressiva e usa i suoi piedi alati per anticipare il colpo e comandare il gioco, non solo per remare.

Angelique Kerber non era la favorita della vigilia, ma sta decisamente scalando le gerarchie

Nessuna storia nel primo set, le uniche cose che Maria vince sono il sorteggio e un game di battuta benedetto da un rocambolesco nastro. Per il resto la tedesca la stritola fra le spire di un ritmo che Maria non conosce più. Ci prova, grinta e rituali sono quelli di sempre ma gli errori fioccano come la neve a Cervinia e anche se entrano i suoi colpi paiono non far più male. Ciò che non le mancherà mai però è l’orgoglio e così nel secondo parziale abbiamo un accenno di incertezza. Kerber brekka subito per il 2-0 ma la russa prende a giocar bene e chiude lo strappo. Poi tiene (rarità) un servizio a zero ed è ancora nel match. Arriva a tanto così dal prendersi il servizio avversario per il 4-3 ma su quel comodo dritto messo largo le sue speranze crollano definitivamente. Forse per lei sarebbe meglio in questo periodo evitare le distrazioni e concentrarsi per un po’ solo sul tennis. ‘Angie’ prosegue senza intoppi il suo cammino e attende agli ottavi una tra Radwanska e Hsieh: giocherà ancora da favorita.

Raffaello Esposito

PLISKOVA VINCE IL DERBY – Relativamente più semplice il match di Karolina Pliskova, ex numero uno, contro la connazionale Lucie Safarova, su una Margaret Court Arena risparmiata dal caldo soffocante dei giorni scorsi. Successo in due set tirati. L’approccio tattico delle due connazionali non potrebbe essere più diverso; mentre Safarova si affida all’1-2 e alle accelerazioni sulle linee laterali (quasi sempre il dritto, una vera arma impropria) la più famosa connazionale ingaggia palleggi pesanti e profondi in attesa dello sbaglio e di una palla più corta da chiudere. Safarova sa bene quanto la compagna di Fed Cup sia tanto fenomenale negli scambi da ferma quanto in difficoltà negli spostamenti laterali e quando può tenta di toglierle il tempo con vere e proprie cannonate col suo dritto mancino. Il primo set corre via equilibrato fino al tie break; anche quest’ultimo fila liscio fino al 6-6, nessun segno di cedimento da entrambe, ogni punto è difeso con le unghie. È però la Pliskova ad aggiudicarsi il parziale, con un urlo liberatorio, issandosi sul 7-6, poi 8-6, in un primo set durato 50 minuti equilibrato ma combattuto. Anche nel secondo set nessuna delle due ha intenzione di mollare il servizio, i game si susseguono senza scossoni finchè, nell’undicesimo gioco, da 0- 30 Pliskova si aggiudica il break nel momento critico della partita, anche attraverso una splendida palla corta con la quale punisce Safarova. Karolina con le sue bordate  chiude in un’ ora e mezza e vola agli ottavi di finale. Alla tds n.6 basta soltanto alzare il livello del gioco nei punti chiave per aggiudicarsi questo match , e si presenta agli ottavi come una delle favorite di questi Australian Open.

Michele Blasina

UN OTTAVO DA NON PERDERE – Definito intanto il primo ottavo di finale della parte alta del tabellone: a sfidarsi per un posto nei quarti saranno Garcia e Keys. Madison (assente lo scorso a Melbourne a causa dell’operazione al polso) ha superato in due set la rumena Ana Bogdan in un’ora e 13 minuti di gioco (6-3 6-4 il punteggio finale). “Sono felice della mia settimana finora”, ha dichiarato Keys in conferenza stampa. “In generale ho giocato molto bene e in maniera intelligente”. Più complicato il passaggio del turno per Caroline, costretta al terzo e a due ore di gioco da Aliaksandra Sasnovich. Avanti 6-3 3-1, Garcia ha subito la reazione di Sasnovich, che ha chiuso il secondo set per 7-5. Nel parziale decisivo la francese è tornata a comandare, incamerando quattro giochi consecutivi dal 2-2 e centrando per la prima volta in carriera il quarto turno all’Autralian Open.

OSAKA SPEGNE LE SPERANZE DELL’AUSTRALIA – A suon di colpi vincenti, la 20enne Naomi Osaka ha sconfitto Ashleigh Barty, testa di serie n.18 e ultima australiana ancora in gara nel singolare, con il netto punteggio di 6-4 6-2 in un’ora e tredici minuti di gioco. A fine partita, Osaka si è detta quasi dispiaciuta per il pubblico di casa. La nipponica agguanta così per la prima volta nella sua ancora carriera gli ottavi di finale in uno Slam. Affronterà la n.1 al mondo Simona Halep, provata dalla maratona contro la statunitense Lauren Davis. La rumena si è aggiudicata entrambi gli scontri diretti contro Osaka ma sempre in tre set. La ceca Barbora Strycova, testa di serie n.20 del tabellone, ha liquidato in poco più di un’ora di gioco la lucky loser americana Bernarda Pera con un duplice 6-2 e raggiunto nel secondo ottavo della parte alta la connazionale Karolina Pliskova. Un derby che si annuncia ad alta tensione dopo i dissidi di qualche mese fa, nati a causa del furtivo passaggio di Tomas Krupa, ex allenatore di Strycova, sulla panchina di Pliskova.

10 YEARS LATER – A 32 anni Su-Wei Hsieh continua ad essere la sorpresa “oldies” degli Australian Open: conquista a 10 anni di distanza dalla prima e unica volta, gli ottavi di finale per 6-2 7-5 contro una Radwanska acciaccata e veramente in partita soltanto nel secondo set. L’ultimo incontro della Margaret Court Arena vedeva di fronte due delle giocatrici più abili a rompere il ritmo alle avversarie; da un lato una Radwanska reduce da due match molto combattuti chiamata a confermare il suo pedigree, dall’altro una Hsieh che, a 32 anni suonati, dopo avere strapazzato Garbine Muguruza, può concedersi il lusso di giocare a mente e braccio liberi. L’asiatica parte con qualche incertezza al servizio ma è bravissima a nascondere le chiusure bimani tanto che più volte Radwanska non sembra nemmeno provare ad inseguire i suoi lungolinea. Hsieh è conscia dei problemi dell’avversaria e continua ad attaccare tanto che chiude il primo parziale 6-2 con un break e la “maga” nella pausa lunga chiama il fisioterapistaAgnieszka prova a reagire ma al fastidio del ginocchio si aggiunge quello per una chiamata (sbagliata) dell’arbitro e un’avversaria che si diverte a scacciare gli insetti dal campo ogni volta che ne vede uno; sotto per 2-0 e per 4-2 con orgoglio (fantastico un lob fatto al termine di uno scambio nel quale Hsieh le aveva fatto toccare tutti gli angoli del campo) trova per 2 volte le forze per riportarsi sul pariLa tennista di Taipei però è troppo lucida e cinica: ad una polacca che prova a variare il suo gioco e a scendere a rete risponde proponendo sempre una palla diversa ed obbligando la Radwanska a fare chilometri e chilometri. Come era successo nel primo parziale, dopo un primo match point annullato, chiude con un break e vola agli ottavi (eguagliando il suo miglior risultato risalente al 2008) dove incontrerà Angelique Kerber. Ancora una volta senza nulla da perdere.

Francesco Monesi

Risultati:

[17] M. Keys b. A. Bogdan 6-3 6-4
[1] S. Halep b. L. Davis 4-6 6-4 15-13
[8] C. Garcia b. A. Sasnovich 6-3 5-7 6-2
[6] Ka. Pliskova b. [29] L. Safarova 7-6(6) 7-5
[20] B. Strycova b. [LL] B. Pera 6-2 6-2
N. Osaka b. [18] A. Barty 6-4 6-2
[21] A. Kerber b. M. Sharapova 6-1 6-3
S.W. Hsieh b. [26] A. Radwanska 6-2 7-5

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