Pagelle: Roger-one padrone, Kvitova le batte tutte

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Pagelle: Roger-one padrone, Kvitova le batte tutte

Roger Federer ritorna sul trono, Petra Kvitova si candida. La seconda giovinezza di Seppi e le cadute del nextgen italiano

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Petra Kvitova (9,5) è tornata, e noi che abbiamo versato qualche lacrimuccia a Parigi quando è ritornata a giocare dopo l’assurda sventura capitatale, siamo dichiaratamente di parte nel fare spudoratamente il tifo per lei. Intanto Petra ha vinto due tornei di fila, tredici successi consecutivi considerando la FedCup, battendo sei top10 su sei nel 2018 e tra le altre le campionesse di Roland Garros, Wimbledon e Australian Open in carica. Pareva non poter più giocare a tennis, magari tra qualche mese parleremo di Slam e numero 1.

Ecco, numero 1. Dopo aver vinto il ventesimo slam ed essere diventato il primo svizzero capace di cucinare un piatto di pasta come si deve, Roger Federer (10) è riuscito a raggiungere un altro record, divenendo il numero uno del mondo più vecchio della storia. A Rotterdam ha anche cominciato ad arbitrarsi da solo e a questo punto se il 4 marzo non ha altri impegni, magari potrebbe scendere dalle nostre parti e impegnarsi per i prossimi cinque anni a sistemare un po’ di cose al di qua delle Alpi.

C’è però da dire che non tutti hanno riconosciuto la grandezza dell’impresa compiuta dallo svizzero. La prima obiezione è stata che in realtà Roger sarebbe il più vecchio numero uno del tennis non della storia ma solo dell’Era Open. In effetti pare che Matusalemme, all’età di 123 anni e 247 giorni – pur non esistendo ancora il computer all’epoca – fosse universalmente riconosciuto come il numero uno assoluto del gioco con tavolette di legno e arance, antesignano del tennis di oggi.

È stato poi giustamente fatto osservare che Federer è un numero uno monco perché non ha praticamente giocato sulla terra e poi è francamente indecoroso e umiliante per uno della sua Altezza, che sia andato a giocare questo torneino sperduto nei Paesi Bassi per raccattare i punti necessari per issarsi in vetta. In verità Federer – per condividere il suo ritorno al vertice anche con i suoi sudditi di più basso lignaggio – si era iscritto al tabellone di qualificazione del Challenger di Chennai. Tuttavia lo sfortunato sorteggio che lo aveva abbinato al primo turno alla testa di serie numero 1 del tabellone cadetto, il temibile Wishaya Trongcharoenchaikul, gli aveva fatto temere il peggio e convinto a declinare su Rotterdam.

In ogni caso, nonostante l’outing dell’ultimo dei moichani Gianni Clerici, si fa davvero fatica a considerare come il più forte uno che ha il noto problema che ha Federer con i testa a testa con i più forti. È indubbiamente indegno infatti che sia numero 1 del mondo uno che nell’ultimo anno è indietro negli head to head con Donskoy e Haas.

Messo a referto l’ennesimo torneino vinto a mani basse da Dominic Thiem (7) (contento lui), Grigor Dimitrov (5,5) ci ha capito davvero troppo poco in finale per meritare la sufficienza, mentre a David Goffin (10 alla sfortuna) occorre una benedizione (non nel senso di una volèe comoda, se no rischia di farsi male di nuovo). Mentre Fognini (5) si concede un turno di vacanza in Sudamerica, è ancora Andreas Seppi (8) a tenere alta la bandiera tricolore, mandando al tappeto il confuso Sascha Zverev (4) e arrendendosi con onore solo a Sua Maestà: chissà, magari frequentando il vecchietto terribile gli verrà voglia di giocare altri 3-4 anni (in ogni caso, di smettere, ancora non se ne parla: per fortuna!).

Anche perché dal pianeta giovani non arrivano proprio notizie edificanti. Filippo Baldi (2), evidentemente tifoso interista, ha pensato bene di insultare sul suo profilo Instagram il difensore nerazzurro Andrea Ranocchia, colpevole (mica tanto peraltro) di aver segnato nella porta sbagliata contro il Genoa. Non pago di cotanta signorilità, il nextgen(io) azzurro ha pensato bene di insultare anche l’ottimo Michele Galoppini (poco avvezzo ai costumi degli ultras pallonari) che aveva fatto notare il comportamento poco consono di un aspirante professionista nei confronti di un collega di un altro sport. Educazione e rispetto insomma: stai a vedere che anche sotto quel profilo tra qualche anno saremo costretti a rimpiangere Fognini…

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