Il marchio Bouchard non tira più: gli sponsor abbandonano Genie

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Il marchio Bouchard non tira più: gli sponsor abbandonano Genie

Le difficoltà sul campo della canadese incidono sul rapporto con i tanti partner commerciali che l’hanno affiancata negli ultimi anni. Dovrà cambiare ancora agente, dopo essere stata scaricata da John Tobias. E per il 2018 non ha ancora una racchetta ufficiale

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Alti e bassi, senza tregua. Picchi mediatici di popolarità e continui nodi da sciogliere tra campo (zero gioie) e dintorni. Il contenzioso risolto con la federazione statunitense per i fatti dello US Open 2015 sembrava poter regalare un inizio di stagione più sereno a Genie Bouchard, desiderosa di far parlare di sé ancora come tennista (al netto del Twitter-date e della confermata parentesi da modella su Sports Illustrated). Ma ad Indian Wells, dove è stata omaggiata di una wild card, l’ex numero cinque del mondo è arrivata in sostanza senza preparazione. Alle faccende giudiziarie, si è aggiunta una fastidiosa infezione che l’ha costretta all’estrazione di due denti del giudizio. Ha perso ingloriosamente al primo turno da Sachia Vickery ma soprattutto si è trovata a dover affrontare un nuovo capitolo del suo conflittuale rapporto con gli agenti. John Tobias della TLA, che ha seguito la canadese fino alla scorsa settimana, ha deciso unilateralmente di interrompere il rapporto. Si tratta della quarta agenzia che ha fatto un passo indietro dopo aver affiancato Bouchard: era già successo con colossi del management sportivo come Lagardère e WME/IMG. “Non ero d’accordo su come venivano gestite certe cose, è meglio che lei si rivolga ad altri consulenti”, le parole di Tobias riportate dal New York Times. Genie ha confermato: “Non ho ancora scelto nessuno al suo posto, nei prossimi giorni avrò una riunione col mio team e decideremo come andare avanti”.

https://www.instagram.com/p/Bf98wujhm-a/?hl=it&taken-by=geniebouchard

Il marchio Bouchard, chiaramente, è lontano dal brillare con la stessa luce degli anni scorsi. La finale di Wimbledon raggiunta nel 2014 le aveva consentito nei mesi successivi di capitalizzare al massimo quello che sembrava il binomio commercialmente perfetto tra un prospetto di campionessa e una fanciulla di gradevole aspetto. Il calo del fatturato, non immediato, ha seguito di riflesso quello dei risultati. Complice la caduta agli US Open – finita in tribunale, come accennato – che nel 2015 le ha fatto perdere tutta la seconda parte della stagione. L’annata in corso è partita con il mancato rinnovo di tre accordi di sponsorizzazione (Colgate, Aviva e Usana, una linea di integratori alimentari) mentre sono nettamente diminuiti per Bouchard gli introiti derivanti dalla Nike, che ha voluto indicizzare il suo rapporto con la giocatrice sulla base dei risultati e del piazzamento in classifica. Parliamo della numero 116 del mondo.

Con uno Slam già alle spalle e la stagione della terra che si avvicina, Bouchard dalla fine del 2017 non ha nemmeno una racchetta ufficiale dopo la scadenza del suo contratto di lunga data con Babolat. Ha provato la Head, ora pare voglia tornare indietro sui suoi passi. Un eventuale rilancio passerà inevitabilmente dal ritrovare la serenità in tutti gli aspetti extra campo. Un passaggio obbligato che potrebbe restituire al circuito una giocatrice certamente non straordinaria, ma che a 24 anni sembra avere ancora voglia di non rassegnarsi all’anonimato. Un rischio che non corre su Instagram, chiaramente, dove con oltre 1,7 milioni di follower ha il piglio dell’imperatrice.

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