Serena e Nole, veri favoriti?

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Serena e Nole, veri favoriti?

I bookmakers puntano su Williams e Djokovic per gli US Open. La statunitense non ha ancora vinto un torneo quest’anno, il serbo è insidiato dai soliti noti: Federer a metà tra compostezza e ambizione

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Le agenzie di scommesse hanno puntato sull’usato sicuro in vista dell’ultimo Slam della stagione, dando per favoriti il 31enne Novak Djokovic nel singolare maschile e la 36enne Serena Williams in quello femminile. I due non hanno certo bisogno di presentazioni. Complessivamente hanno conquistato 36 Major, tra i quali 8 US Open, due per ‘l’uomo di plastica serbo’ e ben sei per la pantera statunitense. Curiosamente, però, non hanno mai trionfato nella Grande Mela nello stesso anno. Infatti, sia nel 2011 che nel 2015, anni delle vittorie di Nole, Serena non riuscì ad alzare il trofeo. Nella prima occasione non partecipò nemmeno mentre nella seconda, come in tanti ricordano, fu battuta in semifinale dalla nostra Roberta Vinci.

Ci sono effettivamente ottime ragioni per credere che Djokovic possa bissare il successo di Wimbledon a Flushing Meadows. Innanzitutto, questa impresa gli è già riuscita per due volte in carriera. Insomma di solito Nole tende a portarsi dietro la fiducia conquistata sui prati londinesi anche sul cemento newyorkese. Tale confidence, come la chiamerebbero oltre oceano, è stata evidente in entrambi i Masters 1000 nordamericani. In Canada, Djokovic non si è spinto oltre i quarti. Ma ad eliminarlo, con una prestazione strabiliante, è stato il promettentissimo greco Stefanos Tsitsipas, poi finalista del torneo. A Cincinnati il serbo si è riscattato però conquistando l’ultimo Masters 1000 che gli mancava, superando uno dopo l’altro avversari di rango come Grigor Dimitrov, Milos Raonic, Marin Cilic e Roger Federer. Eccetto che con lo svizzero in finale, Nole è dovuto ricorrere al terzo set in tutti gli altri match. Considerato come il suo punto di forza sia dare il massimo quando conta, va ritenuto un segnale più che positivo. Proprio la sua carica agonistica e le sue motivazioni sono le principali ragioni che lo rendono il favorito per l’ultimo Major dell’anno. Il fenomeno balcanico vuole dimostrare che tanto quanto Federer e Nadal anche lui è in grado di effettuare un grande comeback dopo un pesante infortunio e riconquistare la vetta del ranking mondiale.

I suoi principali avversari sulla carta saranno quelli di sempre, Nadal e Federer. Molto più il primo che il secondo. A 32 anni il fuoriclasse di Manacor arriva agli US Open da campione in carica, n.1 del mondo, e con un mostruoso record di 40 vittorie e sole 3 sconfitte. L’ultima arrivata proprio contro Nole a Wimbledon. Ha un tabellone con diverse insidie come i giovani Karen Khachanov e Kyle Edmund ma sembra veramente fantascienza non vederlo arrivare almeno ai quarti. Poi se la potrebbe giocare con due dei principali outsider: il finalista dell’anno scorso Kevin Anderson ai quarti e il n.3 del mondo Juan Martin del Potro in semifinale.

Federer sembrava fosse a New York con meno entusiasmo, tanto che lui stesso si era scaramanticamente chiamato fuori dalla contesa in una recente intervista per un media svizzero: È passato troppo tempo dalla mia ultima vittoria qui. I favoriti sono altri, non un trentasettenne. Giunto a Flushing Meadows, è sembrato molto più positivo rispetto alle parole di qualche giorno fa: “In termini di preparazione sono esattamente dove dovrei essere. Quest’anno New York è una priorità maggiore dello scorso anno” (trovate il resto delle dichiarazioni QUI).

Dopo il bis a Melbourne, lo svizzero ha vinto solo due tornei, Rotterdam e Stoccarda, non riuscendo a trionfare nemmeno nel suo giardino di Halle. A Cincinnati, unico torneo in preparazione all’ultimo Slam stagionale da lui disputato, ha portato a casa una bella partita contro un redivivo Stan Wawrinka ma è stato asfaltato da Djokovic in finale. Sulla sua strada potrebbe incrociare due mine vaganti come Nick Kyrgios e Fabio Fognini, prima appunto di un quarto di finale blockbuster contro il serbo. Attenzione però ad altri due nomi: Marin Cilic e Alexander Zverev. In particolare, in vista di questi US Open, Sascha ha ingaggiato il guru (vero) Ivan Lendl per fare finalmente la differenza anche in un Major. A meno di grosse sorprese si incontreranno in un quarto di finale che potrebbe veramente tirare fuori l’alternativa ai Big Three.

Roger Federer – Wimbledon 2018 (foto via Twitter, @Wimbledon)

Il credito dei bookmakers per Serena sembra invece meno razionale. Si è sempre detto che il gap fisico e tecnico con tutte le rivali la rende automaticamente la favorita ogni qualvolta si iscriva ad un torneo, a prescindere dalle sue condizioni e dal ranking. Ma stavolta forse si sta esagerando. Serena non vince uno Slam dagli Australian Open dello scorso anno e a Flushing Meadows è a secco di successi dal 2014. Quest’anno, al rientro dalla maternità, ha giocato solamente 17 partite, vincendone 12 ma perdendone anche 5, e non ha conquistato nemmeno un titolo. Nei tornei di avvicinamento a Flushing Meadows è andata piuttosto male, incassando la peggior sconfitta della carriera contro al britannica Johanna Konta all’esordio a San José e venendo eliminata al secondo turno di Cincinnati da Petra Kvitova in tre set. Con la vittoria a New York, Serena dimostrerebbe che una mamma può vincere uno Slam (cosa alla quale tiene molto anche se Kim Clijsters recentemente ci era già riuscita) ed eguaglierebbe il numero di Slam di Margaret Court. Agli americani piacciono i grandi campioni e le storie a lieto fine e per questo le hanno dato una mano attribuendole (forse un po’ ingiustamente?) la testa di serie n.17.

Ma basterà? Difficile perché la concorrenza è molto agguerrita. A partire dall’attuale n.1 del mondo Simona Halep, che Serena potrebbe incrociare già in ottavi. La rumena arriva a New York più in fiducia che mai: senza la maledizione Slam a gravare sulle sue spalle e con le due finali ottenute nei tornei di preparazione, quella vinta in Canada contro Sloane Stephens e quella persa di un nulla contro una straordinaria Kiki Bertens a Cincinnati. Da tenere d’occhio ovviamente anche Angelique Kerber che ha battuto Serena nella finale dei Championships qualche settimana fa e sull’Artur Ashe ha già trionfato nel 2016, oltre ad essere il solito ‘cavallo da Slam’. La stessa Stephens ha definitivamente smaltito la sbornia della vittoria dell’anno scorso e ha le carte in regola per ripetersi. Ma il lotto delle potenziali vincitrici è come al solito molto ampio al femminile e le sorprese sono dietro all’angolo. Insomma, mentre Serena fatica a conciliare la vita da mamma e quella da atleta, il circuito femminile va avanti, tra grandi conferme e new entry. Così come al Roland Garros e a Wimbledon, la sua classe potrebbe non bastare a colmare la distanza.

IL TABELLONE MASCHILE

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IL TABELLONE FEMMINILE

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