Davis, verso Croazia-USA: Cilic come Modric? Apre Coric-Johnson

Coppa Davis

Davis, verso Croazia-USA: Cilic come Modric? Apre Coric-Johnson

Croazia favorita nella sfida casalinga, con in campo 5 top 50 in singolare e 5 top 40 in doppio. Courier ritrova Mike Bryan, ma il problema sarà contrastare Cilic e Coric

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Verso Francia-Spagna: equilibrio senza Nadal. Si parte con Paire vs Carreno Busta

SORTEGGIO

Venerdì
Borna Coric vs Steve Johnson
Marin Cilic vs Frances Tiafoe

Sabato
Ivan Dodig/Mate Pavic vs Mike Bryan/Ryan Harrison

Domenica
Marin Cilic vs Steve Johnson
Borna Coric vs Frances Tiafoe

Tutto è pronto a Zara per la semifinale di Coppa Davis tra Croazia e Stati Uniti. A tempo di record (lo spostamento della sede da Spalato a Zara era stato deciso infatti solo a metà luglio), al Centro Sportivo “Visnjik” è stato costruito il campo in terra battuta e sono state montate le tribune in grado di ospitare sino a 8.000 spettatori, capienza minima richiesta dall’ITF per un match di semifinale. Ora i padroni di casa confidano che lo sforzo organizzativo si tramuti in un successo sportivo, dato che dopo la vittoria nei quarti sul Kazakistan erano stati proprio i giocatori a chiedere di disputare la sfida con gli USA sulla terra all’aperto. Per due motivi. Perché ritengono sia la superficie a loro più favorevole dal punto di vista tecnico e perché, essendoci cresciuti, la loro capacità di adattarvisi nel passaggio dal cemento all’aperto è di solito migliore e più rapida di quella dei tennisti statunitensi, che invece sono cresciuti proprio su quel cemento appena calcato tra US Series e US Open.

KRAJAN SUL SICURO – Nessun dubbio tra i croati su chi scenderà in campo in singolare: ovviamente Marin Cilic e Borna Coric. L’unico piccolo timore è che il n. 1 croato non si porti dietro da New York le scorie fisiche e – soprattutto – mentali della sconfitta contro Nishikori nei quarti e che nel volo transoceanico abbia invece resettato tutto e atterri pronto a riportare per la seconda volta in tre anni la sua nazionale in finale. L’altro timore dei giorni scorsi si è invece rivelato subito infondato: niente di preoccupante il fastidio alla coscia accusato da Coric negli ottavi di finale dell’US Open contro del Potro. Il 20enne zagabrese questa volta vuole essere protagonista fino alla fine della cavalcata Davis, dato che nel 2016 l’infortunio al ginocchio lo costrinse a giocare menomato in semifinale (perse in tre set contro Gasquet) e a vedere dalla tribuna la finale di Zagabria – con successive polemiche con Krajan che l’aveva ritenuto non pronto dopo il recupero lampo dall’operazione al ginocchio. In doppio per il 39enne selezionatore di Varazdin ci sarà solo l’imbarazzo della scelta, dopo che lui e Mate Pavic –  n. 4 del mondo della specialità e primo nella Race insieme al partner Oliver Marach – hanno finalmente sotterrato l’ascia di guerra, mettendo alle spalle litigi, incomprensioni e risentimenti reciproci, e lo spalatino torna a vestire la maglia della nazionale dopo tre anni e mezzo. Oltre a Pavic ci sono infatti in squadra altri due specialisti: Ivan Dodig (ex n. 4, oggi n. 24) e Franko Skugor (n. 39, semifinalista a Wimbledon insieme a Dominic Inglot). Senza dimenticare lo stesso Cilic, che con Dodig forma una straordinaria coppia di doppio: assieme in Davis non perdono da cinque anni. La sensazione è che giocheranno il figliol prodigo Pavic e la garanzia Dodig.

I DUBBI DI JIM – Le cose non sono invece così rosee per il selezionatore statunitense, Jim Courier. Che ha dovuto rinunciare al top ten e prossimo papà John Isner, uno che col servizio che si ritrova si esprime ovviamente al massimo sulle superfici veloci, ma che sulla terra se la cava comunque bene. Lo ha dimostrato anche quest’anno con i quarti raggiunti a Madrid e gli ottavi a Parigi. Ma Long John non c’è e quindi Courier ha convocato Sam Querrey, Jack Sock, Steve Johnson, Francis Tiafoe e Mike Bryan. Mike Bryan – n. 1 della classifica ATP di doppio – torna in nazionale a 40 anni, dopo aver detto basta due anni fa, proprio dopo la sconfitta contro la Croazia nei quarti di finale. Migliorerà così sicuramente il suo record di tie disputati (diventeranno 32) e forse quello del maggior numero di doppi vinti (sono 26). Big Jim potrà così schierare in doppio i primi due del ranking ATP di specialità, la coppia Bryan/Sock trionfatrice quest’anno a Wimbledon e pochi giorni fa allo US Open.
Ma se il punto del doppio, visto che in campo ci saranno sicuramente quattro dei maggiori interpreti attuali della specialità, pare quindi in equilibrio, con addirittura un leggero vantaggio per gli ospiti in virtù dei recenti risultati della coppia yankee, le frecce a disposizione di Big Jim in singolare non paiono altrettanto appuntite. Chi sul rosso pare dare maggiori garanzie è Steve Johnson (n. 30 ATP), che quest’anno vi si è ben comportato: undici vittorie e tre sconfitte per lui sull’argilla, con il trofeo dello Houston Open portato a casa e la semifinale di Ginevra. Non si può non evidenziare però che il torneo di casa lo ha vinto battendo cinque connazionali (per carità, Isner compreso, ma comunque nessun grande specialista della terra battuta) e che anche in Svizzera non è che sia poi tanto diversamente (ha perso dalla grande sorpresa Fucsovics, che sta giocando la miglior stagione della carriera ma è pur sempre il n. 43 del mondo). Insomma, Johnson è stato bravo ma non bravissimo, come dimostra il fatto che  solo una settimana dopo la semifinale in Svizzera ha raccolto appena nove game contro Marin Cilic a Parigi.

Se il 28enne californiano è comunque abbastanza sicuro di scendere in campo venerdì, più difficile la scelta di Courier per l’altro posto da singolarista, per il quale sono in lizza in tre: Sock, Querrey e Tiafoe. Un bel dilemma per il rosso ct statunitense, che si trova – forse – nella situazione di dover schierare il meno peggio. Sock è quello messo meglio in classifica (n. 17) ma quest’anno è 2-5 sulla terra battuta, sulla quale ha vinto solo contro Zeballos ed il Ferrer in disarmo di questa stagione, mentre ha perso due volte con il connazionale Taylor Fritz, non proprio un terraiolo doc. Querrey (n. 61) non ha fatto meglio, anzi, dato che di partite ne ha vinta solo una, peraltro proprio contro l’altro convocato Tiafoe, e ne ha perse quattro contro avversari non irresistibili seppur ostici sul rosso (Pella due volte, Goyowczyk e Simon). L’esordiente in Davis Frances Tiafoe (n. 40) è quello dei tre con il miglior score stagionale sull’argilla (6-5), merito soprattutto della finale raggiunta ad Estoril. Ma a parte il Carreno Busta non proprio in palla di quest’anno, per il giovane tennista del Maryland vale lo stesso discorso fatto poco fa per Johnson: non è che in Portogallo abbia trovato sulla sua strada nomi di peso (Gilles Muller sulla terra non può essere considerato tale). Ed inoltre schierarlo da titolare alla sua prima convocazione, lasciando in panchina due veterani della Davis come Sock (6 tie, 7 singolari disputati) e Querrey (13 tie, 18 singolari giocati) sarebbe una scelta molto azzardata. Però per cercare di sparigliare le carte il primo giorno potrebbe essere un’idea. Scendendo in campo da sfavorito con l’incoscienza tipica dei vent’anni, soprattutto giocando per primo, Frances potrebbe anche riuscire a mettere un po’ di pressione ad un Cilic che non avesse ancora dimenticato i black-out che gli sono costati il match contro Nishikori. Specie se il tennista di Medjugorje partisse lento dai blocchi come contro Copil e de Minaur a New York.

STORIA A STELLE E STRISCE, PRONOSTICO A SCACCHI – Ma alchimie di Courier a parte, obiettivamente per gli statunitensi appare impresa veramente ardua portare a casa due punti in singolare contro Cilic e Coric. Il n. 7 del mondo sul mattone tritato quest’anno ha fatto quarti a Montecarlo, semifinale a Roma e quarti di finale a Parigi. Oltre ad essere ormai parte della storia della Davis croata (maggior numero di tie disputati, di vittorie in singolare e di anni di partecipazione) e con la possibilità a Zara di conquistare l’ennesimo record: con un’altra vittoria arriverebbe infatti a quota 37, tra singolo e doppio, staccando Ljubicic. Più o meno lo stesso discorso per il fresco di best ranking (n. 18) Borna Coric, che sul rosso per caratteristiche fisiche e tecniche si trova benissimo, anche se quest’anno non ha ottenuto grossi risultati (5-5). C’è da considerare però che a parte la sconfitta contro Djere al primo turno di Gstaad (torneo peraltro giocato dopo Wimbledon e prima di andare negli USA, scelta alquanto strana), si è arreso solo a gente del calibro di Djokovic, Thiem e Schwartzman (il ritiro a Roma contro Tsitipas non è da considerare). Oltre ad essere un vero “animale da Davis”, dato che in 10 tie disputati per ben quattro volte (su quattro) ha portato il punto della vittoria alla sua squadra. Come ricorderà bene Sock, che fu sconfitto da Borna nel quinto decisivo match di quel quarto di finale di due anni fa.

In virtù della situazione nei singolari il pronostico pende dunque nettamente a favore dei padroni di casa, rafforzato anche dai precedenti tra le due squadre: quattro vittorie su quattro per i croati. Curiosamente, in due occasioni la Croazia poi è arrivata in finale. Il non c’è due senza tre questa volta sarà un banale automatismo dato che si tratta di una semifinale, ma è certo che Cilic ed il resto della compagnia ce la metteranno tutta per arrivarci e regalare un’altra straordinaria finale mondiale dopo quella del calcio alla piccola nazione balcanica. Con l’obiettivo di scrivere un finale diverso rispetto a Modric e soci e bissare il successo del 2005, anche per dimenticare quella sconfitta di due anni fa contro l’Argentina a Zagabria che brucia ancora un po’ a tutti. Da questo punto di vista l’assenza di Nadal nell’altra semifinale ha fatto probabilmente tirare un sospiro di sollievo a Krajan e soci: la Francia diventa la favorita dell’altra sfida e affrontare i transalpini in trasferta su qualsiasi superficie appare sicuramente meno complicato che farsi ospitare dalla Spagna con Nadal sul rosso. Il palmarès degli USA è ovviamente di consistenza ben diversa, con le 32 vittorie che ne fanno la squadra più vincente della manifestazione, ma la squadra capitanata da Courier da tanti, troppi, anni non è all’altezza del glorioso passato. Basti pensare che non raggiungeva la semifinale dal 2012 (sconfitta dalla Spagna sul rosso di Gijon) e che in finale non ci arriva da ben undici anni, dalla vittoria del 2007 sulla Russia.

Ma la Coppa Davis ha riservato tante clamorose sorprese nelle sue centosette edizioni per dare per scontato l’esito di una semifinale che vede convocati cinque top 50 in singolare e cinque top 40 in doppio. Chissà se il nuovo format sarà in grado di fare lo stesso: nel frattempo, appuntamento tra pochi giorni sulla terra rossa fresca di posa di Zara, per vedere cosa è capace di raccontarci ancora questa vecchia signora, indossando per una delle ultime volte quel vestito con cui ci ha fatto appassionare in tutti questi anni.

AGGIORNAMENTO Jack Sock ha annunciato il suo forfait per il weekend di Davis. L’americano ha avuto un problema fisico durante la finale di doppio dello US Open vinta insieme a Mike Bryan venerdì scorso. Una grave perdita per la squadra americana, soprattutto per il punto del sabato.

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