Tra Halep e Van Cleemput è già finita

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Tra Halep e Van Cleemput è già finita

La settimana in Qatar è stata sufficiente all’ex numero uno del mondo per bocciare il periodo di prova al fianco del tecnico belga. “Ho il mio team accanto, non ho fretta di trovare un nuovo coach per forza”

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Simona Halep - Doha 2019 (foto via Twitter, @QatarTennis)
 

Sono idee, non chiarissime, verrebbe da dire. Eppure Simona Halep ha raggiunto il momento della sua carriera in cui la serenità permette riflessioni, prove, esperimenti. Del resto il primo Slam, agognato a lungo, è finalmente stato messo in bacheca, dove già c’era la prova, in assenza di trofeo rappresentativo, del raggiungimento della prima posizione del ranking mondiale, guadagnata nell’autunno del 2017. Simona, inoltre, è la giocatrice di vertice più affidabile degli ultimi cinque nel circuito WTA: come già altrove sottolineato, la tennista nata a Costanza è l’unica a non aver mai abbandonato la top ten per sessantuno mesi consecutivi a partire dal gennaio 2014. Sono soddisfazioni, e quelle che mancano, diventano obiettivi: il più recentemente dichiarato, in coda al clamoroso successo della Romania nel tie contro la Repubblica Ceca nei quarti di Fed Cup, è proprio relativo al sogno di trionfare con la sua nazionale nella competizione a squadre, e se Mihaela Buzarnescu dovesse rimettersi in sesto, vai a sapere cosa potrà succedere.

Il periodo è positivo nonostante Simona sia stata costretta a lasciare la vetta della classificae gli infortuni, per la verità piuttosto continui, non lo stanno scalfendo: è il momento buono per ponderare riforme strutturali circa l’assetto della sua squadra in un periodo molto lontano da qualsiasi emergenza, e Simona ha deciso di approfittarne, anche se a qualcuno potrebbe sembrare che la campionessa in carica del Roland Garros stia brancolando nel buio. Lasciata dopo anni di proficua collaborazione da Darren Cahill, desideroso di trascorrere con la famiglia la maggior parte del proprio tempo, Simona aveva deciso di “ballare da sola”, sentendo che a ventisette anni suonati, nel pieno della carriera, una certa qual libertà le avrebbe regalato il famoso valore aggiunto che nessun coach sarebbe stato in grado di donarle. Durante l’Australian Open, come ricorderete, Halep ha fatto un passo indietro, dichiarando che avrebbe assunto Thierry Van Cleemput, referenziatissimo coach artefice dell’ascesa in top ten di David Goffin.

L’esperimento si è dunque svolto a Doha, nel corso della settimana dedicata al Qatar Open, torneo che Simona ha dovuto cedere in finale a Elise Mertens. Non dev’essere andata benissimo, in effetti. “Thierry è una brava persona, un amico e un allenatore di eccezionale qualità, ma sul campo da tennis non è sbocciato tra noi il feeling che mi aspettavo nascesse. Resta un’esperienza positiva, ma quando non c’è chimica è meglio lasciar perdere subito“. Per il futuro immediato, la numero due WTA pare decisa a tornare sulle posizioni espresse lo scorso autunno: “Credo che per il momento proseguirò in solitudine, sento che è la cosa migliore da fare. A dire la verità ho un team eccezionale che mi accompagna, mi sostiene e mi consiglia; ho uno sparring partner fantastico e al momento è tutto ciò di cui ho bisogno“. Fino al prossimo cambio di rotta.

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