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Guida a Wimbledon femminile

A Wimbledon continuerà la prevalenza delle giovani giocatrici o invece le più esperte riusciranno a conquistare il titolo più prestigioso della stagione?

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Angelique Kerber e Serena Williams - Wimbledon 2018
 

1. Ashleigh Barty
Tutto procede a gonfie vele per la fresca numero 1 del mondo: primo successo Slam sulla terra di Parigi e poi conferma dello stato di forma con la vittoria su erba a Birmigham. Unica nel 2019 ad avere vinto tre tornei su tre superfici differenti (sul cemento si è aggiudicata il Premier Mandatory di Miami), Barty si avvicina a Wimbledon con un solo rischio: quello di sentire troppa pressione come conseguenza degli eccezionali risultati ottenuti negli ultimi giorni. Sul piano tecnico il suo tennis si sposa bene all’erba, come testimoniano anche i dati sul rendimento (77,6%): solo Serena vanta una percentuale di vittorie superiore (un inarrivabile 88,6%).

2. Naomi Osaka
Wimbledon 2018 è stato l’ultimo Slam che Osaka ha disputato da giocatrice “normale”. Nel Major successivo, infatti, sarebbe arrivato il successo a New York, poi bissato in Australia, imprese che l’hanno proiettata sotto la luce dei riflettori; e al Roland Garros 2019 gli occhi erano puntati su di lei per scoprire se sarebbe stata in grado di vincere il terzo Slam consecutivo. Dopo aver perso il numero 1 del mondo, Naomi si presenta a Londra con qualche attenzione in meno, e non è detto che questo sia un male. Tecnicamente sarà da valutare la sua adattabilità all’erba, che sembra essere una superficie che fa per lei, ma sulla quale ha giocato poco (appena una trentina di partite ufficiali in carriera). Ricordo che lo scorso anno uscì al terzo turno, eliminata dalla futura vincitrice Kerber.

3. Karolina Pliskova
Questi i migliori risultati raggiunti in carriera da Pliskova nei quattro Slam: finale agli US Open, semifinale in Australia, semifinale al Roland Garros, quarto turno a Wimbledon. Sì: malgrado siamo abituati ad associare l’erba a chi dispone di un grande servizio, Karolina a Londra ha appena assaporato la seconda settimana nel 2018, quando venne sconfitta da Kiki Bertens negli ottavi. Eppure i numeri sul rendimento complessivo ci dicono che sull’erba ha una percentuale di vittorie leggermente migliore (+2,3%). Evidentemente grazie a risultati raccolti al di fuori di Wimbledon. Spesso considerata tra le prime favorite dai bookmaker, quest’anno è chiamata finalmente a essere quantomeno protagonista sino ai turni decisivi. Ci riuscirà?

 

4. Kiki Bertens
A Wimbledon 2018, con l’approdo ai quarti di finale (dopo aver sconfitto Pliskova e Venus Williams), Bertens è stata forse la maggiore sorpresa del torneo. Arrivata a Londra con un rendimento sull’erba in carriera deficitario (sotto al 50% di vittorie), lo scorso anno ha dato prova di avere compiuto un decisivo processo di adattamento alle superfici veloci. Kiki si è affrancata dalla idea di giocatrice da terra, trasformandosi in una tennista ben più universale; e qualche settimana dopo avrebbe vinto a Cincinnati, confermando il grande progresso su tutti i terreni. La giocatrice che nel 2015 a Wimbledon aveva perso 6-1 6-0 da Kvitova, oggi è diventata una seria contendente per i turni finali.

5. Angelique Kerber
Kerber è la campionessa in carica dei Championships e nel suo palmarès vanta anche la finale nel 2016 e una semifinale nel 2012. Forse non è molto noto, ma l’erba è la superficie migliore per Angelique: +7,3% di vittorie rispetto a tutte le altre superfici. Significa che sui prati progredisce più di Kvitova, Barty o Serena. Del resto a Wimbledon ha sconfitto giocatrici come Serena e Venus Williams, Sharapova, Halep, Clijsters, Lisicki (quando era a posto fisicamente). Insomma, anche in un anno in cui finora ha deluso negli Slam (battuta da Collins a Melbourne e da Potapova a Parigi) non bisogna sottovalutarla: i campi di Church Road fanno per lei, e se si presenterà in buone condizioni potrà dire la sua.

6. Petra Kvitova
La due volte vincitrice di Wimbledon (2011, 2014) Kvitova è per il momento una incognita assoluta. Ha dovuto rinunciare al Roland Garros a causa di un problema al muscolo del braccio sinistro (quello con cui impugna la racchetta), e poi anche a tutti i tornei successivi su erba, incluso Birmingham, il premier di cui era bicampionessa in carica (successi nel 2017, 2018). Per quanto riguarda la partecipazione ai Championships, le ultime notizie parlano di una decisione assunta in extremis, compatibilmente con i tempi di guarigione. Ma anche se alla fine sciogliesse la riserva in senso favorevole, appare difficile possa essere in grado di esprimersi al meglio. Un vero peccato per Petra, ma anche per tutto il torneo.

7. Simona Halep
L’erba non è la superficie migliore per Halep, ma questo non significa che a Wimbledon sia automaticamente destinata a uscire nei primi turni. In carriera vanta una semifinale (2014, sconfitta da Bouchard) e due quarti di finale (2016 battuta da Kerber e 2017 da Konta). Lo scorso anno uscì per mano di Hsieh, e in conferenza stampa aveva confidato di non essere riuscita a recuperare gli sforzi fisici e mentali del Roland Garros appena vinto. Ma quest’anno la situazione è diversa: a Parigi è uscita ai quarti di finale e quindi dovrebbe avere conservato più energie per provare a fare meglio del 2018. È anche l’occasione per risalire in classifica, dopo aver perso la leadership al termine degli Australian Open 2019.

8. Elina Svitolina
La campionessa in carica del Masters decisamente non ha nell’erba la superficie di elezione. Addirittura in carriera ha un record inferiore al 50% di successi sui prati: 10 vinte e 15 perse. L’anno scorso a Wimbledon era stata eliminata al primo turno da Tatjana Maria, in una match in cui non era riuscita a disinnescare gli slice dell’avversaria. Aggiungiamo che negli ultimi mesi ha sofferto di problemi al ginocchio e abbiamo un quadro di insieme poco incoraggiante. Se non altro questo significa che Elina si presenterà al via del torneo senza troppe aspettative e pressioni.

a pagina 3: Le teste di serie dalla 9 alla 16

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Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane

Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

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Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.

Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.

Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.

 

Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.

Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.

Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.

Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.

In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.

Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.

Il febbraio delle principali tenniste italiane.

6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni

13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha

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United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik

Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

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Stan Wawrinka - United Cup 2022 (Twitter @UnitedCupTennis)

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.

Grecia – Bulgaria 4-1

Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1

 

Sakkari – Tomova 6-3, 6-2

Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4

La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.

USA – Repubblica Ceca 4-1

Kvitova – Pegula 7-6, 6-4

Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac

Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7

Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.

Francia – Argentina 4-0

Garcia – Podoska 6-2, 6-0

Mannarino – Coria 6-1, 6-0

La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.

Australia Gran Bretagna 1-3

Dart – Inglis 6-4, 6-4

Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)

Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.

Svizzera – Kazakhistan 4-0

Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2

Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)

Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.

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Il fallimento di FTX costa caro a Naomi Osaka

Grave perdita economica per la tennista giapponese Osaka, che aveva investito nella criptovaluta FTX

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Non un gran momento per la ex numero 1 al mondo Naomi Osaka. Oltre alle sconfitte sul campo di gioco, per la pluricampionessa Slam i problemi provengono anche dalle finanze. È, infatti, una delle azioniste di FTX, un’azienda per lo scambio di criptovalute che ha dichiarato bancarotta l’11 novembre.

Non solo Osaka, ma sono tanti gli sportivi che hanno visto andare in fumo i propri proventi dal fallimento di FTX. L’azienda era riuscita ad acquistare così tanta credibilità da riuscire a mettere il proprio logo sulle vetture e le divise di Lewis Hamilton e George Russel, piloti della Mercedes in Formula 1; e anche a vedersi intitolato lo stadio NBA dei Miami Heats.

Il valore di mercato di FTX ha subìto un grave crollo negli ultimi sette giorni, passando da $22 a $1.40. Il CEO di FTX Sam Bankman-Fried – ora sotto investigazione per come ha gestito l’azienda fondata nel 2019 – ha già dichiarato fallimento a seguito dell’enorme svalutazione della criptovaluta.

 

Osaka aveva firmato l’accordo con FTX nel marzo 2022 mentre era negli Stati Uniti impegnata per l’Indian Wells e il Miami Open. La tennista ha acquistato delle azioni di FTX e nell’accordo era previsto che la tennista giapponese fosse ambasciatrice nel mondo dell’azienda, per influenzare quante più persone possibili a credere in loro. L’accordo di Naomi Osaka includeva anche la sua partecipazione nella creazione di contenuti multimediali per promuovere la criptovaluta. Non sono state ufficializzate le cifre riguardanti la perdita subita dalla tennista.

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