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Guida a Wimbledon femminile
A Wimbledon continuerà la prevalenza delle giovani giocatrici o invece le più esperte riusciranno a conquistare il titolo più prestigioso della stagione?

9. Sloane Stephens
Pur essendo una tennista in grado di disimpegnarsi su tutti i terreni, le statistiche di Stephens ci dicono che l’erba è la superficie sulla quale il suo rendimento cala leggermente. La sua attuale tendenza a spingere poco con i colpi di inizio gioco non si sposa con i canoni classici del tennis su erba. Eppure nel 2013, appena ventenne, a Wimbledon era stata capace di arrivare sino ai quarti di finale. La mia idea è che per ripetere una impresa del genere dovrebbe tornare a rischiare di più sia in battuta che in risposta, cercando di combattere l’indole a volte troppo prudente. Vedremo fra pochi giorni se riuscirà a interpretare i prati di Londra meglio che nel 2018, quando da testa di serie numero 4 venne sconfitta al primo turno da Donna Vekic.
10. Aryna Sabalenka
Non è un buon momento per Sabalenka, che sta attraversando il primo periodo difficile di una carriera che fino a qualche mese era sempre stata in crescita. Considerata fra le prime favorite agli Australian Open, è stata sconfitta dalla giovanissima Anisimova, e il rendimento ne ha risentito. Nel 2019 la giocatrice di classifica più alta battuta da Aryna è stata la numero 28 Tsurenko, mentre quando si è misurata contro Top 10 ha perso quattro volte su quattro (con un solo set all’attivo).
A Wimbledon ha giocato soltanto le ultime due edizioni, vincendo un solo match nel tabellone principale. Tutti gli indicatori, in sostanza, al momento sono negativi, ma se riuscisse a recuperare un po’ di fiducia e di condizione potrebbe avere le armi per fare bene anche su erba. Ricordo che stiamo parlando di una giocatrice che ha appena compiuto 21 anni (è nata il 5 maggio 1998).
11. Serena Williams
Sette volte vincitrice a Wimbledon, più altre tre volte finalista (sconfitta una volta da Sharapova, una da Venus e una da Kerber), Serena lo scorso anno era riuscita ad arrivare in finale da neo-mamma, perdendo da Kerber. Sicuramente l’erba è la superficie più adatta al suo attuale tennis, che si basa moltissimo sui colpi di inizio gioco: servizio e risposta. Come già al recente Roland Garros rimane l’incognita fisica, a partire dal problema al ginocchio sinistro, che periodicamente scricchiola e la mette in difficoltà. Dopo l’uscita al terzo turno a Parigi, lo Slam londinese appare sulla carta la migliore occasione per eguagliare i 24 Major di Smith Court.
12. Anastasija Sevastova
Ventinove anni compiuti, best ranking da numero 11 del mondo, eppure Sevastova in tutta la carriera ha vinto un solo match nei main draw di Wimbledon: nel 2017 contro Yulia Putintseva. Per il resto solo sconfitte al primo turno (5 volte). Le statistiche del suo rendimento su erba parlano di un calo di circa il 5% rispetto alle altre superfici, un dato che non spiega però i risultati così deficitari sui prati di Londra. Ad esempio è stata in grado di arrivare tre volte consecutive in finale a Maiorca (2016-18), vincendo l’edizione del 2017. Quindi, a meno di sorteggi sfortunati, è lecito ipotizzare che a Wimbledon possa migliorare i numeri del passato, superando qualche turno in più.
13. Belinda Bencic
Come per Kvitova e Barty, anche per Bencic l’erba significa un progresso di rendimento che sfiora il 7% (6,7%). E anche se non ha ancora vinto un torneo a livello WTA, sui prati vanta già tre finali. Bencic ha dovuto saltare due edizioni di Wimbledon (2016, 2017) a causa dei seri problemi al polso che erano emersi proprio ai Championships nel 2015.
Lo scorso anno è tornata a giocare a Londra e ha subito fatto bene: ha sconfitto Garcia, Riske e Suarez Navarro prima di fermarsi contro la futura campionessa Kerber al quarto turno. Se eviterà le mine vaganti fuori dalle teste di serie non è impossibile ritrovarla ancora in corsa nella seconda settimana.
14. Caroline Wozniacki
Questo non è certo il miglior anno di Wozniacki, alla prese con la artrite reumatoide diagnosticata qualche mese fa, che a periodi le rende difficile esprimersi al meglio. Oggi la Race la vede al momento 53ma, a conferma delle difficoltà stagionali.
Caroline, che a Wimbledon vanta il titolo junior (2006), in carriera non è mai riuscita ad andare oltre il quarto turno. Dunque un miglioramento non sarebbe un traguardo proibitivo, ma pare difficile possa essere raggiungibile proprio in questa fase di carriera.
15. Qiang Wang
Quattro partecipazioni a Wimbledon per Wang (dal 2015 in poi) e un solo match vinto, nel 2017 contro la taiwanese Chang. Dati da cui si ricaverebbe una notevole difficoltà ad adattarsi all’erba. Eppure la ricordo impegnare seriamente Venus Williams nel 2017 (4-6 6-4 6-1), anno nel quale Venus sarebbe arrivata in finale con quell’unico set perso contro Wang. Insomma, forse c’è qualche speranza che Qiang riesca a migliorare lo scarno record personale a Londra. Molto, naturalmente, potrebbe dipendere dal sorteggio.
16. Marketa Vondrousova
Nata nel 1999, Vondrousova in questo momento è la più giovane tennista in Top 20, unica teenager in grado di spingersi così avanti nel ranking. Una classifica raggiunta grazie alla finale del Roland Garros, ma anche grazie ai tanti piazzamenti ottenuti nel 2019, che le valgono il settimo posto nella Race. Dopo i numeri positivi, quelli meno incoraggianti: su erba il suo rendimento crolla (dal 70,9 al 33,3%), anche se i match considerati sono limitatissimi (3 vittorie, 6 sconfitte). Ci sono alcuni aspetti tecnici che a mio avviso spiegano in parte le difficoltà sui campi in erba: i colpi di inizio gioco non molto incisivi e una posizione durante lo scambio a volte troppo arretrata.
a pagina 4: Le altre teste di serie e oltre
Al femminile
Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane
Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.
Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.
Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.
Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.
Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.
Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.
Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.
In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.
Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.
Il febbraio delle principali tenniste italiane.
6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni
13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha
Al femminile
United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik
Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.
Grecia – Bulgaria 4-1
Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1
Sakkari – Tomova 6-3, 6-2
Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4
La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.
USA – Repubblica Ceca 4-1
Kvitova – Pegula 7-6, 6-4
Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac
Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7
Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.
Francia – Argentina 4-0
Garcia – Podoska 6-2, 6-0
Mannarino – Coria 6-1, 6-0
La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.
Australia Gran Bretagna 1-3
Dart – Inglis 6-4, 6-4
Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)
Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.
Svizzera – Kazakhistan 4-0
Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2
Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)
Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.
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Il fallimento di FTX costa caro a Naomi Osaka
Grave perdita economica per la tennista giapponese Osaka, che aveva investito nella criptovaluta FTX

Non un gran momento per la ex numero 1 al mondo Naomi Osaka. Oltre alle sconfitte sul campo di gioco, per la pluricampionessa Slam i problemi provengono anche dalle finanze. È, infatti, una delle azioniste di FTX, un’azienda per lo scambio di criptovalute che ha dichiarato bancarotta l’11 novembre.
Non solo Osaka, ma sono tanti gli sportivi che hanno visto andare in fumo i propri proventi dal fallimento di FTX. L’azienda era riuscita ad acquistare così tanta credibilità da riuscire a mettere il proprio logo sulle vetture e le divise di Lewis Hamilton e George Russel, piloti della Mercedes in Formula 1; e anche a vedersi intitolato lo stadio NBA dei Miami Heats.
Il valore di mercato di FTX ha subìto un grave crollo negli ultimi sette giorni, passando da $22 a $1.40. Il CEO di FTX Sam Bankman-Fried – ora sotto investigazione per come ha gestito l’azienda fondata nel 2019 – ha già dichiarato fallimento a seguito dell’enorme svalutazione della criptovaluta.
Osaka aveva firmato l’accordo con FTX nel marzo 2022 mentre era negli Stati Uniti impegnata per l’Indian Wells e il Miami Open. La tennista ha acquistato delle azioni di FTX e nell’accordo era previsto che la tennista giapponese fosse ambasciatrice nel mondo dell’azienda, per influenzare quante più persone possibili a credere in loro. L’accordo di Naomi Osaka includeva anche la sua partecipazione nella creazione di contenuti multimediali per promuovere la criptovaluta. Non sono state ufficializzate le cifre riguardanti la perdita subita dalla tennista.