Nuovi guai per Kyrgios: l'ATP lancia un'investigazione formale

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Nuovi guai per Kyrgios: l’ATP lancia un’investigazione formale

Dopo Cincinnati continuano i guai disciplinari per Kyrgios, che allo US Open rincara la dose e poi ritratta parzialmente. L’australiano lamenta doppi standard, ma il rischio squalifica per lui è più che concreto

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Nick Kyrgios - Washington 2019 (foto via Twitter, @CitiOpen)
 

L’ATP ha annunciato di aver aperto una formale investigazione sul comportamento di Nick Kyrgios durante la sua partita contro Karen Khachanov al Western&Southern Open di Cincinnati.

Durante quel match il giocatore australiano si era lanciato in una battaglia verbale con il giudice di sedia irlandese Fergus Murphy, reo a suo dire di concedere a lui meno tempo tra un punto e l’altro di quanto non si faccia con i giocatori di punti, soprattutto Rafael Nadal.
La partita terminò con la sconfitta di Kyrgios e una successiva multa-record di $113.000. Ora però l’ATP vuole capire se le azioni di Kyrgios possono costituire una “Violazione Gravea norma di regolamento ATP, e se come tali debbano essere punite con una squalifica.

Per quanto riguarda invece i commenti rilasciati dall’atleta australiano dopo il suo match di primo turno contro Steve Johnson martedì notte, quando ha definito l’ATP un’associazione “corrotta”, sarà Gayle Bradshaw, vice-presidente esecutivo dell’ATP per le regole e le competizioni, a stabilire che provvedimenti prendere. Qualche ora dopo Kyrgios ha pubblicato sul suo account Twitter un comunicato nel quale ritratta parzialmente quanto detto e ammette che il suo comportamento a tratti controverso ha meritato le multe e le sanzioni che ha ricevuto.

Quando ho detto che l’ATP è corrotto non ho scelto le parole in maniera corretta, la mia intenzione era denunciare una situazione nella quale vengono applicati doppi standard piuttosto che parlare di corruzione. So che il mio comportamento è stato controverso in certe occasioni e mi ha causato problemi a volte meritati, ma ciò che volevo far notare è come gli stessi comportamenti attraggano attenzione mediatica o meno, oppure vengano sanzionati o meno a seconda di chi li adotti. Questo è il mio problema, che rimane tuttora irrisolto. Per essere chiaro, so di non essere perfetto e non mi illudo di esserlo e ammetto di aver meritato multe in diverse circostanze; tuttavia mi aspetto che questi provvedimenti vengano presi in maniera sempre coerente e imparziale, e questo non accade. Chris Kermode mi ha sempre sostenuto, ed ho sempre reciprocato il suo supporto, per questo motivo voglio chiarire i miei commenti e allo stesso tempo mantenere fermamente la mia posizione sui doppi standard”.

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